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Giuseppe Maina – Poetiche sculture
Scultore ma anche artigiano, Maina da bravo “artista del saldatore” da anni realizza opere in cui la struttura caratteristica dell’impianto figurativo si amalgama ad alcune soluzioni molto personali
Comunicato stampa
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La creatività ha vari modi per trovare il modo di trasformarsi in linguaggio: spesso segue le strade più strane e tortuose, configurandosi in soluzioni in cui anche un materiale apparentemente freddo e intimamente legato all’ambito della tecnica, può configurarsi poeticamente.
È il caso di Beppe Maina scultore, ma anche artigiano (nel più elevato valore riconosciuto a questo termine) e profondo conoscitore dei materiali metallici, che da bravo “artista del saldatore” da anni realizza opere in cui la struttura caratteristica dell’impianto figurativo, si amalgama ad alcune soluzioni molto personali. Soluzioni che nella maggioranza dei casi si estrinsecano nella raffigurazione dell’uomo colto in molteplici attività. Ci pare di scorgere la più ricercata volontà di assegnare una marcatura poetica alle singole costruzioni, soprattutto nella raffigurazioni dei volti, dimensionati in modo tale da contrassegnare lucidamente il proprio status antropologico, ma nello stesso tempo scanditi da poche ed essenziali ondulazioni.
Davanti ad alcune opere di Maina, sorge spontaneo il riferimento a quella scultura che con un po’ di presunzione definiamo “primitiva”: sono ancora soprattutto le figure umane ad esprimerne il legame, poiché in esse prevale un’essenzialità che comunque non si sottrae alle istanze di un’estetica capace di produrre il pathos anche con pochi elementi.
Nichel-cromo, saldatore e poi tanta pazienza nella rifinitura e lucidatura, sono i pilastri che sorreggono il suo lavoro: non ci sono spazi per incertezze, poiché, se così fosse, sarebbero ben presto evidenti nell’analisi finale. Invece ogni opera, dalla più piccola alla più articolata e complessa, rivela di essere il risultato di una tecnologia che per Maina non ha segreti e che gli consente risultati certamente non accessibili a tutti.
Depositario di una conoscenza oggi sempre o più rara, questo singolare scultore ha saputo coniugare il suo spirito di osservazione con la conoscenza tecnica, ottenendo come risultato finale una sintesi formale che possiamo chiamare arte, ma che è anche altro. Infatti, dal nostro punto di vista, ci pare limitante definire Maina “solo” un artista: è anche altro. Nelle sue costruzioni c’è l’eco del gioco, il riverbero di modalità di rappresentazione che sembrerebbero superate nell’epoca della realtà virtuale e degli assemblaggi perfetti attraverso la robotizzazione.
Beppe Maina,unico artista nel suo genere, contribuisce a salvaguardare un pezzo della tradizione: lo fa a modo suo, celebrando la manualità e focalizzando la sua attenzione su cose semplici, spesso su scene di vita che attraversano trasversalmente senza lasciare traccia la nostra quotidianità. Lui ha però la capacità di coglierne le potenzialità poetiche e così anche una scena normale o un personaggio colto nella fragranza della sua attività di tutti i giorni, si trasformano in poesia.
Il corpo delle opere proposte, ognuna delle quali richiede moltissime ore di lavoro, non è strutturato su una tematica precisa, ma si articola lungo un percorso che è frutto della totale libertà di scelta di Maina. Ogni realizzazione è un fotogramma di vita che ha colpito la sua sensibilità, trasformandosi così in un modo diverso per rappresentare la realtà, ponendo in rilievo le strutture primarie di forme che diventano parti dominanti di una storia. Tante storie…
Massimo Centini
È il caso di Beppe Maina scultore, ma anche artigiano (nel più elevato valore riconosciuto a questo termine) e profondo conoscitore dei materiali metallici, che da bravo “artista del saldatore” da anni realizza opere in cui la struttura caratteristica dell’impianto figurativo, si amalgama ad alcune soluzioni molto personali. Soluzioni che nella maggioranza dei casi si estrinsecano nella raffigurazione dell’uomo colto in molteplici attività. Ci pare di scorgere la più ricercata volontà di assegnare una marcatura poetica alle singole costruzioni, soprattutto nella raffigurazioni dei volti, dimensionati in modo tale da contrassegnare lucidamente il proprio status antropologico, ma nello stesso tempo scanditi da poche ed essenziali ondulazioni.
Davanti ad alcune opere di Maina, sorge spontaneo il riferimento a quella scultura che con un po’ di presunzione definiamo “primitiva”: sono ancora soprattutto le figure umane ad esprimerne il legame, poiché in esse prevale un’essenzialità che comunque non si sottrae alle istanze di un’estetica capace di produrre il pathos anche con pochi elementi.
Nichel-cromo, saldatore e poi tanta pazienza nella rifinitura e lucidatura, sono i pilastri che sorreggono il suo lavoro: non ci sono spazi per incertezze, poiché, se così fosse, sarebbero ben presto evidenti nell’analisi finale. Invece ogni opera, dalla più piccola alla più articolata e complessa, rivela di essere il risultato di una tecnologia che per Maina non ha segreti e che gli consente risultati certamente non accessibili a tutti.
Depositario di una conoscenza oggi sempre o più rara, questo singolare scultore ha saputo coniugare il suo spirito di osservazione con la conoscenza tecnica, ottenendo come risultato finale una sintesi formale che possiamo chiamare arte, ma che è anche altro. Infatti, dal nostro punto di vista, ci pare limitante definire Maina “solo” un artista: è anche altro. Nelle sue costruzioni c’è l’eco del gioco, il riverbero di modalità di rappresentazione che sembrerebbero superate nell’epoca della realtà virtuale e degli assemblaggi perfetti attraverso la robotizzazione.
Beppe Maina,unico artista nel suo genere, contribuisce a salvaguardare un pezzo della tradizione: lo fa a modo suo, celebrando la manualità e focalizzando la sua attenzione su cose semplici, spesso su scene di vita che attraversano trasversalmente senza lasciare traccia la nostra quotidianità. Lui ha però la capacità di coglierne le potenzialità poetiche e così anche una scena normale o un personaggio colto nella fragranza della sua attività di tutti i giorni, si trasformano in poesia.
Il corpo delle opere proposte, ognuna delle quali richiede moltissime ore di lavoro, non è strutturato su una tematica precisa, ma si articola lungo un percorso che è frutto della totale libertà di scelta di Maina. Ogni realizzazione è un fotogramma di vita che ha colpito la sua sensibilità, trasformandosi così in un modo diverso per rappresentare la realtà, ponendo in rilievo le strutture primarie di forme che diventano parti dominanti di una storia. Tante storie…
Massimo Centini
25
settembre 2008
Giuseppe Maina – Poetiche sculture
Dal 25 settembre al 04 ottobre 2008
arte contemporanea
Location
ARTE CITTA’ AMICA
Torino, Via Rubiana, 15, (Torino)
Torino, Via Rubiana, 15, (Torino)
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle 16 alle 19, festivi dalle 10 alle 12, lunedì chiuso
Vernissage
25 Settembre 2008, ore 18
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