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Giuseppe Rado – Faceback
Giuseppe Rado indaga alcuni motivi che hanno contribuito alla nascita, al successo e alla successiva espansione di facebook. In questo caso specifico, un aspetto fondamentale del fenomeno risulta la creazione e la divulgazione sociale della propria identità tramite la scelta dell’immagine profilo.
Comunicato stampa
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Se il numero di Dunbar, conosciuto anche come la regola dei 150, affermava che le dimensioni di una vera rete sociale erano limitate a circa 150 membri, l’arrivo di internet ha provocato la nascita periodica di social network che provano a distruggere o violare questo principio. In essi, la cerchia di contatti si potrebbe allargare idealmente fino a comprendere tutta la popolazione del mondo, come prospettato nella teoria dei sei gradi di separazione del sociologo Stanley Milgram. Così, l'analisi di facebook, sicuramente il più complesso fenomeno web per il suo paradossale, ampio e articolato vincolo con il reale – ricordiamo che è stato il primo a utilizzare i veri nominativi, impedendo o almeno minimizzando la possibilità di nascondersi dietro i nickname - è stato affrontato da innumerevoli punti di vista, dalla sociologia alla psicologia, dall’antropologia all’etnologia e dalla filosofia alla teoria della comunicazione. Infatti, se accettiamo che la vita umana è caratterizzata da un’estrema solitudine, ma in cui tutti siamo collegati dalla memoria archetipica, facebook potrebbe rappresentare il vero confine di giunzione. In questo caso specifico, un aspetto fondamentale del fenomeno risulta comunque la creazione e la divulgazione sociale della propria identità. In particolare, tra i parametri di analisi più interessanti, bisogna sottolineare e riflettere sulle motivazioni che portano alla scelta della propria immagine sul profilo.
La ricerca dell’individualità si sovrappone all’integrazione nella generalità e gli atteggiamenti tesi a difendere la propria identità si innescano collegati al bisogno viscerale di compiacere gli altri. In questo senso, la descrizione di Goffman della vita sociale come una sorta di teatro in cui le persone assumono le diverse parti e agiscono come "registi" della loro vita e delle impressioni che destano negli altri, potrebbe determinare la personalizzazione del profilo come uno stampo che produce i suoi timbri di forma aleatoria, come un’ombra alterata in cui i quadranti dello schema di Johari vengono intrecciati fino alla sua irriconoscibilità, a seconda della finalità d’uso, della personalità e della consapevolezza e accettazione del mezzo.
Giuseppe Rado, già da tempo studioso appassionato dei risvolti sociali legati al progresso tecnologico della nostra civiltà (ricordiamo la mostra personale AIKO del febbraio 2008 che rifletteva su tematiche come l’intelligenza artificiale e la singolarità tecnologica), si inserisce in questo contesto con il work in progress "Faceback - dietro il profilo".
Un lavoro di ricerca che lo porterà nel tempo ad indagare minuziosamente i motivi che hanno contribuito alla nascita, al successo e alla successiva espansione di facebook. L’obiettivo è quello di interrogare ed interrogarsi sulla trasformazione della comunicazione, di rendere visibili le emozioni degli utenti, i significati che essi danno a questa comune interfaccia e soprattutto le risposte che molti di questi cercano dalla rete nella comune vita virtuale. L'io digitale del fruitore di facebook verrà passato alla lente di ingrandimento, sarà osservato, scomposto e rielaborato con una grande attenzione chirurgica ed estetica da parte dell'artista. Questi utenti, accomunati dalla volontà di comunicare con altri esseri a loro simili ma mai uguali, dovranno mettersi in gioco durante il vernissage nella galleria Ingresso Pericoloso, difendendo la propria singolarità oppure lasciandosi mimetizzare con gli altri davanti all’obiettivo di Giuseppe Rado. Istante in cui tutto si concretizza ma che lascia posto ad un divenire di eventi in cui autore, attori e pubblico si mescoleranno fino a scambiarsi i ruoli ricreando nella realtà una community intrisa di singolarità compattate in un solo ed unico codice sorgente.
Giuseppe Rado (Bologna, 1970) vive e lavora a Bologna attraverso varie esperienze artistiche: dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla performance fino alla fotografia alla manipolazione iconografica. E’ Premio targa d’oro per la fotografia al Premio Arte 2005. Nel 2007 vince il Premio Fabbri per l’arte contemporanea sempre nella sezione fotografia.
La ricerca dell’individualità si sovrappone all’integrazione nella generalità e gli atteggiamenti tesi a difendere la propria identità si innescano collegati al bisogno viscerale di compiacere gli altri. In questo senso, la descrizione di Goffman della vita sociale come una sorta di teatro in cui le persone assumono le diverse parti e agiscono come "registi" della loro vita e delle impressioni che destano negli altri, potrebbe determinare la personalizzazione del profilo come uno stampo che produce i suoi timbri di forma aleatoria, come un’ombra alterata in cui i quadranti dello schema di Johari vengono intrecciati fino alla sua irriconoscibilità, a seconda della finalità d’uso, della personalità e della consapevolezza e accettazione del mezzo.
Giuseppe Rado, già da tempo studioso appassionato dei risvolti sociali legati al progresso tecnologico della nostra civiltà (ricordiamo la mostra personale AIKO del febbraio 2008 che rifletteva su tematiche come l’intelligenza artificiale e la singolarità tecnologica), si inserisce in questo contesto con il work in progress "Faceback - dietro il profilo".
Un lavoro di ricerca che lo porterà nel tempo ad indagare minuziosamente i motivi che hanno contribuito alla nascita, al successo e alla successiva espansione di facebook. L’obiettivo è quello di interrogare ed interrogarsi sulla trasformazione della comunicazione, di rendere visibili le emozioni degli utenti, i significati che essi danno a questa comune interfaccia e soprattutto le risposte che molti di questi cercano dalla rete nella comune vita virtuale. L'io digitale del fruitore di facebook verrà passato alla lente di ingrandimento, sarà osservato, scomposto e rielaborato con una grande attenzione chirurgica ed estetica da parte dell'artista. Questi utenti, accomunati dalla volontà di comunicare con altri esseri a loro simili ma mai uguali, dovranno mettersi in gioco durante il vernissage nella galleria Ingresso Pericoloso, difendendo la propria singolarità oppure lasciandosi mimetizzare con gli altri davanti all’obiettivo di Giuseppe Rado. Istante in cui tutto si concretizza ma che lascia posto ad un divenire di eventi in cui autore, attori e pubblico si mescoleranno fino a scambiarsi i ruoli ricreando nella realtà una community intrisa di singolarità compattate in un solo ed unico codice sorgente.
Giuseppe Rado (Bologna, 1970) vive e lavora a Bologna attraverso varie esperienze artistiche: dalla pittura al cinema, dalla fotografia alla performance fino alla fotografia alla manipolazione iconografica. E’ Premio targa d’oro per la fotografia al Premio Arte 2005. Nel 2007 vince il Premio Fabbri per l’arte contemporanea sempre nella sezione fotografia.
14
maggio 2009
Giuseppe Rado – Faceback
Dal 14 maggio al 03 luglio 2009
fotografia
arte contemporanea
performance - happening
arte contemporanea
performance - happening
Location
GALLERIA INGRESSO PERICOLOSO
Roma, Via Capo D'africa, 46, (Roma)
Roma, Via Capo D'africa, 46, (Roma)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 15,30-19,30
Vernissage
14 Maggio 2009, ore 18,30
Autore
Curatore