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Glenn Brown
La mostra include oltre sessanta dipinti, sculture e numerose opere nuove, offrendo così un percorso attraverso i diversi nuclei pittorici e concettuali prodotti dall’artista.
Comunicato stampa
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La Fondazione Sandretto Re Rebaudengo presenta dal 28 maggio al 4 ottobre 2009 la retrospettiva dell’artista britannico Glenn Brown, organizzata in collaborazione con la TATE Liverpool e a cura di Francesco Bonami e Laurence Sillars.
Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. L’artista ha dato un contributo significativo all’arte contemporanea internazionale, in particolare nel campo della pittura, attraverso le sue opere che sintetizzano classico e contemporaneo, spaziando dall’ambito accademico a quello della cultura popolare. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.
Brown è affascinato dal modo in cui la riproduzione dei dipinti stravolge la qualità degli originali. Dimensioni, colori, consistenza della superficie e pennellate sono gli strumenti attraverso i quali l’artista trasforma immagini celebri in “aliene”. Lavorando sulle immagini stampate nei libri oppure proiettandone le riproduzioni sulla superficie di un dipinto vuoto, Brown abbellisce selvaggiamente la sua fonte iniziale. Il colore naturalistico si fa putrido o kitsch, le figure sono allungate o allargate fino a divenire grottesche e il pesante impasto è reso totalmente piatto tramite una meticolosa rappresentazione.
La mostra, che include oltre sessanta dipinti, sculture e numerose opere nuove, offrirà un percorso attraverso i diversi nuclei pittorici e concettuali prodotti dall’artista, tra i quali spiccano l’ossessiva copiatura di tecniche pittoriche appartenenti ad altri artisti o epoche, e la sua indagine sulle categorie del sublime e del kitsch.
Come sottolinea il curatore Francesco Bonami, “mai prima d'ora la pittura è stata esplorata così in profondità, utilizzando i linguaggi esistenti, evitando le rivoluzioni dell'avanguardia ma allo stesso tempo ricombinando diversi momenti rivoluzionari della storia dell'arte, quasi a creare un'esperienza di uscita dal corpo. Lo spettatore non solo è costretto a guardare il quadro che gli sta di fronte, ma deve anche andare a cercare i quadri-modello nella sua memoria: guardando un'opera di Glenn Brown si ha l'inquietante impressione di essere davanti a qualcuno che si conosce bene, ma che è stato trasformato in qualcun altro o ne ha misteriosamente acquisito le sembianze. La grandezza dell'opera di Glenn Brown risiede nella sua capacità di raccontarci gli infiniti mutamenti della storia della pittura, la sua decadenza e la sua resurrezione, la sua capacità di restare giovane mentre tutto intorno a lei invecchia inesorabilmente. Con una sofisticata operazione di chirurgia plastica, Glenn Brown crea una nuova serie di capolavori a partire da quelli che invecchiano. Noi li amiamo e insieme li temiamo”.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il contributo di Gioco del Lotto-Lottomatica.
Glenn Brown è nato a Hexam nel 1966. Dal 1984 al 1992 ha studiato a Norwich School of Art, Bath College of Higher Education e si è formato al Goldsmith's College. Nel 2000 è stato inoltre selezionato per il Turner Prize.
La mostra è organizzata in collaborazione con la Tate Gallery di Liverpool, che ha ospitato l’esposizione dal 20 febbraio al 10 maggio 2009.
Glenn Brown è uno degli artisti più apprezzati della sua generazione e questa mostra è la più ampia rassegna finora dedicata al suo lavoro. L’artista ha dato un contributo significativo all’arte contemporanea internazionale, in particolare nel campo della pittura, attraverso le sue opere che sintetizzano classico e contemporaneo, spaziando dall’ambito accademico a quello della cultura popolare. Nel corso della sua carriera Brown ha preso ispirazione da fonti molto diverse tra loro, mettendo sullo stesso piano Fragonard e Dalì, il ritratto storico e le immagini fantastiche prodotte dalla fantascienza. Brown lavora sull’immagine di partenza fino a modificarla profondamente, creando così un’opera completamente nuova ma che evoca nello spettatore qualcosa di familiare, di conosciuto.
Brown è affascinato dal modo in cui la riproduzione dei dipinti stravolge la qualità degli originali. Dimensioni, colori, consistenza della superficie e pennellate sono gli strumenti attraverso i quali l’artista trasforma immagini celebri in “aliene”. Lavorando sulle immagini stampate nei libri oppure proiettandone le riproduzioni sulla superficie di un dipinto vuoto, Brown abbellisce selvaggiamente la sua fonte iniziale. Il colore naturalistico si fa putrido o kitsch, le figure sono allungate o allargate fino a divenire grottesche e il pesante impasto è reso totalmente piatto tramite una meticolosa rappresentazione.
La mostra, che include oltre sessanta dipinti, sculture e numerose opere nuove, offrirà un percorso attraverso i diversi nuclei pittorici e concettuali prodotti dall’artista, tra i quali spiccano l’ossessiva copiatura di tecniche pittoriche appartenenti ad altri artisti o epoche, e la sua indagine sulle categorie del sublime e del kitsch.
Come sottolinea il curatore Francesco Bonami, “mai prima d'ora la pittura è stata esplorata così in profondità, utilizzando i linguaggi esistenti, evitando le rivoluzioni dell'avanguardia ma allo stesso tempo ricombinando diversi momenti rivoluzionari della storia dell'arte, quasi a creare un'esperienza di uscita dal corpo. Lo spettatore non solo è costretto a guardare il quadro che gli sta di fronte, ma deve anche andare a cercare i quadri-modello nella sua memoria: guardando un'opera di Glenn Brown si ha l'inquietante impressione di essere davanti a qualcuno che si conosce bene, ma che è stato trasformato in qualcun altro o ne ha misteriosamente acquisito le sembianze. La grandezza dell'opera di Glenn Brown risiede nella sua capacità di raccontarci gli infiniti mutamenti della storia della pittura, la sua decadenza e la sua resurrezione, la sua capacità di restare giovane mentre tutto intorno a lei invecchia inesorabilmente. Con una sofisticata operazione di chirurgia plastica, Glenn Brown crea una nuova serie di capolavori a partire da quelli che invecchiano. Noi li amiamo e insieme li temiamo”.
La mostra è organizzata dalla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo con il contributo di Gioco del Lotto-Lottomatica.
Glenn Brown è nato a Hexam nel 1966. Dal 1984 al 1992 ha studiato a Norwich School of Art, Bath College of Higher Education e si è formato al Goldsmith's College. Nel 2000 è stato inoltre selezionato per il Turner Prize.
La mostra è organizzata in collaborazione con la Tate Gallery di Liverpool, che ha ospitato l’esposizione dal 20 febbraio al 10 maggio 2009.
28
maggio 2009
Glenn Brown
Dal 28 maggio al 04 ottobre 2009
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Biglietti
intero € 5 , gruppi € 4, ridotto € 3. Giovedì dalle 20 alle 23 ingresso gratuito.
Orario di apertura
Da martedì a domenica dalle 12 alle 20. Giovedì dalle 12 alle 23. chiusa per il periodo estivo dal 3 al 24 agosto 2009.
Vernissage
28 Maggio 2009, alle ore 18.30.
Autore
Curatore