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Gli occhi della Follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell’arte
Una ricognizione completa e precisa tra preziosi manoscritti, incunaboli, cinquecentine, stampe, facsimili, e pubblicazioni moderne della biblioteca, tesa ad illustrare la figura del giullare dai primi secoli del medioevo fino a oggi. La sua importanza storica consiste nell’aver consentito la trasmissione della tradizione teatrale dall’epoca greca e latina fino ai giorni nostri.
Comunicato stampa
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Una ricognizione completa e precisa tra preziosi manoscritti, incunaboli, cinquecentine, stampe, facsimili, e pubblicazioni moderne della biblioteca, tesa ad illustrare la figura del giullare dai primi secoli del medioevo fino a oggi. La sua importanza storica consiste nell’aver consentito la trasmissione della tradizione teatrale dall’epoca greca e latina fino ai giorni nostri.
Sotto gli abiti colorati, i campanelli e le piume che guarnivano il cappello di buffoni, giullari, nani e cantastorie si celava l’opera di persone che hanno reso un grande servizio alla storia culturale dell’Occidente europeo. Per lunghi secoli, infatti, la pratica teatrale era completamente scomparsa dal panorama culturale.
In Italia fin dai tempi più antichi il termine “giullare” (parola che è ricalcata semanticamente su joculator) è stato usato come una specie di contenitore per indicare numerose figure di intrattenitori. Li abbiamo conosciuti con il nome di istrioni, mimi, ciarlatani, saltimbanchi, imbonitori, cantastorie, domatori e ammaestratori d’animali, acrobati, mangiatori di fuoco, giocolieri, burattinai, prestigiatori, lottatori, guitti, danzatori. Un personaggio poliedrico che doveva la sua sopravvivenza all’arte della comunicazione e alla capacità di ottenere una retribuzione per il suo lavoro.
Il cospicuo materiale iconografico e librario rende il percorso espositivo molto affascinante; il giullare ha rappresentato il polo laico della cultura medievale, praticamente l’unico contraltare alla figura del chierico.
I temi su cui si articola l’esposizione sono i seguenti:
I giullari tra condanna e redenzione - Tra follia e saggezza - Lussuria, gola ed altri peccati - La corte, la musica, le feste - I mestieri della strada - Gonnella, il principe (fantasma) della giulleria italiana - Nani, Nani, Nani - L’insipiens del salmo 52 - Omnia mors aequat - Stultorum infinitus est numerus - Le testimonianze letterarie - I giullari nel mondo moderno e contemporaneo.
In mostra sarà esposta anche un’opera pittorica del premio Nobel per la letteratura Dario Fo, ed è attesa la sua presenza all’inaugurazione. Fo ha il merito di avere imposto all’attenzione del pubblico l’attività svolta da queste figure trascurate dalla storia del teatro. Il suo spettacolo Mistero buffo ha riaperto la discussione e offerto numerosi spunti per la riflessione sul tema.
Tra le altre opere esposte ci sarà un cartellone usato dal cantastorie siciliano Franco Trincale nei suoi spettacoli di piazza una tela e una scultura del maestro Maurizio Carnevali e alcune marottes dello scultore friulano Luigi Revelant.
Sotto gli abiti colorati, i campanelli e le piume che guarnivano il cappello di buffoni, giullari, nani e cantastorie si celava l’opera di persone che hanno reso un grande servizio alla storia culturale dell’Occidente europeo. Per lunghi secoli, infatti, la pratica teatrale era completamente scomparsa dal panorama culturale.
In Italia fin dai tempi più antichi il termine “giullare” (parola che è ricalcata semanticamente su joculator) è stato usato come una specie di contenitore per indicare numerose figure di intrattenitori. Li abbiamo conosciuti con il nome di istrioni, mimi, ciarlatani, saltimbanchi, imbonitori, cantastorie, domatori e ammaestratori d’animali, acrobati, mangiatori di fuoco, giocolieri, burattinai, prestigiatori, lottatori, guitti, danzatori. Un personaggio poliedrico che doveva la sua sopravvivenza all’arte della comunicazione e alla capacità di ottenere una retribuzione per il suo lavoro.
Il cospicuo materiale iconografico e librario rende il percorso espositivo molto affascinante; il giullare ha rappresentato il polo laico della cultura medievale, praticamente l’unico contraltare alla figura del chierico.
I temi su cui si articola l’esposizione sono i seguenti:
I giullari tra condanna e redenzione - Tra follia e saggezza - Lussuria, gola ed altri peccati - La corte, la musica, le feste - I mestieri della strada - Gonnella, il principe (fantasma) della giulleria italiana - Nani, Nani, Nani - L’insipiens del salmo 52 - Omnia mors aequat - Stultorum infinitus est numerus - Le testimonianze letterarie - I giullari nel mondo moderno e contemporaneo.
In mostra sarà esposta anche un’opera pittorica del premio Nobel per la letteratura Dario Fo, ed è attesa la sua presenza all’inaugurazione. Fo ha il merito di avere imposto all’attenzione del pubblico l’attività svolta da queste figure trascurate dalla storia del teatro. Il suo spettacolo Mistero buffo ha riaperto la discussione e offerto numerosi spunti per la riflessione sul tema.
Tra le altre opere esposte ci sarà un cartellone usato dal cantastorie siciliano Franco Trincale nei suoi spettacoli di piazza una tela e una scultura del maestro Maurizio Carnevali e alcune marottes dello scultore friulano Luigi Revelant.
12
novembre 2013
Gli occhi della Follia. Giullari e buffoni di corte nella storia e nell’arte
Dal 12 novembre al 06 dicembre 2013
arte antica
Location
BIBLIOTECA NAZIONALE BRAIDENSE
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Milano, Via Brera, 28, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato 9,30 - 13,30
Vernissage
12 Novembre 2013, h 17.30
Curatore