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Giuseppe Ferri – Esercizi di un costruttore
Pietre, ferro, legno, ceramica, accostati per diversa consistenza, tutti con la loro “individualità” fatta di trama, colore, struttura, diversa sensibilità al tatto; materiali che nello stare vicini, nel gioco dei contrasti, si caricano di energia, si rafforzano e si valorizzano.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
> I colori naturali del legno, del ferro, dei mattoni, colori pronti che si
> modificano solo col variare della luce e col passare del tempo; oggetti
> utilizzati nella loro vincolante semanticità, nella pura, geometrica forma
> industriale.
> E poi gli spessori, i volumi: masse senza forma, insignificanti, che una
> volta
> assemblate diventano altra cosa, suscitano curiosità e stupore, si
> caricano di
> valori estetici.
> Così troviamo il lucido vicino all'opaco, il ruvido accanto al levigato,
> oppure un colore brillante che si staglia su un fondo tenue.
> Legni trafitti dall'acciaio, nicchie con mattonelle di ceramica, ferri
> piegati,
> saldati, dritti, ricurvi, intrecciati.
> Segni disegnati nello spazio.
> Composizioni tridimensionali di elementi che si armonizzano o si
> respingono,
> con
> gradevolezza o con stridore non importa.
> Oggetti dalla forma indefinita, indipendenti dall'usabilità, svincolati
> dalla
> funzione; liberi accostamenti che rispondono solo ad una logica
> compositiva.
> Puri accostamenti di materiali, di forme, di colori; composizioni da
> poggiare o
> appendere, dotate di un leggero o di un poderoso sostegno; oggetti che
> dialogano con la struttura che li sorregge in un tutt'uno di parti che
> nascono
> assieme.
> Andamenti lineari, ritmi ora interrotti ora ripetuti, quasi senza logica,
> quasi
> senza regole e che, tuttavia, trasmettono di un impegno allo stesso tempo
> intellettuale e manuale; composizioni astratte ottenute con materiali
> naturali
> e artificiali, tutti bellissimi:
> -il ferro, un prodotto tecnologico primitivo, toccato solo dal colore
> rosso
> polveroso della ruggine, potente ma plasmabile;
> -il legno, in particolare quello "vissuto", che manifesta al meglio il suo
> colore caldo e la sua tattilità coinvolgente quando lo si fa riemergere
> dalla
> scorza tormentata che il tempo e le intemperie gli hanno formato addosso;
> -a ceramica, raffinata e brillante, frutto di millenaria esperienza, ma
> anche
> di
> un'elevata tecnologia, risultato sorprendente della rielaborazione dei
> materiali più umili.
> -infine l'autore: nessuna velleità artistica, nessun obiettivo recondito.
> Ed il suo lavoro?
> Un esercizio ma anche un gioco. (Massimo Marra)
>
> Note autobiografiche.
> Mi sono laureato in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1960 e lavoro
> a
> Rimini come libero professionista dal 1962. Mi occupo da oltre trent'anni
> di
> architettura e urbanistica.
> I materiali che ho messo assieme in questa mostra sono quelli in cui mi
> imbatto
> nei lavori che faccio ogni giorno, specie negli studi di dettaglio: legno,
> ferro, ceramica, pietra. Queste composizioni quindi derivano da progetti,
> però
> diversi da quelli usuali perché privi di una logica razionalmente
> finalizzata:
> non devo costruire uno spazio vivibile e neppure fare un conto di metri
> quadri
> perché qualcuno possa camminarci dentro. Quando opero nell'ambito di un
> progetto più ampio questi studi sono una forma di decorazione applicata ad
> una
> struttura funzionale da realizzare.
> Quando sono autonomi, come in questa sede, possono considerarsi esercizi
> per
> una possibile applicazione o un passatempo interessante. Nessun
> significato
> nascosto quindi, ma solo un esercizio e anche un gioco. L'accostamento di
> queste composizioni e i loro studi a progetti veri e propri di strutture
> da
> realizzare, come la croce e il capitello della chiesa di S. Martino,
> mostra
> appunto che il percorso ideativo e progettuale è il medesimo e che
> entrambe le
> tipologie di disegno assumono la stessa valenza grafica.
> E' possibile anche un percorso inverso: dalla fotografia a colori di
> un'opera
> realizzata, si può risalire con elaborazioni digitali, e quindi senza
> alcuna
> operazione concettuale, a forme grafiche che nulla sembrano avere a che
> fare
> con l'oggetto realizzato. (Giuseppe Ferri)
>
>
>
> modificano solo col variare della luce e col passare del tempo; oggetti
> utilizzati nella loro vincolante semanticità, nella pura, geometrica forma
> industriale.
> E poi gli spessori, i volumi: masse senza forma, insignificanti, che una
> volta
> assemblate diventano altra cosa, suscitano curiosità e stupore, si
> caricano di
> valori estetici.
> Così troviamo il lucido vicino all'opaco, il ruvido accanto al levigato,
> oppure un colore brillante che si staglia su un fondo tenue.
> Legni trafitti dall'acciaio, nicchie con mattonelle di ceramica, ferri
> piegati,
> saldati, dritti, ricurvi, intrecciati.
> Segni disegnati nello spazio.
> Composizioni tridimensionali di elementi che si armonizzano o si
> respingono,
> con
> gradevolezza o con stridore non importa.
> Oggetti dalla forma indefinita, indipendenti dall'usabilità, svincolati
> dalla
> funzione; liberi accostamenti che rispondono solo ad una logica
> compositiva.
> Puri accostamenti di materiali, di forme, di colori; composizioni da
> poggiare o
> appendere, dotate di un leggero o di un poderoso sostegno; oggetti che
> dialogano con la struttura che li sorregge in un tutt'uno di parti che
> nascono
> assieme.
> Andamenti lineari, ritmi ora interrotti ora ripetuti, quasi senza logica,
> quasi
> senza regole e che, tuttavia, trasmettono di un impegno allo stesso tempo
> intellettuale e manuale; composizioni astratte ottenute con materiali
> naturali
> e artificiali, tutti bellissimi:
> -il ferro, un prodotto tecnologico primitivo, toccato solo dal colore
> rosso
> polveroso della ruggine, potente ma plasmabile;
> -il legno, in particolare quello "vissuto", che manifesta al meglio il suo
> colore caldo e la sua tattilità coinvolgente quando lo si fa riemergere
> dalla
> scorza tormentata che il tempo e le intemperie gli hanno formato addosso;
> -a ceramica, raffinata e brillante, frutto di millenaria esperienza, ma
> anche
> di
> un'elevata tecnologia, risultato sorprendente della rielaborazione dei
> materiali più umili.
> -infine l'autore: nessuna velleità artistica, nessun obiettivo recondito.
> Ed il suo lavoro?
> Un esercizio ma anche un gioco. (Massimo Marra)
>
> Note autobiografiche.
> Mi sono laureato in ingegneria al Politecnico di Milano nel 1960 e lavoro
> a
> Rimini come libero professionista dal 1962. Mi occupo da oltre trent'anni
> di
> architettura e urbanistica.
> I materiali che ho messo assieme in questa mostra sono quelli in cui mi
> imbatto
> nei lavori che faccio ogni giorno, specie negli studi di dettaglio: legno,
> ferro, ceramica, pietra. Queste composizioni quindi derivano da progetti,
> però
> diversi da quelli usuali perché privi di una logica razionalmente
> finalizzata:
> non devo costruire uno spazio vivibile e neppure fare un conto di metri
> quadri
> perché qualcuno possa camminarci dentro. Quando opero nell'ambito di un
> progetto più ampio questi studi sono una forma di decorazione applicata ad
> una
> struttura funzionale da realizzare.
> Quando sono autonomi, come in questa sede, possono considerarsi esercizi
> per
> una possibile applicazione o un passatempo interessante. Nessun
> significato
> nascosto quindi, ma solo un esercizio e anche un gioco. L'accostamento di
> queste composizioni e i loro studi a progetti veri e propri di strutture
> da
> realizzare, come la croce e il capitello della chiesa di S. Martino,
> mostra
> appunto che il percorso ideativo e progettuale è il medesimo e che
> entrambe le
> tipologie di disegno assumono la stessa valenza grafica.
> E' possibile anche un percorso inverso: dalla fotografia a colori di
> un'opera
> realizzata, si può risalire con elaborazioni digitali, e quindi senza
> alcuna
> operazione concettuale, a forme grafiche che nulla sembrano avere a che
> fare
> con l'oggetto realizzato. (Giuseppe Ferri)
>
>
>
16
ottobre 2004
Giuseppe Ferri – Esercizi di un costruttore
Dal 16 ottobre al 06 novembre 2004
arte contemporanea
Location
GALLERIA DELL’IMMAGINE
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Rimini, Via Alessandro Gambalunga, 27, (Rimini)
Orario di apertura
9,30-12,30 / 16-19; sabato 10-12; domenica chiuso
Vernissage
16 Ottobre 2004, ore 18.00