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Giuseppe Stagnitta – La pittura enigmatica di Giorgio de Chirico da metafisico a psicofisico
Attraverso 18 tra litografie e incisioni ritoccate a mano dall’artista sarà possibile vivere il processo di sviluppo dell’”idea” che il Pictor Optimus ha cercato con grande efficacia di comunicare tramite i suoi “manichini”, dall’immobilità e dalla sospensione, dall’enigma metafisico al “manichino” psicofisico, manipolato da fantasie di impronta infantile, fatto di ambienti onirici, per poi arrivare ai suoi autoritratti nell’ultima parte della sua produzione artistica, momento in cui il manichino che ricerca la verità si trasforma ironicamente nella sua immagine.
Comunicato stampa
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La mostra sarà inaugurata a Torre Vignazza -antica costruzione del Cinquecento, che faceva parte di un sistema di avvistamento posto a difesa del porto di Naxos che oggi è ritornata a vivere grazie all'intervento della Soprintendenza ai BB.CC.AA. di Messina, che l'ha espropriata e annessa al parco archeologico per restaurarla e trasformarla- lunedì 17 marzo 2008 alle ore 18.30.
Le sonorità metafisiche a cura di violino Romeo Gemma, musicista della scuola “amici della musica”: riflessioni sul tema: “suggestioni metafisiche” : l’immobilità, la sospensione, la solitudine esistenziale, l’etereo, il processo di pietrificazione, di stupore nell'immobilità, di fossilizzazione dello spazio e del tempo questa è la vera essenza della metafisica di de Chirico.
“Per avere pensieri originali, straordinari, forse immortali è sufficiente estraniarsi dal mondo e dalle cose per certi momenti in modo così totale che gli oggetti e i processi più ordinari appaiano assolutamente nuovi e ignoti, sicché in tal modo si dischiude la loro vera essenza”.
Arthur Schopenhauer
Omaggio a Giorgio de Chirico in occasione del trentesimo anno della sua morte. Nella storia dell'arte Giorgio de Chirico (nato a Vòlos in Grecia nel 1888 e morto a Roma il 22 novembre 1978, figlio di una baronessa genovese e di un ingegnere siciliano trapiantato in Grecia) si muove in un paesaggio mitico è tra i massimi artisti del nostro secolo. Non esiste una personalità più complessa e contraddittoria. Pittore, scultore, scrittore, precursore, inventore e ricercatore di tecniche pittoriche. Non esiste nessuno che assomigli al Pictor Optimus, nessuno che sia stato capace di una eguale proposta di inquietudini sul senso dell'esistenza e sul significato dell'arte. Non v'è una tradizione, uno stile o una tendenza pittorica che possa contenere o limitare la personalità di de Chirico anche se rende costantemente omaggio agli obblighi inderogabili di una severa disciplina pittorica d'una pittura chiara e solida in cui figure e cose appaiono come lavate e purificate e risplendenti d'una luce intensa. Fenomeno di bellezza metafisica cha ha qualcosa di primaverile e di autunnale nel tempo stesso.
De Chirico approfondisce anche la lettura di Nietzsche e Schopenhauer che avranno un forte influsso sull'artista e risulteranno fondamentali per cogliere il senso del percorso e della ricerca artistica e filosofica: Schopenhauer e Nietzsche, per primi insegnarono il profondo significato del non-senso della vita e come tale non-senso potesse venir trasmutato in arte, anzi dovesse costituire l’intimo scheletro d’un’arte veramente nuova, libera e profonda. Il non-senso del mondo nasconde un senso più profondo e tuttavia indecifrabile, “Metafisico”, che non può essere descritto, ma solo rilevato da un’immagine che l’artista ha il potere di fissare.
Con il progetto espositivo “da metafisico a psicofisico” i curatori della mostra intendono innanzi tutto fare un omaggio al Pictor Optimum e allo stesso tempo cercare di valorizzare e descrivere, tramite parte della produzione grafica che va dal 1969 al 1976, il processo di sviluppo dell’”idea” che Giorgio de Chirico ha cercato con grande efficacia di comunicare tramite i suoi “manichini”.
Attraverso 18 tra litografie e incisioni ritoccate a mano dall’artista sarà possibile vivere questo percorso del “manichino”, dall’immobilità e dalla sospensione, dall’enigma metafisico al “manichino” psicofisico, manipolato da fantasie di impronta infantile, fatto di ambienti onirici, per poi arrivare ai suoi autoritratti nell’ultima parte della sua produzione artistica, momento in cui il manichino che ricerca la verità si trasforma ironicamente nella sua immagine. Un senso ironico sembra percorrere lucidamente questa metafisica del “fare arte”: “la ripresa di se stessi diviene infatti essa stessa operazione metafisica. Rimando a quella nietzschiana esaltazione del gioco che permetteva a de Chirico di mescolare passato e presente, enigma a dichiarata verità, sogno a quotidianità, invenzione e citazione, la solitudine con l’affollamento di presenze teatrali nell’immaginario” (Gioia Mori, 1988).
“Superate, ve ne prego, uomini superiori, le piccole virtù, le piccole assennatezze, i riguardi minuscoli, il brulichio delle formiche, il benessere miserabile, la felicità del maggior numero”: così parlò Zarathustra.
Le sonorità metafisiche a cura di violino Romeo Gemma, musicista della scuola “amici della musica”: riflessioni sul tema: “suggestioni metafisiche” : l’immobilità, la sospensione, la solitudine esistenziale, l’etereo, il processo di pietrificazione, di stupore nell'immobilità, di fossilizzazione dello spazio e del tempo questa è la vera essenza della metafisica di de Chirico.
“Per avere pensieri originali, straordinari, forse immortali è sufficiente estraniarsi dal mondo e dalle cose per certi momenti in modo così totale che gli oggetti e i processi più ordinari appaiano assolutamente nuovi e ignoti, sicché in tal modo si dischiude la loro vera essenza”.
Arthur Schopenhauer
Omaggio a Giorgio de Chirico in occasione del trentesimo anno della sua morte. Nella storia dell'arte Giorgio de Chirico (nato a Vòlos in Grecia nel 1888 e morto a Roma il 22 novembre 1978, figlio di una baronessa genovese e di un ingegnere siciliano trapiantato in Grecia) si muove in un paesaggio mitico è tra i massimi artisti del nostro secolo. Non esiste una personalità più complessa e contraddittoria. Pittore, scultore, scrittore, precursore, inventore e ricercatore di tecniche pittoriche. Non esiste nessuno che assomigli al Pictor Optimus, nessuno che sia stato capace di una eguale proposta di inquietudini sul senso dell'esistenza e sul significato dell'arte. Non v'è una tradizione, uno stile o una tendenza pittorica che possa contenere o limitare la personalità di de Chirico anche se rende costantemente omaggio agli obblighi inderogabili di una severa disciplina pittorica d'una pittura chiara e solida in cui figure e cose appaiono come lavate e purificate e risplendenti d'una luce intensa. Fenomeno di bellezza metafisica cha ha qualcosa di primaverile e di autunnale nel tempo stesso.
De Chirico approfondisce anche la lettura di Nietzsche e Schopenhauer che avranno un forte influsso sull'artista e risulteranno fondamentali per cogliere il senso del percorso e della ricerca artistica e filosofica: Schopenhauer e Nietzsche, per primi insegnarono il profondo significato del non-senso della vita e come tale non-senso potesse venir trasmutato in arte, anzi dovesse costituire l’intimo scheletro d’un’arte veramente nuova, libera e profonda. Il non-senso del mondo nasconde un senso più profondo e tuttavia indecifrabile, “Metafisico”, che non può essere descritto, ma solo rilevato da un’immagine che l’artista ha il potere di fissare.
Con il progetto espositivo “da metafisico a psicofisico” i curatori della mostra intendono innanzi tutto fare un omaggio al Pictor Optimum e allo stesso tempo cercare di valorizzare e descrivere, tramite parte della produzione grafica che va dal 1969 al 1976, il processo di sviluppo dell’”idea” che Giorgio de Chirico ha cercato con grande efficacia di comunicare tramite i suoi “manichini”.
Attraverso 18 tra litografie e incisioni ritoccate a mano dall’artista sarà possibile vivere questo percorso del “manichino”, dall’immobilità e dalla sospensione, dall’enigma metafisico al “manichino” psicofisico, manipolato da fantasie di impronta infantile, fatto di ambienti onirici, per poi arrivare ai suoi autoritratti nell’ultima parte della sua produzione artistica, momento in cui il manichino che ricerca la verità si trasforma ironicamente nella sua immagine. Un senso ironico sembra percorrere lucidamente questa metafisica del “fare arte”: “la ripresa di se stessi diviene infatti essa stessa operazione metafisica. Rimando a quella nietzschiana esaltazione del gioco che permetteva a de Chirico di mescolare passato e presente, enigma a dichiarata verità, sogno a quotidianità, invenzione e citazione, la solitudine con l’affollamento di presenze teatrali nell’immaginario” (Gioia Mori, 1988).
“Superate, ve ne prego, uomini superiori, le piccole virtù, le piccole assennatezze, i riguardi minuscoli, il brulichio delle formiche, il benessere miserabile, la felicità del maggior numero”: così parlò Zarathustra.
17
marzo 2008
Giuseppe Stagnitta – La pittura enigmatica di Giorgio de Chirico da metafisico a psicofisico
Dal 17 al 30 marzo 2008
arte contemporanea
Location
TORRE VIGNAZZA
Giardini Naxos, Contrada Recanati, (Messina)
Giardini Naxos, Contrada Recanati, (Messina)
Orario di apertura
dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 17.30
Autore