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Giuseppe De Sario – Racconto
…liberi pensieri, che danzano su probabili indizi di una multiforme Opera artistica, configurata da sapienza tecnica, guidata da un pensiero spontaneo e libertà mentale.
Comunicato stampa
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...liberi pensieri, che danzano su probabili indizi di una multiforme Opera artistica, configurata da sapienza tecnica, guidata da un pensiero spontaneo e libertà mentale.
L’ipotesi di lettura di questa ricerca d’espressione visiva risiede tutta nel racconto: ci si trova immediatamente avvitati in un vortice di mercanzie, fra un lunghissimo teorema di merci diversissime ed opulente. Si è trascinati in suk mediorientale.
All’occhio non è concessa tregua: le costellazioni di figure-sensazioni rivendicano con veemenza un’attenzione ossessiva e spasmodica.
Il racconto comincia allora a prendere corpo; dal caos le informazioni lentamente si dispongono, intrecciandosi in una singolare trama dal sapore del déjà-vu.
L’opera tende a comporsi nell’estetica del teatrino, dal sapore infantile-ricco-denso e nutrito da segni-colori-oggetti il cui codice, paradossalmente, rimane inafferrabile, sospeso tra i nostri occhi, il nostro pensiero e quella galassia informe di ricordi ed archetipi ludici della nostra infanzia.
Il teatrino svela quindi la sua commedia in un atto unico con un’unica scena sulla quale si condensa, in un solo sguardo, tutto il peso della rappresentazione: l’identità, il ruolo.
S’interrompe il rigido meccanismo oggetto-spettatore e si innesca una magica sensazione: quella del protagonista che d’impeto si scaraventa sulla scena, al centro del palcoscenico col duplice ruolo di inserviente ed acuto investigatore. Il primo col compito di ordinare, giustapporre, sistemare, l’altro di riallacciare tutti quei sottili fili che costruiscono quell’unica ed irreplicabile trama del proprio irripetibile racconto. Ed il racconto prosegue dissolvendosi in una miriade di orizzonti, tanti quante sono le scansioni compositive allestite dall’artista nel dipanare il proprio racconto.
Ogni fruitore-protagonista dunque, fatalmente trova, tra i tanti possibili, quel personale unico ed irripetibile racconto disvelatosi attraverso quell’unica traccia narrata, talora in fiaba e talora in poesia.
È questo il magico dispositivo che rivela la narrazione attorno al quale il nostro immaginario intimistico ed emozionale costruisce il proprio allestimento. È la magia dell’arte contemporanea.
L’ipotesi di lettura di questa ricerca d’espressione visiva risiede tutta nel racconto: ci si trova immediatamente avvitati in un vortice di mercanzie, fra un lunghissimo teorema di merci diversissime ed opulente. Si è trascinati in suk mediorientale.
All’occhio non è concessa tregua: le costellazioni di figure-sensazioni rivendicano con veemenza un’attenzione ossessiva e spasmodica.
Il racconto comincia allora a prendere corpo; dal caos le informazioni lentamente si dispongono, intrecciandosi in una singolare trama dal sapore del déjà-vu.
L’opera tende a comporsi nell’estetica del teatrino, dal sapore infantile-ricco-denso e nutrito da segni-colori-oggetti il cui codice, paradossalmente, rimane inafferrabile, sospeso tra i nostri occhi, il nostro pensiero e quella galassia informe di ricordi ed archetipi ludici della nostra infanzia.
Il teatrino svela quindi la sua commedia in un atto unico con un’unica scena sulla quale si condensa, in un solo sguardo, tutto il peso della rappresentazione: l’identità, il ruolo.
S’interrompe il rigido meccanismo oggetto-spettatore e si innesca una magica sensazione: quella del protagonista che d’impeto si scaraventa sulla scena, al centro del palcoscenico col duplice ruolo di inserviente ed acuto investigatore. Il primo col compito di ordinare, giustapporre, sistemare, l’altro di riallacciare tutti quei sottili fili che costruiscono quell’unica ed irreplicabile trama del proprio irripetibile racconto. Ed il racconto prosegue dissolvendosi in una miriade di orizzonti, tanti quante sono le scansioni compositive allestite dall’artista nel dipanare il proprio racconto.
Ogni fruitore-protagonista dunque, fatalmente trova, tra i tanti possibili, quel personale unico ed irripetibile racconto disvelatosi attraverso quell’unica traccia narrata, talora in fiaba e talora in poesia.
È questo il magico dispositivo che rivela la narrazione attorno al quale il nostro immaginario intimistico ed emozionale costruisce il proprio allestimento. È la magia dell’arte contemporanea.
09
gennaio 2011
Giuseppe De Sario – Racconto
Dal 09 gennaio al 06 marzo 2011
arte contemporanea
Location
ALIGHIERI EVENTI
Terlizzi, Corso Dante Alighieri, 15, (Bari)
Terlizzi, Corso Dante Alighieri, 15, (Bari)
Orario di apertura
Visite su prenotazione
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