Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Giuseppe Gonella – La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili
Un affascinante sincronia senza tempo lega la poetica di uno dei padri della Beat Generation, William S. Borroughs, al lavoro di Giuseppe Gonella; i paesaggi interiori di Gonella trasudano infatti della stessa fame di movimento che caratterizza il romanziere Americano, movimento che non necessariamente si traduce in uno spostarsi fisicamente di luogo in luogo ma può essere meglio interpretato come passaggio attraverso diversi stati emotivi.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Un affascinante sincronia senza tempo lega la poetica di uno dei padri della Beat Generation, William S. Borroughs, al lavoro di Giuseppe Gonella; i paesaggi interiori di Gonella trasudano infatti della stessa fame di movimento che caratterizza il romanziere Americano, movimento che non necessariamente si traduce in uno spostarsi fisicamente di luogo in luogo ma può essere meglio interpretato come passaggio attraverso diversi stati emotivi.
“…un mosaico di giornali galleggianti…”
Quello che salta subito agli occhi quando si osserva un’opera di Gonella è il turbinio di materiali in sospensione che domina la scena. L’artista ci trascina in un mondo vorticoso dove giornali, bucce, cartacce e rifiuti ogni genere confondono la vista così come il limite tra figurativo e astratto al quale i lavori di Gonella sfuggono sempre.
Il caos di oggetti rappresenta secondo l’artista, la moltudine irrequieta di immagini che ci bombarda nel quotidiano e che si manifesta sotto forma metaforica di rifiuti. L’iperproduttività della società occidentale fa si che oggi tutto si traduca in materiale di scarto, superfluo, macerie. Gonella non sembra però entrare nella dimensione estetica/critica ma accetta l’inevitabilità e, rimanendo nella dimensione esistenziale, ci impone l’osservazione di quanto rimuoviamo.
L’artista, dopo essersi confrontato con una pittura ad acrilico su tela decisamente corposa, sperimenta in questa nuova serie, presentata per la prima volta alla Changing Role, diversi supporti. Il colore comincia a stendersi nei lavori su tavola perdendo così un pò di quella matericità che lo caratterizzava ma mantenendo intatta la vivacità formale. Nel ciclo di opere su carta infine, il gesto si fa definitivamente più leggero trasmettendo tutto il senso della poetica di Gonella. I suo lavori disincarnati inducono forzatamente lo spettatore a scrostare la buccia che separa interno/esterno, forma/astrazione, pieno/vuoto,
calma/agitazione, io/tu, noi/voi in un “cut-up” emotivo che unisce la perizia del gesto ad una sensibilità tipicamente giovanile.
“avanti attraverso il paesaggio sbucciato…”
Forse dunque non è un azzardo definire la piuttura del giovane veneziano “fantascientifica” allo stesso modo in cui lo sono i romanzi di Borroughs. Non una fantascienza intrisa di teconologia e atmosfere futuribili, di spade laser e macchine volanti, ma piuttosto un’indagine dello spazio interno all’uomo: una fantascienza fatta di mutazioni e condizionamenti psichici che trasforma le città in paesaggi oleosi dove il confine tra reale e onirico è trascurabile.
Una fantascienza non detta, inestetica ma sensibile attraverso le atmosfere create dal pennello del giovane artista.
Dopo essersi diplomato presso l’accademia delle belle arti di Venezia ha vinto una borsa di studio di un anno presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, dove ha esposto anche in diverse collettive tra cui “Spritz Time” nel 2007 e “Suspense” nel 2010. Ha già all’attivo diverse mostre all’estero in spazi come The Hockney Gallery di Londra, la Bluetenweiss a Berlino, la Galleria Am Roten Hof di Vienna.
Durante l’ultima Biennale di Venezia è stato inserito in diversi eventi paralleli e concomitanti tra cui la “Personal” e “Imprimatur2” entrambi a cura di Martina Cavallarin.
“…un mosaico di giornali galleggianti…”
Quello che salta subito agli occhi quando si osserva un’opera di Gonella è il turbinio di materiali in sospensione che domina la scena. L’artista ci trascina in un mondo vorticoso dove giornali, bucce, cartacce e rifiuti ogni genere confondono la vista così come il limite tra figurativo e astratto al quale i lavori di Gonella sfuggono sempre.
Il caos di oggetti rappresenta secondo l’artista, la moltudine irrequieta di immagini che ci bombarda nel quotidiano e che si manifesta sotto forma metaforica di rifiuti. L’iperproduttività della società occidentale fa si che oggi tutto si traduca in materiale di scarto, superfluo, macerie. Gonella non sembra però entrare nella dimensione estetica/critica ma accetta l’inevitabilità e, rimanendo nella dimensione esistenziale, ci impone l’osservazione di quanto rimuoviamo.
L’artista, dopo essersi confrontato con una pittura ad acrilico su tela decisamente corposa, sperimenta in questa nuova serie, presentata per la prima volta alla Changing Role, diversi supporti. Il colore comincia a stendersi nei lavori su tavola perdendo così un pò di quella matericità che lo caratterizzava ma mantenendo intatta la vivacità formale. Nel ciclo di opere su carta infine, il gesto si fa definitivamente più leggero trasmettendo tutto il senso della poetica di Gonella. I suo lavori disincarnati inducono forzatamente lo spettatore a scrostare la buccia che separa interno/esterno, forma/astrazione, pieno/vuoto,
calma/agitazione, io/tu, noi/voi in un “cut-up” emotivo che unisce la perizia del gesto ad una sensibilità tipicamente giovanile.
“avanti attraverso il paesaggio sbucciato…”
Forse dunque non è un azzardo definire la piuttura del giovane veneziano “fantascientifica” allo stesso modo in cui lo sono i romanzi di Borroughs. Non una fantascienza intrisa di teconologia e atmosfere futuribili, di spade laser e macchine volanti, ma piuttosto un’indagine dello spazio interno all’uomo: una fantascienza fatta di mutazioni e condizionamenti psichici che trasforma le città in paesaggi oleosi dove il confine tra reale e onirico è trascurabile.
Una fantascienza non detta, inestetica ma sensibile attraverso le atmosfere create dal pennello del giovane artista.
Dopo essersi diplomato presso l’accademia delle belle arti di Venezia ha vinto una borsa di studio di un anno presso la Fondazione Bevilacqua La Masa di Venezia, dove ha esposto anche in diverse collettive tra cui “Spritz Time” nel 2007 e “Suspense” nel 2010. Ha già all’attivo diverse mostre all’estero in spazi come The Hockney Gallery di Londra, la Bluetenweiss a Berlino, la Galleria Am Roten Hof di Vienna.
Durante l’ultima Biennale di Venezia è stato inserito in diversi eventi paralleli e concomitanti tra cui la “Personal” e “Imprimatur2” entrambi a cura di Martina Cavallarin.
19
marzo 2010
Giuseppe Gonella – La cosa più pericolosa da fare è rimanere immobili
Dal 19 marzo al 07 maggio 2010
arte contemporanea
Location
CHANGING ROLE – MOVE OVER GALLERY
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Napoli, Via Chiatamone, 26, (Napoli)
Orario di apertura
da Martedì a Venerdì ore 10-13 e 15-19
Vernissage
19 Marzo 2010, ore 19.00
Autore
Curatore