Per anticipare la presentazione, che si terrà in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, si sintetizza l'intervento introduttivo.
Tutte le plaquettes realizzate all'insegna delle "Edizioni dell'Angelo" coniugano testi (poesie o racconti brevi) e incisioni originali, trattandosi di plaquettes di pochissime pagine testo e immagine giocano un ruolo paritario, interpretano un tema comune con due linguaggi diversi: la scrittura e l'incisione.
Il poeta è Giuseppe Condorelli, nato a Catania, vive in un paese dell'interland, a Misterbianco, insegna materie letterarie nella scuola superiore, oltre che di poesia si occupa attivamente di critica letteraria, teatrale e cinematografica, è impegnato in campo sociale e politico e con l'associazione culturale "Interminati Spazi" ha curato numerosi eventi dedicati anche all'arte contemporanea.
La plaquette contiene sei poesie, delle quali cinque in dialetto siciliano e una in italiano, che saranno lette dall'attore Sergio Guarino.
In poesia non si corre mai il rischio dello "Spoiler" così per inquadrare il contesto dei versi possiamo dire chiaramente che il tema di tutte le poesie è quello della morte, declinato in modo da toccare diverse corde dei sentimenti connessi alla perdita, alla scomparsa, all'oblio e al ricordo..., di certo versi melanconici, ma senza mai nulla di funereo e solo leggendo l'ultima poesia - non a caso l'unica in italiano - risulta chiaro che la morte ricorrente nelle poesie precedenti, si riferisce della madre del poeta.
Se tutti i vocaboli in dialetto sono sempre allusivi, evocativi di significati molteplici e traslati, i termini adottati nei versi in italiano sono univoci, veicolano significati in modo diretto, fin anche crudo.
L'incisione originale, stampata nel risvolto interno della copertina con il numero della collana stampato a secco sul piatto è stata incisa dall'affilato bulino nelle sapienti mani di Lanfranco Quadrio e, per presentarlo, posso limitarmi all'evidente constatazione che è attualmente il miglior interprete di questo difficile strumento di incisione diretta, non solo per l'assoluta maestria tecnica, ma, soprattutto, per aver elaborato un linguaggio grafico affatto personale dove il "vuoto" della lastra, appena solcato da graffi solo apparentemente involontari, riveste un ruolo compositivo determinante al pari dei segni, sempre essenziali, che definiscono l'immagine.
Ogniuno, osservando l'immagine e leggendo le poesie, potrà stabilire ulteriori corrispondenze che non si esauriscono alla prima lettura rivelando un punto di vista perturbante e una strugente emotività.