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Giuseppe Pietroniro / Marco Raparelli – Né qui né altrove
Il progetto a quattro mani di Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli “Né qui né altrove” ha per oggetto il museo: l’istituzione culturale quale è oggi, al tempo della crisi.
Concettualmente il lavoro proposto si fonda sul tema dello spazio e sull’alterazione della sua funzionalità e percezione: un intervento che propone una reinterpretazione della collezione permanente dell’Andersen, e dei suoi spazi espositivi, attraverso lo sguardo di due artisti contemporanei: un’installazione mossa dall’idea di addizione e sottrazione, realizzata con tecnica grafica, fotografica e uso di materiali eterogenei.
Comunicato stampa
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Il progetto a quattro mani di Giuseppe Pietroniro e Marco Raparelli “Né qui né altrove” ha per oggetto il museo: l’istituzione culturale quale è oggi, al tempo della crisi.
Concettualmente il lavoro proposto si fonda sul tema dello spazio e sull’alterazione della sua funzionalità e percezione: un intervento che propone una reinterpretazione della collezione permanente dell’Andersen, e dei suoi spazi espositivi, attraverso lo sguardo di due artisti contemporanei: un’installazione mossa dall’idea di addizione e sottrazione, realizzata con tecnica grafica, fotografica e uso di materiali eterogenei.
Gli artisti interverranno nell’atélier dello scultore al piano terra del museo “ritoccando” con carta alcune delle auliche sculture di Hendrik Christian Andersen, rileggendole in chiave ironica, come segno della capacità dell’arte di far rivivere il passato e di sapersi destreggiare con fantasia nelle difficoltà del presente.
Le pareti della sala centrale del primo piano saranno ricoperte da rotoli di carta nei quali realizzeranno i loro disegni riproducendo la morfologia dell’ambiente, in un lavoro site specific che accentua la solennità del luogo e creeranno dei tavoli in cartone sui quali saranno esposte alcune sculture di carta, disegni e altri lavori che hanno come riferimento ideale le opere del museo.
Il tema della spazialità affrontato nelle opere di Pietroniro spesso è caratterizzato da un senso di precarietà: lo spazio nella sua interezza, svuotato da qualsiasi presenza, aumenta nello spettatore la percezione destabilizzante.
Raparelli, invece, attraverso il disegno, che rimane l’elemento costitutivo del suo lavoro, agisce nello spazio creando degli ambienti fittizi: il solo elemento presente è il suo tratto di matita, con il quale crea ambienti e situazioni fortemente evocativi che in realtà non esistono e che lasciano lo spazio vuoto, protagonista di se stesso.
Il vuoto, il tocco leggero diventano in questo caso metafore del nostro tempo e della condizione del museo.
Concettualmente il lavoro proposto si fonda sul tema dello spazio e sull’alterazione della sua funzionalità e percezione: un intervento che propone una reinterpretazione della collezione permanente dell’Andersen, e dei suoi spazi espositivi, attraverso lo sguardo di due artisti contemporanei: un’installazione mossa dall’idea di addizione e sottrazione, realizzata con tecnica grafica, fotografica e uso di materiali eterogenei.
Gli artisti interverranno nell’atélier dello scultore al piano terra del museo “ritoccando” con carta alcune delle auliche sculture di Hendrik Christian Andersen, rileggendole in chiave ironica, come segno della capacità dell’arte di far rivivere il passato e di sapersi destreggiare con fantasia nelle difficoltà del presente.
Le pareti della sala centrale del primo piano saranno ricoperte da rotoli di carta nei quali realizzeranno i loro disegni riproducendo la morfologia dell’ambiente, in un lavoro site specific che accentua la solennità del luogo e creeranno dei tavoli in cartone sui quali saranno esposte alcune sculture di carta, disegni e altri lavori che hanno come riferimento ideale le opere del museo.
Il tema della spazialità affrontato nelle opere di Pietroniro spesso è caratterizzato da un senso di precarietà: lo spazio nella sua interezza, svuotato da qualsiasi presenza, aumenta nello spettatore la percezione destabilizzante.
Raparelli, invece, attraverso il disegno, che rimane l’elemento costitutivo del suo lavoro, agisce nello spazio creando degli ambienti fittizi: il solo elemento presente è il suo tratto di matita, con il quale crea ambienti e situazioni fortemente evocativi che in realtà non esistono e che lasciano lo spazio vuoto, protagonista di se stesso.
Il vuoto, il tocco leggero diventano in questo caso metafore del nostro tempo e della condizione del museo.
01
marzo 2012
Giuseppe Pietroniro / Marco Raparelli – Né qui né altrove
Dal primo marzo al 29 aprile 2012
arte contemporanea
Location
MUSEO HENDRIK CHRISTIAN ANDERSEN
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Roma, Via Pasquale Stanislao Mancini, 20, (Roma)
Orario di apertura
martedì – domenica dalle 9.30 alle 19.30
(ultimo ingresso ore 19.00) Chiuso il Lunedì
Vernissage
1 Marzo 2012, h 18.00
Autore
Curatore