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Giuseppe Desiato – Il teatro dell’effimero
PIù di 30 scatti dal ’60 al ‘78 che ritraggono il teatro dell’effimero, un surreale inno alla vita del visionario artista partenopeo, performances dissacranti in cui riti e superstizioni si mischiano a storie umane e sociali.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
In occasione di Fotografia, Festival Internazionale di Roma, la Galleria Delloro presenterà una retrospettiva sull’ esperienza di fotografia e di vita del visionario artista partenopeo Giuseppe Desiato.
La mostra curata da Angela Madesani, ripercorre L’attività di fotografo e di performer dell’ artista attraverso oltre 30 lavori fotografici eseguiti tra il 1960 e il 1978 tra Napoli, Sorrento, Milano e Basilea, per lo più provenienti dall’Archivio Francesco Conz.
Le immagini proposte documentano le numerose performance allestite spesso in maniera assolutamente estemporanea nei bassi o nei vicoli di Napoli, coinvolgendo i passanti e rendendoli protagonisti e attori dei suoi improbabili e visionari happenings.
Desiato inscena così il teatro dell’effimero, un incosciente e surreale inno alla vita che ha come protagonista donne e bambini della strada, performances dissacranti in cui riti e superstizioni si mischiano a storie umane e sociali lasciando trasparire l’indissolubile legame con il vissuto antropologico di Napoli.
L’attività di fotografo-performer di Giuseppe Desiato è tutta giocata sull’esperienza reale del vivere, di quella gioia effimera che diviene antidoto all’atomizzante società dei media, mistificatrice di quel primigenio istinto alla vita che l’artista ritrova nella sua esperienza di storie umane.
Nelle sue opere la componente umana e collettiva si sostituisce all’individualità dell’artista e la performance arriva così ad assumere un valore corale.
In occasione della mostra verrà presentato un catalogo monografico sull’ esperienza e sperimentazione fotografica di Giuseppe Desiato, con un intervista curata da Antonello Rubini e altro materiale inedito.
Giuseppe Desiato nasce a Napoli nel 1935.
Non lascerà la città partenopea se non per brevi periodi, rimanendole sempre legato.
Negli anni 60 collabora con la rivista Linea Sud, e aderisce al gruppo di Continuum.
Sin dagli esordi si distingue per un attività prevalentemente performativa e per una ricerca artistica lontana dall’accademismo e dal glamour ma vicina alle problematiche sociali proprie del territorio antropologico napoletano. Nascono le carte stracce e i monumenti effimeri come assemblaggi improvvisati di oggetti d’uso comune spesso volontariamente distrutti a dimostrare la vacuità degli stessi.
Dagli anni ’70 Giuseppe Desiato collabora con i maggiori artisti dell’azionismo viennese come Hermann Nitsch ed Otto Muehl, tra le performance di maggior rilievo va annoverata quella di Basilea nel 1975 dove l’artista coinvolge l’artista Fluxus Charlotte Moormann.
Nonostante il suo fermo rifiuto nei confronti del mercato dell’arte e delle sue dinamiche, sin dagli anni 70 numerosi galleristi e critici si sono occupati di lui, a cominciare da Lea Vergine che lo inserisce nel volume antesignano della BodyArt “il corpo come linguaggio”.
Scriveranno su di Lui Crispolti, Gillo Dorlfes, Pierre Restany, Emilio Villa.
Nel 1984 lo Studio Morra gli dedica a Napoli una mostra personale, in questo periodo nasce la collaborazione con l’archivio Conz e con Rosanna Chiessi, figure di rilievo per il movimento Fluxus in Italia, che cureranno anche alcune sue edizioni fotografiche.
Nel 2008, in occasione della biennale internazionale d’arte Manifesta 7 viene dedicata a Giuseppe Desiato una grande retrospettiva accompagnata da un ampio volume antologico.
La mostra curata da Angela Madesani, ripercorre L’attività di fotografo e di performer dell’ artista attraverso oltre 30 lavori fotografici eseguiti tra il 1960 e il 1978 tra Napoli, Sorrento, Milano e Basilea, per lo più provenienti dall’Archivio Francesco Conz.
Le immagini proposte documentano le numerose performance allestite spesso in maniera assolutamente estemporanea nei bassi o nei vicoli di Napoli, coinvolgendo i passanti e rendendoli protagonisti e attori dei suoi improbabili e visionari happenings.
Desiato inscena così il teatro dell’effimero, un incosciente e surreale inno alla vita che ha come protagonista donne e bambini della strada, performances dissacranti in cui riti e superstizioni si mischiano a storie umane e sociali lasciando trasparire l’indissolubile legame con il vissuto antropologico di Napoli.
L’attività di fotografo-performer di Giuseppe Desiato è tutta giocata sull’esperienza reale del vivere, di quella gioia effimera che diviene antidoto all’atomizzante società dei media, mistificatrice di quel primigenio istinto alla vita che l’artista ritrova nella sua esperienza di storie umane.
Nelle sue opere la componente umana e collettiva si sostituisce all’individualità dell’artista e la performance arriva così ad assumere un valore corale.
In occasione della mostra verrà presentato un catalogo monografico sull’ esperienza e sperimentazione fotografica di Giuseppe Desiato, con un intervista curata da Antonello Rubini e altro materiale inedito.
Giuseppe Desiato nasce a Napoli nel 1935.
Non lascerà la città partenopea se non per brevi periodi, rimanendole sempre legato.
Negli anni 60 collabora con la rivista Linea Sud, e aderisce al gruppo di Continuum.
Sin dagli esordi si distingue per un attività prevalentemente performativa e per una ricerca artistica lontana dall’accademismo e dal glamour ma vicina alle problematiche sociali proprie del territorio antropologico napoletano. Nascono le carte stracce e i monumenti effimeri come assemblaggi improvvisati di oggetti d’uso comune spesso volontariamente distrutti a dimostrare la vacuità degli stessi.
Dagli anni ’70 Giuseppe Desiato collabora con i maggiori artisti dell’azionismo viennese come Hermann Nitsch ed Otto Muehl, tra le performance di maggior rilievo va annoverata quella di Basilea nel 1975 dove l’artista coinvolge l’artista Fluxus Charlotte Moormann.
Nonostante il suo fermo rifiuto nei confronti del mercato dell’arte e delle sue dinamiche, sin dagli anni 70 numerosi galleristi e critici si sono occupati di lui, a cominciare da Lea Vergine che lo inserisce nel volume antesignano della BodyArt “il corpo come linguaggio”.
Scriveranno su di Lui Crispolti, Gillo Dorlfes, Pierre Restany, Emilio Villa.
Nel 1984 lo Studio Morra gli dedica a Napoli una mostra personale, in questo periodo nasce la collaborazione con l’archivio Conz e con Rosanna Chiessi, figure di rilievo per il movimento Fluxus in Italia, che cureranno anche alcune sue edizioni fotografiche.
Nel 2008, in occasione della biennale internazionale d’arte Manifesta 7 viene dedicata a Giuseppe Desiato una grande retrospettiva accompagnata da un ampio volume antologico.
17
aprile 2009
Giuseppe Desiato – Il teatro dell’effimero
Dal 17 aprile al 15 giugno 2009
fotografia
arte moderna e contemporanea
arte moderna e contemporanea
Location
GALLERIA DELLORO
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Roma, Via Del Consolato, 10, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a sabato 16.30-19.30
Vernissage
17 Aprile 2009, ore 19.00
Autore
Curatore