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Giuseppe Pinto – Acusmatico
Le videoinstallazioni, i ricami, le pitture mettono in scena la realtà attraverso la finzione e viceversa, creando un cortocircuito, una perdita di punti di riferimento
Comunicato stampa
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Acusmatico (un’antica parola di origine greca recuperata da Jerôme Peignot e teorizzata da Pierre Schaffer) significa “che si sente senza vedere la causa originaria del suono”, o “che fa sentire dei suoni senza la visione delle loro cause. Da questo semplice pretesto nasce la mostra di Giuseppe Pinto presso la Galleria Omphalos dal 21 maggio al 30 giugno 2005. Un pretesto per parlare ancora una volta della finzione, del doppio del piacere di tramare nuove storie, come nelle pitture della serie Dramatis persona, in cui tutto appare come possibile o molto vicino a un frame di un film ma in realtà è tutto costruito sapientemente, per creare una nuova verità, riconoscibile ma falsa. Abbandonando l’idea postoderna di “appropriazione indebita” di immagini della cultura di massa per scardinarne i meccanismi di seduzione questa mostra è un passaggio ulteriore nella ricerca di Pinto. Le videoinstallazioni, i ricami, le pitture mettono in scena la realtà attraverso la finzione e viceversa, creando un cortocircuito, una perdita di punti di riferimento. Il vero e il falso si sovrappongono, si sdoppiano, in un tentativo di smaterializzare la realtà. Tutti i mezzi, tutte le superfici diventano possibili scenari per rappresentazioni impossibili. Pinto gioca con sottile ironia a rappresentare situazioni “vere” ma falsate.
video e installazioni in mostra
Trilogia. Videoinstallazione 6’43”. 2004.
Il lavoro consiste in una tripla proiezione in cui al dialogo iniziale del film L’ eclisse di Michelangelo Antonioni sono alternate scene dagli altri due film dello stesso Antonioni (L’avventura e La notte)che costituiscono la trilogia della noia, dell’alienazione e dell’incomunicabilità. Il dialogo è ricavato dall’audio originale “in presa diretta” del film, rimanipolato e non sincronizzato proseguendo indipendentemente rispetto all’elemento video, libero sia dal movimento degli attori sia dai sottotitoli. Della sequenza originale rimane l’impressione di già visto, anche se ogni inquadratura è stata modificata, molti personaggi sono stati cancellati digitalmente e tutto si muove indipendentemente dall’originale.
Io non sono Elisabet Vogler.7’30” Video. 2005.
Il video è strutturato in due parti con il sonoro identico per le stesse e modellato sul volto e sul labiale delle due protagoniste Elisabet Vogler e l’infermiera Alma. La sequenza “del bambino respinto” diventa un dialogo inesistente nel film originale recuperato da punti diversi.
Chi spia Norman Bates? 4’40” Videoinstallazione. 2005.
Una parete grigia e due disegni di uccelli impagliati in bianco nero con le cornici ridipinte di grigio, sono le originali del film Psyco di Alfed Hitchcock. E’ la parete della stanza n.1 dell’hotel Bates dopo aver ucciso Marion. Spostando il disegno, attraverso un piccolo foro nella parete, spiamo Norman Bates che ripulisce il bagno. Ma se io posso spiare Norman Bates, io chi sono?
Parole, parole, parole. Carta intrecciata, 320x250cm, 1999-2005.
I fili di carta intrecciata sono sceneggiature di video, film progetti mai realizzati dall’artista. L’impossibilità di realizzare un lavoro diventa il pretesto per poterne realizzare un altro tecnicamente e concettualmente diverso. I fili sono stampati fronte retro per cui ad una determinata domanda dall’altra parte ci sarà sempre una risposta e nel complesso dell’intreccio si trova il modo di vedere figurativamente la trama di una storia.
video e installazioni in mostra
Trilogia. Videoinstallazione 6’43”. 2004.
Il lavoro consiste in una tripla proiezione in cui al dialogo iniziale del film L’ eclisse di Michelangelo Antonioni sono alternate scene dagli altri due film dello stesso Antonioni (L’avventura e La notte)che costituiscono la trilogia della noia, dell’alienazione e dell’incomunicabilità. Il dialogo è ricavato dall’audio originale “in presa diretta” del film, rimanipolato e non sincronizzato proseguendo indipendentemente rispetto all’elemento video, libero sia dal movimento degli attori sia dai sottotitoli. Della sequenza originale rimane l’impressione di già visto, anche se ogni inquadratura è stata modificata, molti personaggi sono stati cancellati digitalmente e tutto si muove indipendentemente dall’originale.
Io non sono Elisabet Vogler.7’30” Video. 2005.
Il video è strutturato in due parti con il sonoro identico per le stesse e modellato sul volto e sul labiale delle due protagoniste Elisabet Vogler e l’infermiera Alma. La sequenza “del bambino respinto” diventa un dialogo inesistente nel film originale recuperato da punti diversi.
Chi spia Norman Bates? 4’40” Videoinstallazione. 2005.
Una parete grigia e due disegni di uccelli impagliati in bianco nero con le cornici ridipinte di grigio, sono le originali del film Psyco di Alfed Hitchcock. E’ la parete della stanza n.1 dell’hotel Bates dopo aver ucciso Marion. Spostando il disegno, attraverso un piccolo foro nella parete, spiamo Norman Bates che ripulisce il bagno. Ma se io posso spiare Norman Bates, io chi sono?
Parole, parole, parole. Carta intrecciata, 320x250cm, 1999-2005.
I fili di carta intrecciata sono sceneggiature di video, film progetti mai realizzati dall’artista. L’impossibilità di realizzare un lavoro diventa il pretesto per poterne realizzare un altro tecnicamente e concettualmente diverso. I fili sono stampati fronte retro per cui ad una determinata domanda dall’altra parte ci sarà sempre una risposta e nel complesso dell’intreccio si trova il modo di vedere figurativamente la trama di una storia.
21
maggio 2005
Giuseppe Pinto – Acusmatico
Dal 21 maggio al 30 giugno 2005
arte contemporanea
Location
GALLERIA OMPHALOS
Terlizzi, Via Pietro Toselli, 21, (Bari)
Terlizzi, Via Pietro Toselli, 21, (Bari)
Autore