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Giuseppe Modica – La realtà dell’illusione. Opere dal 1983 – 2007
Sessanta opere provenienti da collezioni private, fondazioni e dall’archivio dello stesso pittore, a ripercorre i momenti significativi dell’arte di Giuseppe Modica.
Comunicato stampa
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Si inaugurerà il prossimo 21 dicembre alle ore 18,30 presso il Convento del Carmine di Marsala la mostra Giuseppe Modica. La realtà dell’illusione a cura di Giudo Giuffrè. Sessanta opere provenienti da collezioni private, fondazioni e dall’archivio dello stesso pittore, a ripercorre i momenti significativi dell’arte di Giuseppe Modica.
La mostra, promossa dalla Regione Siciliana e dall’Assessorato Regionale del Turismo, delle Comunicazioni e dei Trasporti, e presentata in anteprima nella sede espositiva del Convento del Carmine, fa parte di un progetto ben più ampio. Nel corso del 2008 la retrospettiva farà tappa a Barcellona, dove sarà ospitata presso la prestigiosa sede del Museo Diocesano per poi tornare in Italia, per essere esposta a Roma a Palazzo Venezia.
La rassegna, un viaggio nel tempo fra realtà e immaginazione dove luce e memoria sono le protagoniste assolute di una singolare e complessa ricerca pittorica, offre al visitatore la possibilità di cogliere ed apprezzare le opere di Giuseppe Modica. Autore di rarefatta essenzialità che con opere mosse da sintesi espressiva si è conquistato un suo preciso spazio nella cultura pittorica contemporanea.
Fra le molte opere Giuseppe Modica ha dipinto nel 2001 Lo sguardo di Medusa. L’occhio rappresentato sul pilastrino in primo piano, lo sguardo misterioso e intrigante, insieme alla luce che inonda tutto il paesaggio, e al riflesso, sono le chiavi di lettura del lavoro del maestro siciliano. Nelle opere di Modica non c’è immagine che non sia riflessa, o che non includa in una sua parte determinante il riflesso.
Se da un lato la rappresentazione della realtà si fa straniante, ambigua, evocativa, dall’altra la ricerca dell’oggettività restituisce immagini di impeccabile iconicità.
La solitudine e l’assenza della presenza umana gli altri elementi che compongono questo mondo evocato di cui l’unico abitante è il tempo. La scrostatura del muro, la macchia di ruggine, la vernice vecchia che si stacca, l’enumerazione delle mattonelle mancanti o superstiti, la fessura, il grumo, il frammento, i testimoni della vita e dell’usura quotidiana: il tempo per Modica non è muto o statico al contrario è profondamente vivo e vissuto.
Per lungo tempo protagonisti degli sfondi delle opere dell’autore sono città irreali, muraglioni, templi incardinati alle memorie della sua terra, imprecisati casamenti moderni, cupole senza precisi riscontri, riflessi nei vetri di rugginose intelaiature dipinte con verosimiglianza oppure percepibili attraverso una visione diretta. Oggi negli stessi vetri si riflettono i monumenti romani, gli archi, le vestigia di una storia che l’artista affronta con stupore e densità interrogandosi sul senso e sul perché del tempo e della vita.
Questo graduale mutamento dei soggetti, coincide con il trasferimento dell’artista a Roma, e determina una sottile ed essenziale elaborazione del linguaggio. Le statue sulla facciata di San Giovanni in Laterano, o l’Arco di Costantino, o le Vittorie alate sulle torri del Vittoriano oltre ad essere facilmente identificabili sono anche e sempre più un impasto di pensiero e di pittura. Lo spazio stesso è adesso percorso dello sguardo, elemento narrativo e formale. La struttura compositiva delle opere trova sempre più la sua ragion d’essere nella qualità di una materia pittorica sensibile, affinata: novità questa per Modica che al virtuosismo pittorico ha sempre anteposto il pensiero.
Alla fine degli anni ottanta campo di indagine diviene il pensiero: la riflessione irrompe con prepotenza nel corpo della materia pittorica.
L’abbandonarsi allo stupore dei silenzi, delle solitudini, degli spazi moltiplicati, la sensazione di incanto, il trovarsi sospesi in attese mute e infinite, esprimono la poetica degli anni novanta e di oggi.
Il catalogo edito dalla casa editrice romana Il Cigno G.G. Edizioni e curato da Guido Giuffrè si avvale di un intervista al maestro del poeta Nino De Vita e di importanti cenni critici scritti da: Pier Carlo Santini, Renzo Federici, Lucio Barbera, Leonardo Sciascia, Marcello Venturoli, Vittori Sgarbi, Dario Micacchi, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Antonio Tabucchi, Marco di Capua, Massimo Onofri, Giorgio Soavi, Renato Civello, Claudio Strinati, Janus, Paolo Nifosì, M. Teresa Benedetti, Antonino Cusumano, Flavia Matitti, Giovanni Faccenda, Aldo Gerbino, Roberto Gramiccia, Cristina Ricciardi, Alberto Agazzani.
La mostra, promossa dalla Regione Siciliana e dall’Assessorato Regionale del Turismo, delle Comunicazioni e dei Trasporti, e presentata in anteprima nella sede espositiva del Convento del Carmine, fa parte di un progetto ben più ampio. Nel corso del 2008 la retrospettiva farà tappa a Barcellona, dove sarà ospitata presso la prestigiosa sede del Museo Diocesano per poi tornare in Italia, per essere esposta a Roma a Palazzo Venezia.
La rassegna, un viaggio nel tempo fra realtà e immaginazione dove luce e memoria sono le protagoniste assolute di una singolare e complessa ricerca pittorica, offre al visitatore la possibilità di cogliere ed apprezzare le opere di Giuseppe Modica. Autore di rarefatta essenzialità che con opere mosse da sintesi espressiva si è conquistato un suo preciso spazio nella cultura pittorica contemporanea.
Fra le molte opere Giuseppe Modica ha dipinto nel 2001 Lo sguardo di Medusa. L’occhio rappresentato sul pilastrino in primo piano, lo sguardo misterioso e intrigante, insieme alla luce che inonda tutto il paesaggio, e al riflesso, sono le chiavi di lettura del lavoro del maestro siciliano. Nelle opere di Modica non c’è immagine che non sia riflessa, o che non includa in una sua parte determinante il riflesso.
Se da un lato la rappresentazione della realtà si fa straniante, ambigua, evocativa, dall’altra la ricerca dell’oggettività restituisce immagini di impeccabile iconicità.
La solitudine e l’assenza della presenza umana gli altri elementi che compongono questo mondo evocato di cui l’unico abitante è il tempo. La scrostatura del muro, la macchia di ruggine, la vernice vecchia che si stacca, l’enumerazione delle mattonelle mancanti o superstiti, la fessura, il grumo, il frammento, i testimoni della vita e dell’usura quotidiana: il tempo per Modica non è muto o statico al contrario è profondamente vivo e vissuto.
Per lungo tempo protagonisti degli sfondi delle opere dell’autore sono città irreali, muraglioni, templi incardinati alle memorie della sua terra, imprecisati casamenti moderni, cupole senza precisi riscontri, riflessi nei vetri di rugginose intelaiature dipinte con verosimiglianza oppure percepibili attraverso una visione diretta. Oggi negli stessi vetri si riflettono i monumenti romani, gli archi, le vestigia di una storia che l’artista affronta con stupore e densità interrogandosi sul senso e sul perché del tempo e della vita.
Questo graduale mutamento dei soggetti, coincide con il trasferimento dell’artista a Roma, e determina una sottile ed essenziale elaborazione del linguaggio. Le statue sulla facciata di San Giovanni in Laterano, o l’Arco di Costantino, o le Vittorie alate sulle torri del Vittoriano oltre ad essere facilmente identificabili sono anche e sempre più un impasto di pensiero e di pittura. Lo spazio stesso è adesso percorso dello sguardo, elemento narrativo e formale. La struttura compositiva delle opere trova sempre più la sua ragion d’essere nella qualità di una materia pittorica sensibile, affinata: novità questa per Modica che al virtuosismo pittorico ha sempre anteposto il pensiero.
Alla fine degli anni ottanta campo di indagine diviene il pensiero: la riflessione irrompe con prepotenza nel corpo della materia pittorica.
L’abbandonarsi allo stupore dei silenzi, delle solitudini, degli spazi moltiplicati, la sensazione di incanto, il trovarsi sospesi in attese mute e infinite, esprimono la poetica degli anni novanta e di oggi.
Il catalogo edito dalla casa editrice romana Il Cigno G.G. Edizioni e curato da Guido Giuffrè si avvale di un intervista al maestro del poeta Nino De Vita e di importanti cenni critici scritti da: Pier Carlo Santini, Renzo Federici, Lucio Barbera, Leonardo Sciascia, Marcello Venturoli, Vittori Sgarbi, Dario Micacchi, Maurizio Fagiolo dell'Arco, Antonio Tabucchi, Marco di Capua, Massimo Onofri, Giorgio Soavi, Renato Civello, Claudio Strinati, Janus, Paolo Nifosì, M. Teresa Benedetti, Antonino Cusumano, Flavia Matitti, Giovanni Faccenda, Aldo Gerbino, Roberto Gramiccia, Cristina Ricciardi, Alberto Agazzani.
21
dicembre 2007
Giuseppe Modica – La realtà dell’illusione. Opere dal 1983 – 2007
Dal 21 dicembre 2007 al 17 febbraio 2008
arte contemporanea
Location
PINACOTECA DI MARSALA – CONVENTO DEL CARMINE
Marsala, Piazza Del Carmine, (Trapani)
Marsala, Piazza Del Carmine, (Trapani)
Orario di apertura
10.00-13.00; 17.00-19.00. Chiuso il lunedì
Vernissage
21 Dicembre 2007, ore 18.30
Ufficio stampa
ROSI FONTANA
Autore
Curatore