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Giuseppe De Mattia – Dispositivi per non vedere bene Roma
La ricerca di De Mattia è incentrata soprattutto sull’osservazione, lo studio e il recupero di oggetti di scarto. Roma diventa emblema dell’inabilità di vedere con chiarezza ciò che hai davanti
Comunicato stampa
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Matèria è lieta di presentare Dispositivi per non vedere bene Roma, la prima personale a galleria
intera di Giuseppe De Mattia.
La mostra presenta l’evoluzione progettuale del Dispositivo per non vedere bene, un’opera
sperimentale realizzata da De Mattia nel 2014, che trova la sua totalità nello sguardo sulla città di
Roma.
Le opere inedite, presentate all’interno delle due sale e nel cortile della galleria, sono il frutto del lavoro
sul campo dell’artista. Dispositivi per non vedere bene Roma pone l’accento sull’importanza e la
funzione dei materiali nel lavoro di De Mattia, mettendo in primo piano la collaborazione come
strumento fondamentale per la ricerca e la produzione delle opere esposte. Nel tentativo di vedere
Roma, l’artista si appoggia alla curatrice Chiara Argentino, all’artista Fabio Barile, al critico Luca
Panaro, all’artista Stefano Canto, all’artista Luca Coclite e al gallerista Niccolò Fano.
La Capitale Italiana è il luogo scelto da De Mattia come emblema dell’inabilità di vedere con chiarezza e
lucidità ciò che abbiamo davanti; una realtà sorretta e mitizzata dalla sua bellezza e rilevanza
millenaria, in contrasto perenne con la precarietà contemporanea. È l’impossibilità di essere messa a
fuoco che rende Roma l’apoteosi del paradosso che incarna il Dispositivo per non vedere bene; la cui
funzione ultima è quella di mettere in discussione il ruolo controverso del mezzo fotografico come
strumento storicamente eletto per la documentazione della realtà.
Via Tiburtina 149, 00185 Roma | www.materiagallery.com | contact@materiagallery.com
“Soli contro tutti”, così si legge sul fronte della cartolina, in piccolo, al centro, nello striscione. Gli
artisti sono soli contro tutti. Questa la condizione per agire liberi, senza condizionamenti. Soli nel
prefissarsi una meta, soli nel perseguirla, ma con qualche compagno di viaggio: Niccolò, Chiara,
Fabio, Luca, Stefano, io. Non ci sono tifosi che sventolano bandiere, fumogeni che rendono
variopinta la scena. C’è l’artista, Giuseppe, con la sua determinazione e il desiderio di “non vedere bene
Roma”. N.B. nell’anno dell’addio al suo ultimo imperatore, Francesco. L’insieme delle opere sono un
dispositivo che mostra qualcosa, ma solo in parte. Le parole che uso raccontano qualcosa, ma in modo
incompiuto. Voi che osservate cogliete qualcosa, ma è vago. Dietro le immagini l’essere umano ne
approfitta per scomparire. Rimangono solo tracce, oggetti, a testimoniare lo sguardo. Frammenti
preziosi e irrisolti. Tessere che vanno a ricomporre un puzzle sempre diverso. Giornali, riviste, radio,
televisione, web, informano. L’arte depista. Svia dalla strada più battuta. Suggerisce percorsi diversi.
Luca Panaro
GIUSEPPE DE MATTIA | www.giuseppedemattia.it
Giuseppe De Mattia (Bari, 1980), vive e lavora a Bologna. Da diverso tempo la sua ricerca è incentrata
soprattutto sull’osservazione, lo studio e il recupero di oggetti destinati ad essere buttati; li recupera, li
trasforma, li fotografa o li filma donando una nuova vita e un nuovo senso. Il suo lavoro tende a salvare
ciò che è generato dal passaggio del tempo, come scarto, e di prendersene cura.
Questa pratica contraddistingue il suo lavoro come artista singolo o nel duo, con Luca Coclite,
“Casa a Mare” (curato da Claudio Musso), in attività da Gennaio 2015. La sua ricerca spesso ha radici in
archivi filmici come Home Movies (Archivio del Film di Famiglia) di Bologna. Con Home Movies, da
diversi anni, sviluppa progetti di ricerca che avvalorano la tesi che ogni film è un archivio fotografico
inconsapevole. Questa tesi trova una sorta di verifica e teorizzazione nei lavori “La coincidenza dello
sguardo”, prima, e “Welt - Film” poi.
I suoi sistemi di rappresentazione sono spesso scanner ad alta definizione o macchine
fotocopiatrici, piuttosto che apparecchi fotografici tradizionali.
In generale, ogni forma di “registrazione” e possibilità di “scelta” è parte del suo lavoro.
La scelta, la selezione di uno o più oggetti, è un processo che De Mattia attiva in forma assolutamente
off-camera. Ogni suo progetto nasce da una ricerca di oggetti fisici che non necessariamente saranno delle
immagini fotografiche. I suoi progetti nascono in un mercato dell’antiquariato, piuttosto che in una
collezione. La collezione è un aspetto fondamentale nel suo lavoro. Tutto parte dalla collezione e
dall’ossessione di usare ciò che è stato già costruito in un tempo più o meno vicino. Tra i suoi strumenti
di lavoro c'è la fotografia, il video, l'audio e il disegno.
intera di Giuseppe De Mattia.
La mostra presenta l’evoluzione progettuale del Dispositivo per non vedere bene, un’opera
sperimentale realizzata da De Mattia nel 2014, che trova la sua totalità nello sguardo sulla città di
Roma.
Le opere inedite, presentate all’interno delle due sale e nel cortile della galleria, sono il frutto del lavoro
sul campo dell’artista. Dispositivi per non vedere bene Roma pone l’accento sull’importanza e la
funzione dei materiali nel lavoro di De Mattia, mettendo in primo piano la collaborazione come
strumento fondamentale per la ricerca e la produzione delle opere esposte. Nel tentativo di vedere
Roma, l’artista si appoggia alla curatrice Chiara Argentino, all’artista Fabio Barile, al critico Luca
Panaro, all’artista Stefano Canto, all’artista Luca Coclite e al gallerista Niccolò Fano.
La Capitale Italiana è il luogo scelto da De Mattia come emblema dell’inabilità di vedere con chiarezza e
lucidità ciò che abbiamo davanti; una realtà sorretta e mitizzata dalla sua bellezza e rilevanza
millenaria, in contrasto perenne con la precarietà contemporanea. È l’impossibilità di essere messa a
fuoco che rende Roma l’apoteosi del paradosso che incarna il Dispositivo per non vedere bene; la cui
funzione ultima è quella di mettere in discussione il ruolo controverso del mezzo fotografico come
strumento storicamente eletto per la documentazione della realtà.
Via Tiburtina 149, 00185 Roma | www.materiagallery.com | contact@materiagallery.com
“Soli contro tutti”, così si legge sul fronte della cartolina, in piccolo, al centro, nello striscione. Gli
artisti sono soli contro tutti. Questa la condizione per agire liberi, senza condizionamenti. Soli nel
prefissarsi una meta, soli nel perseguirla, ma con qualche compagno di viaggio: Niccolò, Chiara,
Fabio, Luca, Stefano, io. Non ci sono tifosi che sventolano bandiere, fumogeni che rendono
variopinta la scena. C’è l’artista, Giuseppe, con la sua determinazione e il desiderio di “non vedere bene
Roma”. N.B. nell’anno dell’addio al suo ultimo imperatore, Francesco. L’insieme delle opere sono un
dispositivo che mostra qualcosa, ma solo in parte. Le parole che uso raccontano qualcosa, ma in modo
incompiuto. Voi che osservate cogliete qualcosa, ma è vago. Dietro le immagini l’essere umano ne
approfitta per scomparire. Rimangono solo tracce, oggetti, a testimoniare lo sguardo. Frammenti
preziosi e irrisolti. Tessere che vanno a ricomporre un puzzle sempre diverso. Giornali, riviste, radio,
televisione, web, informano. L’arte depista. Svia dalla strada più battuta. Suggerisce percorsi diversi.
Luca Panaro
GIUSEPPE DE MATTIA | www.giuseppedemattia.it
Giuseppe De Mattia (Bari, 1980), vive e lavora a Bologna. Da diverso tempo la sua ricerca è incentrata
soprattutto sull’osservazione, lo studio e il recupero di oggetti destinati ad essere buttati; li recupera, li
trasforma, li fotografa o li filma donando una nuova vita e un nuovo senso. Il suo lavoro tende a salvare
ciò che è generato dal passaggio del tempo, come scarto, e di prendersene cura.
Questa pratica contraddistingue il suo lavoro come artista singolo o nel duo, con Luca Coclite,
“Casa a Mare” (curato da Claudio Musso), in attività da Gennaio 2015. La sua ricerca spesso ha radici in
archivi filmici come Home Movies (Archivio del Film di Famiglia) di Bologna. Con Home Movies, da
diversi anni, sviluppa progetti di ricerca che avvalorano la tesi che ogni film è un archivio fotografico
inconsapevole. Questa tesi trova una sorta di verifica e teorizzazione nei lavori “La coincidenza dello
sguardo”, prima, e “Welt - Film” poi.
I suoi sistemi di rappresentazione sono spesso scanner ad alta definizione o macchine
fotocopiatrici, piuttosto che apparecchi fotografici tradizionali.
In generale, ogni forma di “registrazione” e possibilità di “scelta” è parte del suo lavoro.
La scelta, la selezione di uno o più oggetti, è un processo che De Mattia attiva in forma assolutamente
off-camera. Ogni suo progetto nasce da una ricerca di oggetti fisici che non necessariamente saranno delle
immagini fotografiche. I suoi progetti nascono in un mercato dell’antiquariato, piuttosto che in una
collezione. La collezione è un aspetto fondamentale nel suo lavoro. Tutto parte dalla collezione e
dall’ossessione di usare ciò che è stato già costruito in un tempo più o meno vicino. Tra i suoi strumenti
di lavoro c'è la fotografia, il video, l'audio e il disegno.
14
settembre 2017
Giuseppe De Mattia – Dispositivi per non vedere bene Roma
Dal 14 settembre al 17 novembre 2017
arte contemporanea
Location
MATERIA GALLERY
Roma, Via Tiburtina, (Roma)
Roma, Via Tiburtina, (Roma)
Vernissage
14 Settembre 2017, ore 19
Autore
Curatore