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Giuseppe Ducrot scultore
Una straordinaria galleria di sculture, dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica, dalle straordinarie invenzioni in terracotta invetriata alle scenografiche forme neobarocche, che si snoda in un percorso di inattese contaminazioni tematiche e materiche.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il prossimo 19 febbraio si inaugura negli spazi espositivi di MACRO Testaccio la grande
mostra di Giuseppe Ducrot, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e
Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Achille Bonito Oliva.
Una straordinaria galleria di sculture, dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica, dalle
straordinarie invenzioni in terracotta invetriata alle scenografiche forme neobarocche, che si snoda
in un percorso di inattese contaminazioni tematiche e materiche.
La mostra, aperta al pubblico dal 20 febbraio al 10 maggio 2015, riflette la libertà compositiva
di Giuseppe Ducrot, derivata da una combinazione e contaminazione di stili e di riferimenti
all’antico, riletti con una sensibilità moderna, un binomio scaturito da una riflessione concettuale
approfondita su di una estetica dello scolpire, condotta in solitaria autonomia. Una tenace
manualità che rappresenta l’anello di congiunzione fra antico e contemporaneo, raggiunta con una
raffinatissima tecnica della lavorazione dei materiali.
Alla dissoluzione della scultura, condannata come “lingua morta” già da Arturo Martini, Ducrot
contrappone una centralità di un tempo etico proprio dell’artista, nel quale convivono ideazione,
gestazione e realizzazione del manufatto, lontano sideralmente dalla smaterializzazione dell’arte
contemporanea, dal primato dell’idea sulla materia. Scrive, al riguardo, Bonito Oliva: “E' così
che nella materia stessa della sua opera, che sia marmo o oro, terracotta o bronzo risuona
l'interrogante elaborarsi della forma. Un corpo a corpo sensibile, ma non emotivo, perché ordito da
un vigile sistema combinatorio, virtù del compimento e passione del dettaglio.”
Il suo instancabile procedere sulle traiettorie parallele della citazione e dell’invenzione, della
costruzione e della dissoluzione della forma, viene presentato negli spazi di MACRO Testaccio,
in un percorso espositivo articolato in quattro sezioni - Genius loci, Committenza, Materia,
Vanitas - dedicate al processo creativo dello scultore romano.
Il genius loci si concretizza nel rapporto indissolubile che Ducrot ha maturato negli anni con
la Città Eterna, la committenza pubblica ha rivestito un ruolo fondamentale nella produzione
artistica dello scultore. Le opere realizzate per S. Maria degli Angeli, la Basilica di San Pietro, la
cattedrale di Noto, tutte documentate nei vari modelli e bozzetti presentati in mostra, testimoniano
un legame indissolubile con l’arte sacra, in un continuo reinventare forme e canoni scultorei che,
pur guardando al classico, si contraddistinguono per una modernissima autonomia compositiva.
Mentre la materia costituisce una solidissima cartina di tornasole dell’abilità dimostrata negli
anni da Ducrot di lavorare sulle gerarchie dei volumi, sui rapporti di pieno e di vuoto, sui raccordi
e le soluzioni formali tra massa e superficie. Scolpisce il marmo, modella l’argilla e la ceramica
invetriata, mentre con la tecnica della fusione a cera persa esegue nel corso degli anni bronzi di
straordinaria fattura.
Infine, il tema della vanitas, posta al centro della riflessione condotta da Ducrot sulla caducità
della materia e sulla finitudine dell’esistenza, viene incarnata dalla serie di teschi, presentati in
mostra, che rimandano al continuo rifarsi di Ducrot alla grande arte barocca del passato, ridando
vita ad una riflessione sul senso del limite, arricchita dalle inquietudini dell’uomo contemporaneo.
Il catalogo, edito da Quodlibet e curato da Achille Bonito Oliva e Benedetta Carpi de
Resmini, contiene, oltre al saggio di Achille Bonito Oliva, testi di Sandro Barbagallo,
Michele Brescia, Patrizia Cavalli e Niccolò Ammaniti e un ricco dossier di immagini
contenente le opere esposte, corredato da una esaustiva bio-bibliografia dell’artista.
In mostra sarà proiettato un corto documentario di Chiara Nano (durata: 26'05”), dal
titolo "L'Ultima Nicchia”, dedicato alle fasi di lavorazione del S. Annibale Maria di Francia, statua
monumentale in marmo di Carrara collocata in una nicchia esterna della Basilica di San Pietro in
Vaticano, la cui lavorazione ha richiesto 4 anni, tra Roma e Pietrasanta.
mostra di Giuseppe Ducrot, promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura e
Turismo - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e curata da Achille Bonito Oliva.
Una straordinaria galleria di sculture, dai grandi modelli in resina ai bozzetti in ceramica, dalle
straordinarie invenzioni in terracotta invetriata alle scenografiche forme neobarocche, che si snoda
in un percorso di inattese contaminazioni tematiche e materiche.
La mostra, aperta al pubblico dal 20 febbraio al 10 maggio 2015, riflette la libertà compositiva
di Giuseppe Ducrot, derivata da una combinazione e contaminazione di stili e di riferimenti
all’antico, riletti con una sensibilità moderna, un binomio scaturito da una riflessione concettuale
approfondita su di una estetica dello scolpire, condotta in solitaria autonomia. Una tenace
manualità che rappresenta l’anello di congiunzione fra antico e contemporaneo, raggiunta con una
raffinatissima tecnica della lavorazione dei materiali.
Alla dissoluzione della scultura, condannata come “lingua morta” già da Arturo Martini, Ducrot
contrappone una centralità di un tempo etico proprio dell’artista, nel quale convivono ideazione,
gestazione e realizzazione del manufatto, lontano sideralmente dalla smaterializzazione dell’arte
contemporanea, dal primato dell’idea sulla materia. Scrive, al riguardo, Bonito Oliva: “E' così
che nella materia stessa della sua opera, che sia marmo o oro, terracotta o bronzo risuona
l'interrogante elaborarsi della forma. Un corpo a corpo sensibile, ma non emotivo, perché ordito da
un vigile sistema combinatorio, virtù del compimento e passione del dettaglio.”
Il suo instancabile procedere sulle traiettorie parallele della citazione e dell’invenzione, della
costruzione e della dissoluzione della forma, viene presentato negli spazi di MACRO Testaccio,
in un percorso espositivo articolato in quattro sezioni - Genius loci, Committenza, Materia,
Vanitas - dedicate al processo creativo dello scultore romano.
Il genius loci si concretizza nel rapporto indissolubile che Ducrot ha maturato negli anni con
la Città Eterna, la committenza pubblica ha rivestito un ruolo fondamentale nella produzione
artistica dello scultore. Le opere realizzate per S. Maria degli Angeli, la Basilica di San Pietro, la
cattedrale di Noto, tutte documentate nei vari modelli e bozzetti presentati in mostra, testimoniano
un legame indissolubile con l’arte sacra, in un continuo reinventare forme e canoni scultorei che,
pur guardando al classico, si contraddistinguono per una modernissima autonomia compositiva.
Mentre la materia costituisce una solidissima cartina di tornasole dell’abilità dimostrata negli
anni da Ducrot di lavorare sulle gerarchie dei volumi, sui rapporti di pieno e di vuoto, sui raccordi
e le soluzioni formali tra massa e superficie. Scolpisce il marmo, modella l’argilla e la ceramica
invetriata, mentre con la tecnica della fusione a cera persa esegue nel corso degli anni bronzi di
straordinaria fattura.
Infine, il tema della vanitas, posta al centro della riflessione condotta da Ducrot sulla caducità
della materia e sulla finitudine dell’esistenza, viene incarnata dalla serie di teschi, presentati in
mostra, che rimandano al continuo rifarsi di Ducrot alla grande arte barocca del passato, ridando
vita ad una riflessione sul senso del limite, arricchita dalle inquietudini dell’uomo contemporaneo.
Il catalogo, edito da Quodlibet e curato da Achille Bonito Oliva e Benedetta Carpi de
Resmini, contiene, oltre al saggio di Achille Bonito Oliva, testi di Sandro Barbagallo,
Michele Brescia, Patrizia Cavalli e Niccolò Ammaniti e un ricco dossier di immagini
contenente le opere esposte, corredato da una esaustiva bio-bibliografia dell’artista.
In mostra sarà proiettato un corto documentario di Chiara Nano (durata: 26'05”), dal
titolo "L'Ultima Nicchia”, dedicato alle fasi di lavorazione del S. Annibale Maria di Francia, statua
monumentale in marmo di Carrara collocata in una nicchia esterna della Basilica di San Pietro in
Vaticano, la cui lavorazione ha richiesto 4 anni, tra Roma e Pietrasanta.
19
febbraio 2015
Giuseppe Ducrot scultore
Dal 19 febbraio al 10 maggio 2015
arte contemporanea
Location
MACRO TESTACCIO
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, (Roma)
Roma, Piazza Orazio Giustiniani, (Roma)
Biglietti
Tariffa intera: non residenti 8,50 €, residenti 7,50 €.
Tariffa ridotta: non residenti 7,50 €, residenti 6,50 €.
Orario di apertura
da martedì a domenica, ore 16.00-22.00 (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Vernissage
19 Febbraio 2015, ore 18.00
Ufficio stampa
ZETEMA
Autore
Curatore