La mattina presto è difficile vedere una persona con la faccia contenta. Sulla metropolitana carica di storie per le strade affannate si concentrano parti di quotidianità. In questi luoghi- non luoghi, appaiono i volti delle città. I disegni sono il medium d’osservazione che quasi al pari del ritmo delle città raccolgono le varianti sulla percezione dello spazio urbano, sugli stati d’animo che nella ripetizione dei giorni, si creano. Osservare è un’azione lenta. Per poter rendere visibile il doppio, c’è bisogno di corrispondere lasciando che le impressioni si sfumino, lasciando impronte quasi trasparenti come l’acqua.

Giuseppe Rizzo è nato a Spongano (Le) nel 1965, vive e lavora a Milano. Il tema dello spazio, anche in qualità di architetto, investe prioritariamente la sua ricerca, non solo per la possibilità della progettazione. L’interesse è per quello spazio abitato delle umanità, nelle quali le misure spesso sono anche emotive. Intorno a questo scambio di corpi/volti in movimento e volumi plastici immobili, si insinuano collegamenti che bisogna imparare a cogliere e guardare, inventando soluzioni “tecniche”, come in questo caso, per i disegni a penna e acqua.