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Gli amici pittori di Londra
Questi artisti non condividono un’unita’ stilistica o programmatica; appartengono a generazioni diverse e sono tutti fortemente individualisti
Comunicato stampa
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Il titolo di questa mostra e’ rivelatore del rapporto tra il curatore e gli artisti esposti, ma ovviamente il suo scopo e’ quello di far conoscere al pubblico italiano un gruppo di artisti di varie nazionalità che lavorano, o hanno lavorato, per lo più a Londra.
Questi artisti non condividono un’unita’ stilistica o programmatica; appartengono a generazioni diverse e sono tutti fortemente individualisti. Operano ai margini dei movimenti ufficiali della modernità e della post-modernità e affrontano quotidianamente con rinnovato vigore la sfida del fare pittura. Forse una delle poche cose che li accomuna e’ la genuina stima reciproca, stima che negli anni hanno avuto modo di manifestarsi a parole e nei fatti, esiste infatti un fitto intreccio di articoli e testi vari che molti di questi artisti hanno scritto l’uno per l’altro.
Nel 1976 Kitaj curò un’imponente mostra alla Hayward Gallery chiamata “The Human Clay”,e nel catalogo scrisse che:” ”In questa piccola isola ci sono personalità artistiche uniche, forti…. di classe mondiale.... penso, infatti, che esiste una reale Scuola di Londra… e se a qualcuna di queste strane e affascinanti personalità ..... fosse riservata una frazione di quell’attenzione internazionale e di quell’incoraggiamento che, in questa nostra epoca sterile sono dati alle avanguardie provinciali e ortodosse, una Scuola di Londra potrebbe diventare assai più reale di quella che mi sono costruito nella testa.”
GLI AMICI DI LONDRA non intende ri-evocare quella situazione ne’ pensa di esserne il prosieguo.
Forse in spirito e’ piu’ vicina ad un altra mostra londinese curata da Timothy Hyman nel 1979 dal titolo “Narrative Paintings”. Scrisse Hyman nel catalogo: “Non si propone una nuova scuola o un nuovo movimento, ma solo un campione di casi individuali, ognuno dei quali si è sviluppato isolatamente (anche se alcuni hanno un evidente debito con l’uno o l’altro dei pittori più anziani in mostra)”
La mostra di Bergamo, pur avendo qualcosa in comune con quella di Hyman, per esempio quattro degli artisti sono presenti in tutte e due le mostre: Andrzej Jackowski, Ken Kiff, Kitaj e lo stesso Hyman, non e’ una mostra programmatica e non ha un’anima polemica. “E’ una mostra che mi sono cucito addosso, dice Mannocci, e malgrado i lavori di tutti questi artisti siano oggettivamente molto diversi l’uno dall’altro e tutti diversi dal mio, considero questi pittori come tanti alter ego che ogni tanto hanno fatto il quadro che avrei voluto e forse potuto fare anch’io.”
Continua Mannocci: “ Con questi artisti condivido un’incrollabile fiducia nella pittura di essere capace di gestire, come la parola, il problema della dimensione simbolica dell’esistenza e, accompagnata a questa fiducia, sento in questi pittori la presenza di una grande onestà intellettuale e morale.”
Questi artisti non condividono un’unita’ stilistica o programmatica; appartengono a generazioni diverse e sono tutti fortemente individualisti. Operano ai margini dei movimenti ufficiali della modernità e della post-modernità e affrontano quotidianamente con rinnovato vigore la sfida del fare pittura. Forse una delle poche cose che li accomuna e’ la genuina stima reciproca, stima che negli anni hanno avuto modo di manifestarsi a parole e nei fatti, esiste infatti un fitto intreccio di articoli e testi vari che molti di questi artisti hanno scritto l’uno per l’altro.
Nel 1976 Kitaj curò un’imponente mostra alla Hayward Gallery chiamata “The Human Clay”,e nel catalogo scrisse che:” ”In questa piccola isola ci sono personalità artistiche uniche, forti…. di classe mondiale.... penso, infatti, che esiste una reale Scuola di Londra… e se a qualcuna di queste strane e affascinanti personalità ..... fosse riservata una frazione di quell’attenzione internazionale e di quell’incoraggiamento che, in questa nostra epoca sterile sono dati alle avanguardie provinciali e ortodosse, una Scuola di Londra potrebbe diventare assai più reale di quella che mi sono costruito nella testa.”
GLI AMICI DI LONDRA non intende ri-evocare quella situazione ne’ pensa di esserne il prosieguo.
Forse in spirito e’ piu’ vicina ad un altra mostra londinese curata da Timothy Hyman nel 1979 dal titolo “Narrative Paintings”. Scrisse Hyman nel catalogo: “Non si propone una nuova scuola o un nuovo movimento, ma solo un campione di casi individuali, ognuno dei quali si è sviluppato isolatamente (anche se alcuni hanno un evidente debito con l’uno o l’altro dei pittori più anziani in mostra)”
La mostra di Bergamo, pur avendo qualcosa in comune con quella di Hyman, per esempio quattro degli artisti sono presenti in tutte e due le mostre: Andrzej Jackowski, Ken Kiff, Kitaj e lo stesso Hyman, non e’ una mostra programmatica e non ha un’anima polemica. “E’ una mostra che mi sono cucito addosso, dice Mannocci, e malgrado i lavori di tutti questi artisti siano oggettivamente molto diversi l’uno dall’altro e tutti diversi dal mio, considero questi pittori come tanti alter ego che ogni tanto hanno fatto il quadro che avrei voluto e forse potuto fare anch’io.”
Continua Mannocci: “ Con questi artisti condivido un’incrollabile fiducia nella pittura di essere capace di gestire, come la parola, il problema della dimensione simbolica dell’esistenza e, accompagnata a questa fiducia, sento in questi pittori la presenza di una grande onestà intellettuale e morale.”
19
maggio 2007
Gli amici pittori di Londra
Dal 19 maggio al 15 luglio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA CERIBELLI
Bergamo, Via San Tomaso, 86, (Bergamo)
Bergamo, Via San Tomaso, 86, (Bergamo)
Vernissage
19 Maggio 2007, ore 18
Editore
LUBRINA
Autore
Curatore