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Giuseppe Orsenigo – Lazarus e altre storie (Spazio Campiello)
“Orsenigo è il prototipo dell’artista post-moderno. In lui c’è un impulso irrefrenabile ad una sintesi estrema di elementi lontani tra loro, apparentemente incongruenti, discordanti. La contaminazione per l’artista canturino è una seconda natura, un habitus mentale” (Virgilio Patarini)
Comunicato stampa
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Comunicato Stampa
Rassegna Aut-Out Of-f BIENNALE
Prime due mostre e primo spettacolo di una rassegna di due mesi in cui l’arte incontra la musica, il teatro, la letteratura. Con artisti e autori emergenti
Martedì 15 agosto 2017 prende il via presso gli spazi della GALLERIA ITINERARTE, Rio Terà de la Carità – Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell’Accademia), la rassegna intitolata “Aut-Out Of-f Biennale”, con due mostre personali di grande interesse, che denotano fin da subito il carattere di originalità “pret à porter” delle proposte di questa kermesse sul versante artistico in un rapporto ambivalente nei confronti della Biennale, da una parte di antitesi, dall’altra di dialogo ideale, forse provocatorio. Rapporto che si evince d'altronde già dal gioco di parole del titolo.
La direzione artistica è di Virgilio Patarini, non solo critico e curatore, ma anche artista in prima persona su diversi fronti (dalla pittura al teatro). L’organizzazione è di Zamenhof Art, che ha sede a Milano e Napoli.
Le prime due mostre personali in programma, rispettivamente nello Spazio Campiello e nell’adiacente Spazio Rio Terà della Galleria ItinerArte, sono “Lazarus e altre storie” dell’artista canturino Giuseppe Orsenigo, e “Making Worlds/Fare Mondi” del piacentino Roberto Tortelotti che è un omaggio al titolo di una passata edizione della Biennale. Le mostre proseguiranno entrambe fino al 24 agosto, con apertura dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19; lunedì chiuso. Ingresso libero.
In abbinamento a queste due prime mostre, sabato 19 agosto, alle ore 18,30 il primo di una serie di 7 appuntamenti di eventi (mini-concerti, monologhi teatrali, presentazioni di libri, prformance), una vera e propria rassegna nella rassegna intitolata “AperiRock”. Come primo appuntamento un monologo teatrale di 35’ tratto dal “Diario di un pazzo” di Gogol, che vedrà protagonista lo stesso direttore artistico della rassegna Virgilio Patarini. Tutto a ingresso libero
LE PRIME DUE MOSTRE PERSONALI: ORSENIGO e TORTELOTTI
GIUSEPPE ORSENIGO, LAZARUS E ALTRE STORIE
“Giuseppe Orsenigo è il prototipo dell'artista post-moderno. In lui c'è un impulso irrefrenabile ad una sintesi estrema di elementi lontani tra loro, apparentemente incongruenti, discordanti. La contaminazione per l'artista canturino è una seconda natura, un habitus mentale che è diventato una seconda pelle. Egli usa di tutto per le sue composizioni: fotografia, disegno, pittura, disegno geometrico, materiali di ogni tipo come metallo, legno, resine, carte applicate. Spesso i suoi quadri sono veri e propri bassorilievi, con bombature metalliche, parti in rilievo, aggettanti. Gli elementi figurativi si mischiano a quelli informali, l'uso pop di fotografie tratte da riviste patinate si alterna a guizzi geniali di arte provocatoria e concettuale, in una ridda ubriacante di riferimenti, citazioni, allusioni, capaci di conciliare la dimensione onirica e delirante del mito con la quotidianità. Ogni opera di Orsenigo è l'esplorazione di un mondo. Ogni volta un nuovo mondo, in un gioco differente di razionalità e emozione, di sogni affastellati, scomposti e ricomposti e di concreti, puntuali riferimenti alla realtà. Con colpi di scena e alzate d'ingegno uniche e spiazzanti. Come ad esempio nell'opera intitolata 'Psicanalisi': una grande lastra di metallo nero, un metallo cangiante alla luce, lucido e opaco al tempo stesso, con al centro un buco, in profondità, qualche centimetro nel buio, una minuscola superficie di specchio infranto e ricomposto, in cui, non chiunque, ma solo il fruitore che si avvicini e guardi dentro, nel buco, può scorgere se stesso: il proprio volto, il proprio occhio infranto e ricomposto. Un'opera così, che coniuga Fontana e Pistoletto (e che li supera, almeno in sense of humour), basta da sola a sancire la statura di un artista. Perchè , certo, un artista come Orsenigo è un nano rispetto a giganti come Fontana e Pistoletto, ma se il nano si arrampica sulle spalle dei giganti ...”
Virgilio Patarini (da “Post-Avanguardia”, Ed. Giorgio Mondadori, 2010)
GIUSEPPE ORSENIGO. Giuseppe Orsenigo nasce nel 1948 a Cantù, Como. Frequenta l’Istituto d’arte della sua città dove si diploma Maestro d’Arte nel 1966, sotto la direzione di Norberto Marchi. “Sono figlio di artigiani del mobile “dice,” e quindi mi sono dedicato subito, oltre agli studi, al lavoro in bottega, tra gli intagli e gli intarsi che venivano alla luce dalle mani di mio padre. A differenza sua, però, mi sono affacciato a questo mondo quando il secolo si stava facendo incredibilmente breve: credo di dovere quindi molto a quel clima culturale che ha animato gli anni Cinquanta e Sessanta. (…) a Cantù organizzavano le “Selettive (…) che richiamava le grandi firme dell’architettura d’interni e dell’arte: da Giò Ponti a Fausto Melotti, da Vico Magistretti a Marco Zanuso e Ilmari Tapiovaara, sino a Lucio Fontana che, in occasione della costruzione dell’allora palazzo della nuova “Permanente mobili”, società di cui la mia famiglia fa parte praticamente da sempre, realizzò uno splendido mosaico(…). Mi sono formato così, frequentando anche i corsi dell’Istituto d’Arte, dove allora insegnavano importanti esponenti della cultura italiana del saper fare”.
L’attività artistica di Giuseppe Orsenigo risale ai primi anni Sessanta, ma sino al 2001 , data della sua prima personale alla Galleria Mauri di Mariano Comense , si è sempre rifiutato di esporre in pubblico le sue opere. “Trent’anni di segreto lavoro, quasi al riparo da occhi indiscreti, o da giudizi frettolosi e intempestivi”, come scrive in noto critico Morando Morandini, sono serviti per affinare il suo stile pittorico” la firma della sua volontà di fare e di esprimersi”. Attivo nell’ambito della progettazione di elementi di arredo , ed esperto conoscitore delle tecniche della lavorazione del legno, è titolare di un laboratorio artigiano in Brianza. Una vocazione che lo ha portato a contatto con aziende prestigiose come la Ferrari.
Ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all’estero: da Innsbruck a New York, da Parigi a Roma, Milano, Venezia, Ferrara, Napoli, Lecce… Di lui si sono interessati quotidiani e televisioni nazionali fra cui Rai3, La Stampa, Avvenire, Il Giornale, Magazine di Repubblica America, La Provincia di Como, Il Corriere di Como,Il Giorno. Le sue opere sono pubblicate nel volume “Post Avanguardia” e ”Dramatis Personae - Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea” dell’Editoriale Giorgio Mondadori (2010 e 2016), nel catalogo del Ferrara Art Festival sempre dell’Editoriale Giorgio Mondadori (2014), in “Prospettiva Post-Avanguardia”, Edizioni Zamnehof Art, 2012, “GruppoE”, Edizioni Aestdell’Eden 2014 e 2015; inoltre un suo Catalogo Monografico è stato pubblicato dalle Edizioni Zamenhof Art nel 2014. Di lui hanno scritto: Laura e Morando Morandini, Gianni Pre, Franco De Faveri, Giuseppe Possa, Alessandra Masseglia, Gianfranco Vicentini, Corrado Cattaneo, Lorenzo Morandotti, Davide Corsetti, Paolo Levi, Virgilio Patarini, Alberto Longatti e Anna Bonanni. Tra le più significative esposizioni personali degli ultimissimi anni ricordiamo: nel 2014 a CANTU’, Sala UBI, “La Torre di Babele”, a cura di A. Longatti; a Ferrara, Palazzo della Racchetta, “La vita che vorrei” a cura di V. Patarini; a Milano, allo Spazio E, “Alchimie del giorno e della notte” a cura di V. Carrera e V. Patarini; nel 2015 a Erba, Sala Assipromos, “Alchimie del giorno e della notte” a cura di M. Malgesini e C. Terraneo e allo Spazio E di Milano, “Astrazioni “ a cura di V. Patarini; nel 2016 a Napoli, Castel dell’Ovo, “Dramatis Personae” a cura di V. Patarini, catalogo Mondadori.
Rassegna Aut-Out Of-f BIENNALE
Prime due mostre e primo spettacolo di una rassegna di due mesi in cui l’arte incontra la musica, il teatro, la letteratura. Con artisti e autori emergenti
Martedì 15 agosto 2017 prende il via presso gli spazi della GALLERIA ITINERARTE, Rio Terà de la Carità – Dorsoduro 1046 (accanto alle Gallerie dell’Accademia), la rassegna intitolata “Aut-Out Of-f Biennale”, con due mostre personali di grande interesse, che denotano fin da subito il carattere di originalità “pret à porter” delle proposte di questa kermesse sul versante artistico in un rapporto ambivalente nei confronti della Biennale, da una parte di antitesi, dall’altra di dialogo ideale, forse provocatorio. Rapporto che si evince d'altronde già dal gioco di parole del titolo.
La direzione artistica è di Virgilio Patarini, non solo critico e curatore, ma anche artista in prima persona su diversi fronti (dalla pittura al teatro). L’organizzazione è di Zamenhof Art, che ha sede a Milano e Napoli.
Le prime due mostre personali in programma, rispettivamente nello Spazio Campiello e nell’adiacente Spazio Rio Terà della Galleria ItinerArte, sono “Lazarus e altre storie” dell’artista canturino Giuseppe Orsenigo, e “Making Worlds/Fare Mondi” del piacentino Roberto Tortelotti che è un omaggio al titolo di una passata edizione della Biennale. Le mostre proseguiranno entrambe fino al 24 agosto, con apertura dal martedì al venerdì dalle 16 alle 19, sabato e domenica dalle 11 alle 13 e dalle 16 alle 19; lunedì chiuso. Ingresso libero.
In abbinamento a queste due prime mostre, sabato 19 agosto, alle ore 18,30 il primo di una serie di 7 appuntamenti di eventi (mini-concerti, monologhi teatrali, presentazioni di libri, prformance), una vera e propria rassegna nella rassegna intitolata “AperiRock”. Come primo appuntamento un monologo teatrale di 35’ tratto dal “Diario di un pazzo” di Gogol, che vedrà protagonista lo stesso direttore artistico della rassegna Virgilio Patarini. Tutto a ingresso libero
LE PRIME DUE MOSTRE PERSONALI: ORSENIGO e TORTELOTTI
GIUSEPPE ORSENIGO, LAZARUS E ALTRE STORIE
“Giuseppe Orsenigo è il prototipo dell'artista post-moderno. In lui c'è un impulso irrefrenabile ad una sintesi estrema di elementi lontani tra loro, apparentemente incongruenti, discordanti. La contaminazione per l'artista canturino è una seconda natura, un habitus mentale che è diventato una seconda pelle. Egli usa di tutto per le sue composizioni: fotografia, disegno, pittura, disegno geometrico, materiali di ogni tipo come metallo, legno, resine, carte applicate. Spesso i suoi quadri sono veri e propri bassorilievi, con bombature metalliche, parti in rilievo, aggettanti. Gli elementi figurativi si mischiano a quelli informali, l'uso pop di fotografie tratte da riviste patinate si alterna a guizzi geniali di arte provocatoria e concettuale, in una ridda ubriacante di riferimenti, citazioni, allusioni, capaci di conciliare la dimensione onirica e delirante del mito con la quotidianità. Ogni opera di Orsenigo è l'esplorazione di un mondo. Ogni volta un nuovo mondo, in un gioco differente di razionalità e emozione, di sogni affastellati, scomposti e ricomposti e di concreti, puntuali riferimenti alla realtà. Con colpi di scena e alzate d'ingegno uniche e spiazzanti. Come ad esempio nell'opera intitolata 'Psicanalisi': una grande lastra di metallo nero, un metallo cangiante alla luce, lucido e opaco al tempo stesso, con al centro un buco, in profondità, qualche centimetro nel buio, una minuscola superficie di specchio infranto e ricomposto, in cui, non chiunque, ma solo il fruitore che si avvicini e guardi dentro, nel buco, può scorgere se stesso: il proprio volto, il proprio occhio infranto e ricomposto. Un'opera così, che coniuga Fontana e Pistoletto (e che li supera, almeno in sense of humour), basta da sola a sancire la statura di un artista. Perchè , certo, un artista come Orsenigo è un nano rispetto a giganti come Fontana e Pistoletto, ma se il nano si arrampica sulle spalle dei giganti ...”
Virgilio Patarini (da “Post-Avanguardia”, Ed. Giorgio Mondadori, 2010)
GIUSEPPE ORSENIGO. Giuseppe Orsenigo nasce nel 1948 a Cantù, Como. Frequenta l’Istituto d’arte della sua città dove si diploma Maestro d’Arte nel 1966, sotto la direzione di Norberto Marchi. “Sono figlio di artigiani del mobile “dice,” e quindi mi sono dedicato subito, oltre agli studi, al lavoro in bottega, tra gli intagli e gli intarsi che venivano alla luce dalle mani di mio padre. A differenza sua, però, mi sono affacciato a questo mondo quando il secolo si stava facendo incredibilmente breve: credo di dovere quindi molto a quel clima culturale che ha animato gli anni Cinquanta e Sessanta. (…) a Cantù organizzavano le “Selettive (…) che richiamava le grandi firme dell’architettura d’interni e dell’arte: da Giò Ponti a Fausto Melotti, da Vico Magistretti a Marco Zanuso e Ilmari Tapiovaara, sino a Lucio Fontana che, in occasione della costruzione dell’allora palazzo della nuova “Permanente mobili”, società di cui la mia famiglia fa parte praticamente da sempre, realizzò uno splendido mosaico(…). Mi sono formato così, frequentando anche i corsi dell’Istituto d’Arte, dove allora insegnavano importanti esponenti della cultura italiana del saper fare”.
L’attività artistica di Giuseppe Orsenigo risale ai primi anni Sessanta, ma sino al 2001 , data della sua prima personale alla Galleria Mauri di Mariano Comense , si è sempre rifiutato di esporre in pubblico le sue opere. “Trent’anni di segreto lavoro, quasi al riparo da occhi indiscreti, o da giudizi frettolosi e intempestivi”, come scrive in noto critico Morando Morandini, sono serviti per affinare il suo stile pittorico” la firma della sua volontà di fare e di esprimersi”. Attivo nell’ambito della progettazione di elementi di arredo , ed esperto conoscitore delle tecniche della lavorazione del legno, è titolare di un laboratorio artigiano in Brianza. Una vocazione che lo ha portato a contatto con aziende prestigiose come la Ferrari.
Ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all’estero: da Innsbruck a New York, da Parigi a Roma, Milano, Venezia, Ferrara, Napoli, Lecce… Di lui si sono interessati quotidiani e televisioni nazionali fra cui Rai3, La Stampa, Avvenire, Il Giornale, Magazine di Repubblica America, La Provincia di Como, Il Corriere di Como,Il Giorno. Le sue opere sono pubblicate nel volume “Post Avanguardia” e ”Dramatis Personae - Il volto e la figura nell’arte italiana contemporanea” dell’Editoriale Giorgio Mondadori (2010 e 2016), nel catalogo del Ferrara Art Festival sempre dell’Editoriale Giorgio Mondadori (2014), in “Prospettiva Post-Avanguardia”, Edizioni Zamnehof Art, 2012, “GruppoE”, Edizioni Aestdell’Eden 2014 e 2015; inoltre un suo Catalogo Monografico è stato pubblicato dalle Edizioni Zamenhof Art nel 2014. Di lui hanno scritto: Laura e Morando Morandini, Gianni Pre, Franco De Faveri, Giuseppe Possa, Alessandra Masseglia, Gianfranco Vicentini, Corrado Cattaneo, Lorenzo Morandotti, Davide Corsetti, Paolo Levi, Virgilio Patarini, Alberto Longatti e Anna Bonanni. Tra le più significative esposizioni personali degli ultimissimi anni ricordiamo: nel 2014 a CANTU’, Sala UBI, “La Torre di Babele”, a cura di A. Longatti; a Ferrara, Palazzo della Racchetta, “La vita che vorrei” a cura di V. Patarini; a Milano, allo Spazio E, “Alchimie del giorno e della notte” a cura di V. Carrera e V. Patarini; nel 2015 a Erba, Sala Assipromos, “Alchimie del giorno e della notte” a cura di M. Malgesini e C. Terraneo e allo Spazio E di Milano, “Astrazioni “ a cura di V. Patarini; nel 2016 a Napoli, Castel dell’Ovo, “Dramatis Personae” a cura di V. Patarini, catalogo Mondadori.
19
agosto 2017
Giuseppe Orsenigo – Lazarus e altre storie (Spazio Campiello)
Dal 19 al 24 agosto 2017
arte contemporanea
Location
GALLERIA ITINERARTE
Venezia, Rio Terrà Della Carità, 1046, (Venezia)
Venezia, Rio Terrà Della Carità, 1046, (Venezia)
Biglietti
ingresso libero
Orario di apertura
da martedì a venerdì, ore 16-19; sabato e domenica, ore 11-13 e 16-19; lun. chiuso
Vernissage
19 Agosto 2017, Vernissage sabato 19 agosto, ore 18,30 con spettacolo
Autore
Curatore