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Giuseppe Pellizza da Volpedo – Il quarto Stato
In collaborazione con il Comune di Milano, nell’ambito della manifestazione “Bella Estate”, Federico Motta Editore presenta tre grandi mostre dedicate a Ivan Theimer, Il Quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo e Stephan Balkenhol
Comunicato stampa
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Dal 4 luglio al 16 settembre 2007 la Sala delle Cariatidi all’interno di Palazzo Reale ospita uno dei quadri simbolo del XX secolo: Il quarto Stato di Giuseppe Pellizza da Volpedo.
Unanimemente riconosciuto come il capolavoro dell’artista piemontese, Il quarto Stato è considerato il manifesto di un periodo - quello dei primi anni del Novecento - fortemente animato dal fermento delle lotte sociali, che di lì a poco avrebbero cambiato la storia.
La Sala delle Cariatidi, con la sua maestosità, farà quindi da sfondo al celebre dipinto che, con le sue grandi proporzioni - quasi tre metri di altezza per oltre cinque di larghezza - raffigura una massa di lavoratori dei quali il pittore, grazie al gioco della luce che ne esalta il movimento di mani e piedi e la tecnica divisionista, di cui Pellizza fu uno dei maggiori esponenti, riproduce perfettamente il possente incedere.
Della sua opera scrive lo stesso Pellizza nella lettera a Matteo Olivero nel 1904: “fu una delle mie primissime concezioni, fu il pensiero continuato di un decennio e non riuscii a concretarlo che dopo aver evoluto la mia arte con molto, moltissimo lavoro e con altrettanto pensiero. Ma quando pensiero e forma si fusero nella mia convinzione nulla mi trattenne: non le rampogne della famiglia, non i consigli degli amici, non le maldicenze dei meno benevoli e altre maggiori difficoltà. Fu quale l’avevo voluto. L’avanzarsi animato di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro”.
Dopo gli studi fatti attraverso Fiumana e Il cammino dei lavoratori, Pellizza riesce finalmente ad esprimere con Il quarto Stato tutta quella forza simbolica che rappresenta l’uscita della schiera dei lavoratori da un passato cupo in favore di un futuro luminoso verso il quale simbolicamente incedono le maestose figure, lasciandosi alle spalle l’età dell’oppressione.
Milano fa così rivivere, attraverso l’esposizione di questo dipinto, da solo in un’unica grande sala qual è quella delle Cariatidi, i fervori che animarono quegli anni ricchi di cambiamenti e di nuove ideologie di cui proprio il capoluogo lombardo fu protagonista in vari ambiti.
Accompagna la mostra il catalogo Il Quarto Stato. Giuseppe Pellizza da Volpedo, pubblicato da Federico Motta Editore.
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868 - 1907). Si forma dapprima all’Accademia di Brera, poi presso quelle di Roma e di Firenze, seguendo gli insegnamenti di Fattori e Tallone. Si accosta all’opera divisionista attraverso Segantini, Morbelli e Previati, ma il passaggio decisivo alla nuova maniera avviene con l’opera Speranze deluse (1894), che gli vale l’ammirazione di Segantini.
Il rapporto, soprattutto epistolare, con Morbelli lo incoraggia ad approfondire il tema sociale, che diviene componente costante dell’intera sua vicenda artistica.
La suggestione simbolista ricavata da Previati, caratterizza molto la sua opera che, nel corso degli anni acquista importanza anche in relazione al divisionismo di Balla, il cui studio romano ha modo di frequentare e che gli procura analogie con il neo-impressionismo francese., visibili soprattutto ne Il sole nascente, del 1904.
La sua opera più famosa ed il suo capolavoro divisionista rimane comunque Il quarto stato (1901), conservato presso la Galleria di Arte Moderna di Milano.
Unanimemente riconosciuto come il capolavoro dell’artista piemontese, Il quarto Stato è considerato il manifesto di un periodo - quello dei primi anni del Novecento - fortemente animato dal fermento delle lotte sociali, che di lì a poco avrebbero cambiato la storia.
La Sala delle Cariatidi, con la sua maestosità, farà quindi da sfondo al celebre dipinto che, con le sue grandi proporzioni - quasi tre metri di altezza per oltre cinque di larghezza - raffigura una massa di lavoratori dei quali il pittore, grazie al gioco della luce che ne esalta il movimento di mani e piedi e la tecnica divisionista, di cui Pellizza fu uno dei maggiori esponenti, riproduce perfettamente il possente incedere.
Della sua opera scrive lo stesso Pellizza nella lettera a Matteo Olivero nel 1904: “fu una delle mie primissime concezioni, fu il pensiero continuato di un decennio e non riuscii a concretarlo che dopo aver evoluto la mia arte con molto, moltissimo lavoro e con altrettanto pensiero. Ma quando pensiero e forma si fusero nella mia convinzione nulla mi trattenne: non le rampogne della famiglia, non i consigli degli amici, non le maldicenze dei meno benevoli e altre maggiori difficoltà. Fu quale l’avevo voluto. L’avanzarsi animato di un gruppo di lavoratori verso la sorgente luminosa simboleggiante nella mia mente tutta la grande famiglia dei figli del lavoro”.
Dopo gli studi fatti attraverso Fiumana e Il cammino dei lavoratori, Pellizza riesce finalmente ad esprimere con Il quarto Stato tutta quella forza simbolica che rappresenta l’uscita della schiera dei lavoratori da un passato cupo in favore di un futuro luminoso verso il quale simbolicamente incedono le maestose figure, lasciandosi alle spalle l’età dell’oppressione.
Milano fa così rivivere, attraverso l’esposizione di questo dipinto, da solo in un’unica grande sala qual è quella delle Cariatidi, i fervori che animarono quegli anni ricchi di cambiamenti e di nuove ideologie di cui proprio il capoluogo lombardo fu protagonista in vari ambiti.
Accompagna la mostra il catalogo Il Quarto Stato. Giuseppe Pellizza da Volpedo, pubblicato da Federico Motta Editore.
Giuseppe Pellizza da Volpedo (1868 - 1907). Si forma dapprima all’Accademia di Brera, poi presso quelle di Roma e di Firenze, seguendo gli insegnamenti di Fattori e Tallone. Si accosta all’opera divisionista attraverso Segantini, Morbelli e Previati, ma il passaggio decisivo alla nuova maniera avviene con l’opera Speranze deluse (1894), che gli vale l’ammirazione di Segantini.
Il rapporto, soprattutto epistolare, con Morbelli lo incoraggia ad approfondire il tema sociale, che diviene componente costante dell’intera sua vicenda artistica.
La suggestione simbolista ricavata da Previati, caratterizza molto la sua opera che, nel corso degli anni acquista importanza anche in relazione al divisionismo di Balla, il cui studio romano ha modo di frequentare e che gli procura analogie con il neo-impressionismo francese., visibili soprattutto ne Il sole nascente, del 1904.
La sua opera più famosa ed il suo capolavoro divisionista rimane comunque Il quarto stato (1901), conservato presso la Galleria di Arte Moderna di Milano.
03
luglio 2007
Giuseppe Pellizza da Volpedo – Il quarto Stato
Dal 03 luglio al 16 settembre 2007
arte moderna
Location
PALAZZO REALE DI MILANO
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Milano, Piazza Del Duomo, 12, (Milano)
Orario di apertura
lunedì dalle ore 14:30 alle ore 19:30; martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle ore 9:30 alle ore 19:30; giovedì dalle ore 9:30 alle ore 22:30
Vernissage
3 Luglio 2007, ore 18.30
Editore
24 ORE CULTURA
Ufficio stampa
24 ORE CULTURA - GRUPPO 24 ORE
Autore