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Giuseppe Santomaso – Pittura animata
La mostra alla Cortesi Gallery di Londra vuole evidenziare la ricchezza e la molteplicità dei percorsi creativi di Santomaso, ma anche la vocazione internazionale, che ha sempre caratterizzato il suo lavoro, sia per quanto riguarda i dialoghi creativi che i rapporti personali.
Comunicato stampa
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Giuseppe Santomaso (Venezia, 1907-1990) è una figura fondamentale nell’arte della seconda metà del XX secolo, che ha saputo coniugare la millenaria tradizione pittorica e luministica della pittura veneta con le sollecitazioni più radicali delle grandi avanguardie internazionali del XX secolo.
Questa mostra alla Cortesi Gallery, curata da Francesca Pola, è la prima mostra personale dell’artista a Londra e nel Regno Unito dopo la sua scomparsa. Si colloca sessantasei anni dopo la sua unica personale in vita presentata in questa città, nel novembre del 1953 alla Hanover Gallery, che fu all’epoca accompagnata da un testo critico di Herbert Read.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Santomaso, l’esposizione raccoglie una serie di esempi fondamentali del lavoro dell’artista: dal 1948, anno della sua partecipazione alla prima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del secondo dopoguerra, al 1990, momento della sua scomparsa, per presentare i momenti cruciali di un’attività creativa che ha visto la sua affermazione tra i pionieri nel rinnovamento internazionale della pittura moderna.
Nell’Italia degli anni Quaranta, Giuseppe Santomaso è stato uno dei più precoci e decisivi interpreti della pittura non figurativa, oltre che uno dei principali animatori e promotori, insieme ad altri protagonisti quali Afro Basaldella ed Emilio Vedova, di raggruppamenti artistici radicali come il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto. L’autore intendeva ricreare le dinamiche della realtà attraverso la pittura: sia da un punto di vista fisico che emotivo, dando vita a immagini che paiono prendere forma, mai definitiva e sempre evocativa, nel momento stesso in cui le guardiamo. Una pittura “animata” da una vibrazione continua, nella quale ogni elemento tecnico, formale, compositivo, cromatico, concorre a restituire l’immagine distillata della vita e dell’esperienza che di essa facciamo attraverso i sensi e le emozioni, purificata dal filtro del pensiero e dell’immaginazione.
La mostra prende avvio da un esempio del fondamentale ciclo delle “finestre”, attraverso il quale Santomaso sintetizza in chiave inedita le conquiste delle avanguardie d’inizio secolo (in particolare, Cubismo e Futurismo), per passare poi ad alcune opere cruciali degli anni Cinquanta, in dialogo con un significativo nucleo di lavori su carta, che si richiamano, attraverso Kandinsky, all’ispirazione immateriale della musica e attraverso di essa maturano una nuova sintassi. Una di queste, Il capanno sfasciato, fu esposta alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1954, edizione in cui a Santomaso venne conferito il Gran Premio per la Pittura destinato a un pittore italiano.
Una sezione è poi dedicata al momento di maggiore sperimentalismo di materiali, tra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, con opere capitali come Palude in grigio (1959), Canto notturno n. 6 (1960), Il nido (1963), Bianchi (1964), dove si legge il dialogo con le poetiche informali, ma decantate di qualsiasi violenza gestuale o tautologia materica; sino alla svolta del 1964, quando l’artista sviluppa una sua peculiare tecnica fondata sul pigmento lasciato cadere sulla superficie attraverso un lento e stratificato procedimento a setaccio. Nascono così le grandi e aeree distese cromatiche che dalla seconda metà degli anni Sessanta agli anni estremi costituiscono una delle risposte pittoriche più originali alla temperie creativa internazionale: alle tendenze minimali e analitico-concettuali, vivificandone la freddezza attraverso il calore della storia e della memoria (in mostra, una delle sue rarissime Lettere a Palladio del 1977); al neoespressionismo del ritorno alla pittura degli anni Ottanta, decantato in chiave evocativa e sospesa, come testimoniato da capolavori quali Valenze (1978) o Strutture della memoria (1988).
L’esposizione alla Cortesi Gallery di Londra intende porre l’accento sulla ricchezza e molteplicità di questi percorsi creativi di Santomaso, ma anche sulla vocazione internazionale che ha da sempre caratterizzato la sua opera, sia nei dialoghi creativi sia nelle relazioni personali. Fattori che lo hanno portato non solo a un immediato successo fuori dall’Italia (la sua prima personale si tenne alla Galerie Rive Gauche di Parigi nel 1939), ma anche a entrare precocemente in prestigiose collezioni, quali ad esempio già dal 1962 quella di Peggy Guggenheim.
La mostra è accompagnata da una monografia bilingue (italiano / inglese), curata da Francesca Pola ed edita da Skira, che include un ampio saggio critico, una significativa selezione di scritti dell’artista, preziose fotografie e documenti d’epoca e una mappatura iconografica selezionata di sue opere presenti in musei e collezioni di tutto il mondo, oltre a immagini di tutti i lavori esposti, vedute della mostra, e un’appendice bio-bibliografica. Fondato su un’estesa ricerca storico- artistica, intende offrire nuovi spunti e occasioni agli studi internazionali sul lavoro di Santomaso.
Questa mostra alla Cortesi Gallery, curata da Francesca Pola, è la prima mostra personale dell’artista a Londra e nel Regno Unito dopo la sua scomparsa. Si colloca sessantasei anni dopo la sua unica personale in vita presentata in questa città, nel novembre del 1953 alla Hanover Gallery, che fu all’epoca accompagnata da un testo critico di Herbert Read.
Realizzata in collaborazione con l’Archivio Santomaso, l’esposizione raccoglie una serie di esempi fondamentali del lavoro dell’artista: dal 1948, anno della sua partecipazione alla prima Biennale Internazionale d’Arte di Venezia del secondo dopoguerra, al 1990, momento della sua scomparsa, per presentare i momenti cruciali di un’attività creativa che ha visto la sua affermazione tra i pionieri nel rinnovamento internazionale della pittura moderna.
Nell’Italia degli anni Quaranta, Giuseppe Santomaso è stato uno dei più precoci e decisivi interpreti della pittura non figurativa, oltre che uno dei principali animatori e promotori, insieme ad altri protagonisti quali Afro Basaldella ed Emilio Vedova, di raggruppamenti artistici radicali come il Fronte Nuovo delle Arti e il Gruppo degli Otto. L’autore intendeva ricreare le dinamiche della realtà attraverso la pittura: sia da un punto di vista fisico che emotivo, dando vita a immagini che paiono prendere forma, mai definitiva e sempre evocativa, nel momento stesso in cui le guardiamo. Una pittura “animata” da una vibrazione continua, nella quale ogni elemento tecnico, formale, compositivo, cromatico, concorre a restituire l’immagine distillata della vita e dell’esperienza che di essa facciamo attraverso i sensi e le emozioni, purificata dal filtro del pensiero e dell’immaginazione.
La mostra prende avvio da un esempio del fondamentale ciclo delle “finestre”, attraverso il quale Santomaso sintetizza in chiave inedita le conquiste delle avanguardie d’inizio secolo (in particolare, Cubismo e Futurismo), per passare poi ad alcune opere cruciali degli anni Cinquanta, in dialogo con un significativo nucleo di lavori su carta, che si richiamano, attraverso Kandinsky, all’ispirazione immateriale della musica e attraverso di essa maturano una nuova sintassi. Una di queste, Il capanno sfasciato, fu esposta alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia nel 1954, edizione in cui a Santomaso venne conferito il Gran Premio per la Pittura destinato a un pittore italiano.
Una sezione è poi dedicata al momento di maggiore sperimentalismo di materiali, tra fine anni Cinquanta e primi anni Sessanta, con opere capitali come Palude in grigio (1959), Canto notturno n. 6 (1960), Il nido (1963), Bianchi (1964), dove si legge il dialogo con le poetiche informali, ma decantate di qualsiasi violenza gestuale o tautologia materica; sino alla svolta del 1964, quando l’artista sviluppa una sua peculiare tecnica fondata sul pigmento lasciato cadere sulla superficie attraverso un lento e stratificato procedimento a setaccio. Nascono così le grandi e aeree distese cromatiche che dalla seconda metà degli anni Sessanta agli anni estremi costituiscono una delle risposte pittoriche più originali alla temperie creativa internazionale: alle tendenze minimali e analitico-concettuali, vivificandone la freddezza attraverso il calore della storia e della memoria (in mostra, una delle sue rarissime Lettere a Palladio del 1977); al neoespressionismo del ritorno alla pittura degli anni Ottanta, decantato in chiave evocativa e sospesa, come testimoniato da capolavori quali Valenze (1978) o Strutture della memoria (1988).
L’esposizione alla Cortesi Gallery di Londra intende porre l’accento sulla ricchezza e molteplicità di questi percorsi creativi di Santomaso, ma anche sulla vocazione internazionale che ha da sempre caratterizzato la sua opera, sia nei dialoghi creativi sia nelle relazioni personali. Fattori che lo hanno portato non solo a un immediato successo fuori dall’Italia (la sua prima personale si tenne alla Galerie Rive Gauche di Parigi nel 1939), ma anche a entrare precocemente in prestigiose collezioni, quali ad esempio già dal 1962 quella di Peggy Guggenheim.
La mostra è accompagnata da una monografia bilingue (italiano / inglese), curata da Francesca Pola ed edita da Skira, che include un ampio saggio critico, una significativa selezione di scritti dell’artista, preziose fotografie e documenti d’epoca e una mappatura iconografica selezionata di sue opere presenti in musei e collezioni di tutto il mondo, oltre a immagini di tutti i lavori esposti, vedute della mostra, e un’appendice bio-bibliografica. Fondato su un’estesa ricerca storico- artistica, intende offrire nuovi spunti e occasioni agli studi internazionali sul lavoro di Santomaso.
06
settembre 2019
Giuseppe Santomaso – Pittura animata
Dal 06 settembre al 26 ottobre 2019
arte contemporanea
Location
CORTESI GALLERY LONDON
London W1S2PD, Maddox St., 41/43
London W1S2PD, Maddox St., 41/43
Orario di apertura
dal lunedì al venerdì ore 10-18
sabato 12-18
Vernissage
6 Settembre 2019, ore 18-20.30.
Private view: lunedì 30 settembre 2019, dalle 18 alle 20.30
Sito web
Editore
SKIRA
Autore
Curatore
Autore testo critico