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Giuseppe Di Mattia – Dress code
Celeste è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra dell’artista Giuseppe De Mattia (Bari, 1980). Il lavoro di De Mattia, intitolato Dress code, consiste in un intervento performativo che si terrà in occasione dell’opening, presso la lavanderia a gettoni del quartiere Gammarana, a Teramo.
Comunicato stampa
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Celeste è lieta di annunciare l’inaugurazione della mostra dedicata all’artista Giuseppe De Mattia (Bari, 1980), la terza del ciclo LAVA PIU. Il lavoro di De Mattia, intitolato Dress code, consiste in un intervento performativo che si terrà in occasione dell’opening, il 7 aprile alle 18.30 presso la lavanderia a gettoni del quartiere Gammarana, a Teramo.
Recuperando alcuni dei temi e delle modalità tipiche della sua ricerca, De Mattia attiverà la lavanderia automatica producendo delle opere che verranno messe in vendita. Il giorno precedente l’inaugurazione, l’artista si farà accompagnare dallə curatorə al mercato settimanale del paese limitrofo, per acquistare dei capi usati da impiegare nella performance. Durante la serata inaugurale, De Mattia laverà i vestiti nella lavanderia a gettoni e, subito dopo, li stirerà, li assemblerà in diversi outfit e li riporrà in una busta. Ogni abito confezionato - come già accaduto per un precedente lavoro intitolato Ladri di piastrelle (2022) - verrà messo in vendita a un prezzo economico, per ribadire il carattere anti-elitario della sua arte.
Tutti i vestiti impacchettati da De Mattia sono personaggi, costumi, ritratti, quadri. Ogni multiplo prodotto non rientra propriamente nella categoria estetica del ready-made, poiché prevede un intervento di accurata rigenerazione dell’oggetto. Inoltre, l’operazione dell’artista non implica una defunzionalizzazione del prodotto di consumo, non ne decreta l’irreversibile ingresso nella sfera dell’arte come oggetto sollevato dalla propria funzione, perché nessuno vieta ai collezionisti di indossare gli abiti una volta acquistati. Le opere che nascono dalla performance al mercato prima e nella lavanderia poi, sono found objects processati, in cui il discrimine tra opera d’arte e bene di consumo manifesta tutta la sua fragilità e inconsistenza. L’apparentamento tra opera d’arte e merce è qui ancora più evidente. Esso si argomenta non a causa del loro valore d’uso (per il fatto cioè di rimanere utilizzabili), ma piuttosto per il loro valore simbolico, di relazione con il pubblico. L’opera, proprio come qualsiasi merce, ha valore in quanto inserita in un sistema di relazioni e di scambio.
Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) è un artista che utilizza diversi strumenti per indagare sul rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità. Comincia con la fotografia per poi spostarsi al video e all’audio fino ad arrivare al disegno nelle ultime opere. Per i suoi lavori, che prendono sempre forme installative diverse, utilizza supporti e strumenti (spesso auto-costruiti) che possano compiere narrazioni. Da attento osservatore del panorama artistico contemporaneo, il lavoro di De Mattia tocca spesso temi strutturali legati all’economia di beni di consumo di base e arte contemporanea e più in generale alla relazione con il mestiere dell’artista, articolati attraverso un dialogo tra ironia, satira e struggente critica. Lavora da solo o in collettivi come Coclite/De Mattia e Casa a Mare (con Luca Coclite e Claudio Musso). Collabora con Home Movies - Archivio Nazionale del film di Famiglia e ha collaborato con la Cineteca di Bologna. È rappresentato dalla galleria Matèria di Roma, da Labs Contemporary Art di Bologna e OPR Gallery di Milano. Pubblica con Corraini Edizioni, Danilo Montanari Editore e Skinnerboox. Dal 2015 ha avviato un progetto editoriale di auto-pubblicazione con il nome di L.T - Libri Tasso e nel 2020 ha fondato Marktstudio, un contenitore di progetti artistici all’interno di una bottega di cornici a Bologna. Giuseppe De Mattia attualmente vive e lavora tra Bologna e Noha (Le).
Celeste è un progetto curatoriale post-pandemico avviato nel 2021 dallə artistə Alessandro Di Massimo e Claudia Petraroli. Celeste nasce dal desiderio di portare i linguaggi dell’arte contemporanea in luoghi periferici, precari, lontani dai grandi centri. Fin dagli esordi, Celeste si orienta per modalità sostenibili di esposizione, utilizzando un format riproducibile e impegnandosi a sostenere i costi di produzione, per non gravare sullə artistə.
LAVAPIU | Programma espositivo
Dress code di Giuseppe De Mattia è la terza mostra del programma 2022/2023 a cura di Celeste, ospitato per il secondo anno consecutivo dalla lavanderia a gettoni LAVAPIU - a Teramo - che dà il nome al format espositivo. Quest’anno, la programmazione di LAVAPIU sente l’urgenza di costruire, attraverso gli interventi dellə artistə invitatə, una visione critica che solleciti il presente, ne rinnovi gli scarti, mettendo in scena azioni non previste, connessioni, piccoli scambi. Il titolo della programmazione è tratto dall’omonimo libro dello scrittore e filosofo Franco Bifo Berardi, Il terzo inconscio. Condividendo con l’autore un punto di osservazione aperto “nell’orizzonte dell'estinzione che si spalanca”, Il terzo inconscio raccoglie pratiche estetiche accomunate dal desiderio di attivare nuovi spazi di immaginazione in risposta al collasso di cui siamo testimoni. Il nuovo inconscio evocato è "un laboratorio di sintonizzazione con il ritmo del caos”, in cui si immaginano percorsi non ancora battuti, si riconfigurano le narrazioni, si prepara una cura, si pianifica una liberazione.
Dopo Giuseppe De Mattia, il programma de Il terzo inconscio si conclude con la mostra di Keith Farquhar (luglio/settembre).
Recuperando alcuni dei temi e delle modalità tipiche della sua ricerca, De Mattia attiverà la lavanderia automatica producendo delle opere che verranno messe in vendita. Il giorno precedente l’inaugurazione, l’artista si farà accompagnare dallə curatorə al mercato settimanale del paese limitrofo, per acquistare dei capi usati da impiegare nella performance. Durante la serata inaugurale, De Mattia laverà i vestiti nella lavanderia a gettoni e, subito dopo, li stirerà, li assemblerà in diversi outfit e li riporrà in una busta. Ogni abito confezionato - come già accaduto per un precedente lavoro intitolato Ladri di piastrelle (2022) - verrà messo in vendita a un prezzo economico, per ribadire il carattere anti-elitario della sua arte.
Tutti i vestiti impacchettati da De Mattia sono personaggi, costumi, ritratti, quadri. Ogni multiplo prodotto non rientra propriamente nella categoria estetica del ready-made, poiché prevede un intervento di accurata rigenerazione dell’oggetto. Inoltre, l’operazione dell’artista non implica una defunzionalizzazione del prodotto di consumo, non ne decreta l’irreversibile ingresso nella sfera dell’arte come oggetto sollevato dalla propria funzione, perché nessuno vieta ai collezionisti di indossare gli abiti una volta acquistati. Le opere che nascono dalla performance al mercato prima e nella lavanderia poi, sono found objects processati, in cui il discrimine tra opera d’arte e bene di consumo manifesta tutta la sua fragilità e inconsistenza. L’apparentamento tra opera d’arte e merce è qui ancora più evidente. Esso si argomenta non a causa del loro valore d’uso (per il fatto cioè di rimanere utilizzabili), ma piuttosto per il loro valore simbolico, di relazione con il pubblico. L’opera, proprio come qualsiasi merce, ha valore in quanto inserita in un sistema di relazioni e di scambio.
Giuseppe De Mattia (Bari, 1980) è un artista che utilizza diversi strumenti per indagare sul rapporto tra memoria, archivio e contemporaneità. Comincia con la fotografia per poi spostarsi al video e all’audio fino ad arrivare al disegno nelle ultime opere. Per i suoi lavori, che prendono sempre forme installative diverse, utilizza supporti e strumenti (spesso auto-costruiti) che possano compiere narrazioni. Da attento osservatore del panorama artistico contemporaneo, il lavoro di De Mattia tocca spesso temi strutturali legati all’economia di beni di consumo di base e arte contemporanea e più in generale alla relazione con il mestiere dell’artista, articolati attraverso un dialogo tra ironia, satira e struggente critica. Lavora da solo o in collettivi come Coclite/De Mattia e Casa a Mare (con Luca Coclite e Claudio Musso). Collabora con Home Movies - Archivio Nazionale del film di Famiglia e ha collaborato con la Cineteca di Bologna. È rappresentato dalla galleria Matèria di Roma, da Labs Contemporary Art di Bologna e OPR Gallery di Milano. Pubblica con Corraini Edizioni, Danilo Montanari Editore e Skinnerboox. Dal 2015 ha avviato un progetto editoriale di auto-pubblicazione con il nome di L.T - Libri Tasso e nel 2020 ha fondato Marktstudio, un contenitore di progetti artistici all’interno di una bottega di cornici a Bologna. Giuseppe De Mattia attualmente vive e lavora tra Bologna e Noha (Le).
Celeste è un progetto curatoriale post-pandemico avviato nel 2021 dallə artistə Alessandro Di Massimo e Claudia Petraroli. Celeste nasce dal desiderio di portare i linguaggi dell’arte contemporanea in luoghi periferici, precari, lontani dai grandi centri. Fin dagli esordi, Celeste si orienta per modalità sostenibili di esposizione, utilizzando un format riproducibile e impegnandosi a sostenere i costi di produzione, per non gravare sullə artistə.
LAVAPIU | Programma espositivo
Dress code di Giuseppe De Mattia è la terza mostra del programma 2022/2023 a cura di Celeste, ospitato per il secondo anno consecutivo dalla lavanderia a gettoni LAVAPIU - a Teramo - che dà il nome al format espositivo. Quest’anno, la programmazione di LAVAPIU sente l’urgenza di costruire, attraverso gli interventi dellə artistə invitatə, una visione critica che solleciti il presente, ne rinnovi gli scarti, mettendo in scena azioni non previste, connessioni, piccoli scambi. Il titolo della programmazione è tratto dall’omonimo libro dello scrittore e filosofo Franco Bifo Berardi, Il terzo inconscio. Condividendo con l’autore un punto di osservazione aperto “nell’orizzonte dell'estinzione che si spalanca”, Il terzo inconscio raccoglie pratiche estetiche accomunate dal desiderio di attivare nuovi spazi di immaginazione in risposta al collasso di cui siamo testimoni. Il nuovo inconscio evocato è "un laboratorio di sintonizzazione con il ritmo del caos”, in cui si immaginano percorsi non ancora battuti, si riconfigurano le narrazioni, si prepara una cura, si pianifica una liberazione.
Dopo Giuseppe De Mattia, il programma de Il terzo inconscio si conclude con la mostra di Keith Farquhar (luglio/settembre).
07
aprile 2023
Giuseppe Di Mattia – Dress code
Dal 07 aprile al 14 giugno 2023
arti performative
Location
LAVAPIU
Teramo, Via Nicola Castagna, (TE)
Teramo, Via Nicola Castagna, (TE)
Orario di apertura
Tutti i giorni 24/7
Vernissage
7 Aprile 2023, 18.30
Sito web
Autore
Curatore
Autore testo critico