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Giuseppe Falcone
Mostra pittorica di Giuseppe Falcone
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Giuseppe Falcone, giovane fiorentino, pittore per passione da diversi anni, presenta oggi la sua prima esposizione, con una domanda, che è insieme dubbio interiore e provocazione: “cosa mancai ai miei quadri?”. Ha infatti voluto questa mostra anche per avere un confronto diretto con il pubblico, per dare ai suoi quadri quella “parte” di significato che manca al momento della creazione artistica e che appunto viene dall’interpretazione dei fruitori.
In fondo anche questo è un modo per scoprire una parte di sé che emerge inconsciamente nella pittura, ma che rimane misteriosa per lo stesso pittore.
È un processo che si potrebbe definire di “estroversione”, in cui il vissuto interiore dell’artista viene “agìto” all’esterno, si fa opera, per incontrare altri vissuti, che possano dargli nuovo significato.
Dei suoi quadri dice: I "quadrati" qualche anno fa erano tutti occhi, sempre perplessi, molto dubbiosi e un po' spaesati, sono contento che a chi non ha visto i quadri vecchi (e vede questi per la prima volta), il riferimento non arrivi perché all'inizio non riuscivo a staccarmi dal figurativo molto schematico, stilizzato ma pur sempre figurativo. In questi anni è stata un po' una lotta, visto che comunque l'esigenza era sempre la stessa, cioè quella di agire su un supporto: attaccarlo, sporcarlo, sporcarmi le mani, i vestiti, una lotta dato che comunque, non so perché, dipingere senza rappresentare qualche cosa di riconoscibile mi faceva sentire un po' in colpa. Mi rendo conto che è una cosa assurda e senza senso ma è così, sicuramente è per il fatto di essere autodidatta e quindi non essendo né colto né intellettuale non mi sentivo in grado di realizzare qualche cosa che potesse eliminare il “soggetto” e tenesse solo il “concetto”, ma l'equivoco era proprio questo, infatti non c'è nessun concetto da esprimere ma solo azione... con un vago ricordo di questi occhi stupiti, increduli e spaesati di fronte a un mondo che si muove su tutt'altri binari e in tutt'altra direzione.
La tecnica usata, vernice industriale su legno, è anch’essa reintepretata in maniera del tutto personale: un solo pennello, tanti colori: non ho tavolozze, immergo il pennello direttamente nei barattoli di vernice e uso lo stesso pennello per più opere, senza pulirlo mai - se non sull’opera stessa! – fino a che non si consuma.
Spesso dipingo “a strati”: se un quadro non mi piace, lo ricopro con del colore; a volte scompare del tutto, altre volte lascia una traccia sulla nuova opera, acquistando un’altra vita.
La mostra sarà esposta anche dal 5 al 15 maggio 2011 presso “Ombre e cicheti”, via Lago del Terrione, 18 – Roma. L’aperitivo inaugurale di giovedì 5 maggio, h 19.00 verrà offerto dal ristorante.
Altre info sull’artista sul sito www.prog22tv.com
In fondo anche questo è un modo per scoprire una parte di sé che emerge inconsciamente nella pittura, ma che rimane misteriosa per lo stesso pittore.
È un processo che si potrebbe definire di “estroversione”, in cui il vissuto interiore dell’artista viene “agìto” all’esterno, si fa opera, per incontrare altri vissuti, che possano dargli nuovo significato.
Dei suoi quadri dice: I "quadrati" qualche anno fa erano tutti occhi, sempre perplessi, molto dubbiosi e un po' spaesati, sono contento che a chi non ha visto i quadri vecchi (e vede questi per la prima volta), il riferimento non arrivi perché all'inizio non riuscivo a staccarmi dal figurativo molto schematico, stilizzato ma pur sempre figurativo. In questi anni è stata un po' una lotta, visto che comunque l'esigenza era sempre la stessa, cioè quella di agire su un supporto: attaccarlo, sporcarlo, sporcarmi le mani, i vestiti, una lotta dato che comunque, non so perché, dipingere senza rappresentare qualche cosa di riconoscibile mi faceva sentire un po' in colpa. Mi rendo conto che è una cosa assurda e senza senso ma è così, sicuramente è per il fatto di essere autodidatta e quindi non essendo né colto né intellettuale non mi sentivo in grado di realizzare qualche cosa che potesse eliminare il “soggetto” e tenesse solo il “concetto”, ma l'equivoco era proprio questo, infatti non c'è nessun concetto da esprimere ma solo azione... con un vago ricordo di questi occhi stupiti, increduli e spaesati di fronte a un mondo che si muove su tutt'altri binari e in tutt'altra direzione.
La tecnica usata, vernice industriale su legno, è anch’essa reintepretata in maniera del tutto personale: un solo pennello, tanti colori: non ho tavolozze, immergo il pennello direttamente nei barattoli di vernice e uso lo stesso pennello per più opere, senza pulirlo mai - se non sull’opera stessa! – fino a che non si consuma.
Spesso dipingo “a strati”: se un quadro non mi piace, lo ricopro con del colore; a volte scompare del tutto, altre volte lascia una traccia sulla nuova opera, acquistando un’altra vita.
La mostra sarà esposta anche dal 5 al 15 maggio 2011 presso “Ombre e cicheti”, via Lago del Terrione, 18 – Roma. L’aperitivo inaugurale di giovedì 5 maggio, h 19.00 verrà offerto dal ristorante.
Altre info sull’artista sul sito www.prog22tv.com
24
marzo 2011
Giuseppe Falcone
Dal 24 al 27 marzo 2011
arte contemporanea
Location
TIRABOUCHON
Roma, Via Degli Aurunci, 26/28, (Roma)
Roma, Via Degli Aurunci, 26/28, (Roma)
Biglietti
Ingresso € 5,00 con consumazione e tesseramento associativo gratuito
Vernissage
24 Marzo 2011, ore 19.30
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