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Giusy Lauriola / Ivana Puljic – Sei gradi. Un istante
Un gioco di parole – sei gradi – a cui allude il titolo della mostra. Sta per sei quadri. Ma implica anche un’idea di latitudine-longitudine. Diversi punti di osservazione della realtà, sintetizzati in un istante. Sei opere di Giusy Lauriola, sei opere di Ivana Puljić.
Comunicato stampa
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Artiste che hanno in comune la matrice pittorica e figurativa. Entrambe procedono per contaminazioni e stratificazioni. Utilizzano rispettivamente la resina e la cera, due materie che hanno in sé la duplicità dell’essere liquide e solide, naturali e artificiali.
Giusy Lauriola ribalta la propria visione fotografica, sentendo l’esigenza di un ritorno alla manualità tecnica della pittura ad olio, che però blocca sotto uno strato di resina trasparente.
Ivana Puljić, invece, dà voce al proprio mondo interiore sperimentando le potenzialità della cera fusa che unisce ai pigmenti, per lasciarla colare nei solchi incisi nella tavola di legno.
Interno/esterno. Presenza/assenza.
Negli “Interni” di Puljić c’è la memoria della lezione Fauves. L’artista croata entra in punta di piedi tra le mura domestiche. La sua poetica è incentrata sull’uomo contemporaneo, protagonista indiretto della sua quotidianità. A parlare sono gli oggetti consueti - perfino banali - che lo circondano. E’ nella vita di questi oggetti che si riflette quella dell’individuo. Approdo sicuro e confortante, proprio per la prevedibilità intrinseca che li connota.
Nella serie “Walking”, Giusy Lauriola si concentra sugli esterni. Osserva i passanti in un contesto urbano che è quello di Roma, la sua città: uomini e donne privi di identità. L’artista sceglie di dipingere solo con il bianco, il nero e il blu, che mischia ottenendo anche i grigi. Spesso le persone che descrive sono sagome bianche. Nell’anonimato è come se questi individui svelassero un segreto: la loro anima.
Giusy Lauriola vive e lavora a Roma. Nel corso del suo percorso artistico ha indagato questioni pubbliche, come la guerra in Iraq, in maniera privata, sottolineando temi come l'indifferenza al dolore degli altri, i bisogni indotti e il potere della pubblicità. Come strumento di lavoro ha utilizzato in passato la fotografia digitale rielaborata al computer e contaminata dalla pittura. Quasi per allontanare il dolore raccontato, dopo il lavoro sulla guerra, sposta l’attenzione sulla sua città - Roma - che interpreta attraverso visioni oniriche. Il progetto successivo è la ricerca del divino nel quotidiano: la lotta tra Illuminazione e Oscurità. Al ritorno da un viaggio in Burkina Faso nasce una visione frammentaria, simile a flash, che sintetizza souvenir di viaggio, momenti del presente e ricordi imprevisti. Il suo sguardo, nel frattempo, è profondamente cambiato. È attratto dall’essenziale. Questo nuovo discorso in fieri coincide con il ritorno alla tecnica tradizionale della pittura, alla chimica dell’impasto, che appartengono al suo passato. La tecnica pittorica è arricchita da colate di resina e i nuovi lavori raccontano di ciò che l’artista vede ascolta camminando per la città.
Ivana Puljić è nata nel 1974 a Spalato (Croazia), dove studia Storia dell’Arte alla Facoltà di Lettere. Nel 1995 si trasferisce a Roma e si iscrive nell’Accademia di Belle Arti, dove si diploma in pittura nel 2000. Vive e lavora tra Roma e Spalato, due città che hanno contribuito nella creazione della sua continua ricerca. Vivendo tra diversi posti nell’accelerazione e nel caos cittadino decide di concedere la sua attenzione agli ambienti intimi che la circondano e frugare nella sua struttura più profonda e spirituale. Il materiale che la affascina particolarmente è la cera.
Giusy Lauriola ribalta la propria visione fotografica, sentendo l’esigenza di un ritorno alla manualità tecnica della pittura ad olio, che però blocca sotto uno strato di resina trasparente.
Ivana Puljić, invece, dà voce al proprio mondo interiore sperimentando le potenzialità della cera fusa che unisce ai pigmenti, per lasciarla colare nei solchi incisi nella tavola di legno.
Interno/esterno. Presenza/assenza.
Negli “Interni” di Puljić c’è la memoria della lezione Fauves. L’artista croata entra in punta di piedi tra le mura domestiche. La sua poetica è incentrata sull’uomo contemporaneo, protagonista indiretto della sua quotidianità. A parlare sono gli oggetti consueti - perfino banali - che lo circondano. E’ nella vita di questi oggetti che si riflette quella dell’individuo. Approdo sicuro e confortante, proprio per la prevedibilità intrinseca che li connota.
Nella serie “Walking”, Giusy Lauriola si concentra sugli esterni. Osserva i passanti in un contesto urbano che è quello di Roma, la sua città: uomini e donne privi di identità. L’artista sceglie di dipingere solo con il bianco, il nero e il blu, che mischia ottenendo anche i grigi. Spesso le persone che descrive sono sagome bianche. Nell’anonimato è come se questi individui svelassero un segreto: la loro anima.
Giusy Lauriola vive e lavora a Roma. Nel corso del suo percorso artistico ha indagato questioni pubbliche, come la guerra in Iraq, in maniera privata, sottolineando temi come l'indifferenza al dolore degli altri, i bisogni indotti e il potere della pubblicità. Come strumento di lavoro ha utilizzato in passato la fotografia digitale rielaborata al computer e contaminata dalla pittura. Quasi per allontanare il dolore raccontato, dopo il lavoro sulla guerra, sposta l’attenzione sulla sua città - Roma - che interpreta attraverso visioni oniriche. Il progetto successivo è la ricerca del divino nel quotidiano: la lotta tra Illuminazione e Oscurità. Al ritorno da un viaggio in Burkina Faso nasce una visione frammentaria, simile a flash, che sintetizza souvenir di viaggio, momenti del presente e ricordi imprevisti. Il suo sguardo, nel frattempo, è profondamente cambiato. È attratto dall’essenziale. Questo nuovo discorso in fieri coincide con il ritorno alla tecnica tradizionale della pittura, alla chimica dell’impasto, che appartengono al suo passato. La tecnica pittorica è arricchita da colate di resina e i nuovi lavori raccontano di ciò che l’artista vede ascolta camminando per la città.
Ivana Puljić è nata nel 1974 a Spalato (Croazia), dove studia Storia dell’Arte alla Facoltà di Lettere. Nel 1995 si trasferisce a Roma e si iscrive nell’Accademia di Belle Arti, dove si diploma in pittura nel 2000. Vive e lavora tra Roma e Spalato, due città che hanno contribuito nella creazione della sua continua ricerca. Vivendo tra diversi posti nell’accelerazione e nel caos cittadino decide di concedere la sua attenzione agli ambienti intimi che la circondano e frugare nella sua struttura più profonda e spirituale. Il materiale che la affascina particolarmente è la cera.
12
maggio 2009
Giusy Lauriola / Ivana Puljic – Sei gradi. Un istante
Dal 12 maggio al 30 giugno 2009
arte contemporanea
Location
GALLERIA 196
Roma, Via Dei Coronari, 194, (Roma)
Roma, Via Dei Coronari, 194, (Roma)
Orario di apertura
Lunedì 16,00 – 19,30
Martedì - Sabato 10,00 – 13,30 e 16,00 –19,30
(ch. dom. e lun.mattina)
Vernissage
12 Maggio 2009, ore 19-24
Autore
Curatore