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GLI OCCHI DELLA MENTE
L’intento della mostra è quello di introdurre il pubblico al potere emozionale dell’arte astratta, da cui dovremmo imparare a farci travolgere. Incoraggiandoci ad uscire dalla propria zona di comfort e a comprendere che il soggetto non è più un oggetto o una persona, ma sono i concetti e le idee.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Il 23 Giugno 2023 sarà inaugurata, presso il Wire Coworking Space in zona Piazzale della Radio, la
collettiva GLI OCCHI DELLA MENTE – Mostra di arte astratta.
GLI OCCHI DELLA MENTE, è organizzata da Arte e Città a Colori e curata da Craving Art, e sarà
visitabile dal 23 Giugno al 8 Settembre ‘23 al Wire Coworking Space (via Baccio Baldini, 12, zona
Piazzale della Radio).
L’intento della mostra è quello di introdurre il pubblico al potere emozionale dell’arte astratta, da cui
dovremmo imparare a farci travolgere.
Le opere esposte a “Gli occhi della mente”, infatti, incoraggiano ad uscire dalla propria zona di
comfort, a fare un passo al di fuori del mondo fisico e a comprendere che il soggetto del dipinto non
è più un oggetto o una persona, ma sono i concetti e le idee.
Sono infatti opere che non possono essere spiegate adeguatamente con le parole, perché si
riferiscono alle parti non verbali della nostra esistenza, andando oltre il linguaggio e trascendendo le
definizioni.
L’assenza di riferimenti oggettivi può risultare alienante per alcuni osservatori, che si trovano senza
punti di riferimento concreti. Tuttavia, è proprio questa mancanza di figurazione che permette
all'arte astratta di aprire nuovi orizzonti e di comunicare concetti ed emozioni al di là delle limitazioni
della rappresentazione mimetica.
Utilizzando gli elementi puri di forma, linea, colore, trama, composizione e processo, questi artisti
hanno espresso le loro visioni del mondo e si sono liberati dalle restrizioni della rappresentazione
figurativa per raggiungere un'autenticità espressiva più profonda.
Il percorso della mostra “Gli occhi della mente” vuole spronare lo spettatore ad esplorare e a
sviluppare un proprio dialogo con le opere esposte, stimolando l'immaginazione e aprendo la porta a
interpretazioni soggettive.
Come la musica, la più astratta delle arti, anch’essa svincolata da ogni funzione di rappresentazione, i
colori e i segni di queste opere consentono allo spettatore di fluire nei propri territori interiori dove
attingere nuovi stati emotivi e cognitivi.
Il Vernissage del 23 Giugno aprirà alle 18 con la presentazione dei dieci artisti e delle loro opere.
L’introduzione alla mostra prevede anche un monologo dell’attrice Anna Antonino, il cui tema, in
chiave ironica, è quello della difficoltà di farsi comprendere per quello che si è realmente. Inoltre,
durante il vernissage, il violinista Giovanni Vigliar eseguirà un’opera di Pat Metheny.
La tela per Alice Proserpi è la porta di accesso attraverso cui si rende manifesta l'anima.
In ognuna delle sue opere c’è una tridimensionalità e una profondità che sembrano negare
l’astrazione stessa. Come un processo inverso, partire dall’astrazione per ritrovarsi in uno spazio
mimetico illusorio, ma senza passare per la ragione.
Nelle opere materiche astratte di Anna Varone la casualità delle increspature delle stoffe sottintende
la spontaneità e la libertà di espressione attraverso l’arte. E la libertà sta anche nel non rivelare i titoli
delle sue opere, che rimangono intimi proprio per non influenzarne l’interpretazione.
Nel processo creativo di Daniela Ciotti, le mani, in una sorta di danza, fluiscono sulla tela fondendo
delicatamente i colori fino a far emergere in superficie il risultato finale, sempre inaspettato. Come le
pietre di Michelangelo, dalle quali toglieva il superfluo per scoprire l’opera già nascosta al suo
interno, qui è la materia pittorica che aiuta la tela a diventare ciò che è da sempre, come fosse dotata
di coscienza.
Gennaro Falcone indaga la relazione tra l’umano ed il divino, interpretata da un percorso che parte
dalla consapevolezza spirituale, incarnata dall’uso della foglio d’oro 22k, da cui si allontana per poi
ascendere nuovamente, come in un rito di passaggio. Nelle sue ultime opere le lacerazioni e gli
strappi, ispirate dai manifesti pubblicitari segnati dal tempo, testimoniano l’affievolimento di quella
volontà di elevazione, che spesso il passare della vita stessa induce.
Maria Rita Azzaro emula il gesto spontaneo e primordiale di un bambino, il cui impulso creativo non
è contaminato da convenzioni artistiche, ma è puro istinto, tanto nella scelta dei colori che nella
libertà del movimento della mano. Ne scaturisce un’espressività innocente e un senso di gioia e di
gioco, che arriva direttamente allo spettatore, stimolandone la memoria infantile e che attrae i
bambini stessi a scoprire tra le macchie, figure riconoscibili.
Michele Schirinzi presenta la serie "Margini", che interpreta l’idea del vivere ai margini di una
relazione, della società, di una città o della propria immaginazione. I bordi delle tele diventano vitali
ed espandono l’opera al di là del visibile, dove la parte di noi che sperimenta la vita senza bisogno
parole, crea un dialogo con essa. Senza essere intrappolati da regole e confini, si genera una risposta
emotiva e una connessione che apre la porta a interpretazioni soggettive.
Mimmo Busiello affronta, attraverso le sue opere, un viaggio per entrare nei meandri più nascosti
della psiche umana. I colori materici, esternalizzazioni dei propri vissuti, hanno una valenza
liberatoria data dall’indagine psicologica. Linee e reticoli si sforzano di trovare una geometria come
per dare ordine all'inconscio stesso e ai suoi mille impulsi. Il legno e altri materiali di recupero, portati
a nuova vita, sono il supporto di questo lavoro di Arteterapia, dove la sua psiche e quella di ciascuno
trova empatia
Nicola Morea espone la sua serie di Flow Art. La pittura fluida è ottenuta versando vernici colorate
liquide, a strati sovrapposti, che reagiscono tra loro creando composizioni astratte organiche a flusso
libero. La sua ricerca vuole essere l’espressione del tempo in cui si vive, attraverso un’arte capace di
esprimere le pulsioni del mondo contemporaneo, prendendo spunto dalla concettualizzazione della
società liquida di Bauman, per cui il cambiamento e l’incertezza sono le uniche certezze.
La pittura astratta è una minima parte della produzione eclettica di Stefano La Rocca, ma
probabilmente la più significativa, poiché richiede il confronto con una mente aperta e indagatrice. È
un invito subliminale ad entrare nel dipinto e vedere dove ti porta usando solo la propria creatività, e
poi percepirne le sensazioni, a partire da quelle emanate dal colore.
Come la meditazione, questo processo è, per l’artista, un utile strumento per capire e vedere dentro
se stessi.
L’artista colombiana Zahira Rodriguez, in queste opere, ha rinunciato a qualsiasi concetto figurativo
per esplorare l'arte astratta e le infinite possibilità offerte dalla geometria e dal colore, alla ricerca di
un equilibrio e di un’armonia interiore. Lo scambio di culturale ha sollecitato all’apertura verso questi
nuovi mondi creativi. Ogni opera contiene un proprio linguaggio, attraverso i simboli e i loro
messaggi, che si attivano attraverso le esperienze individuali di ognuno, in modo da poter esplorare
la propria emotività ed espressività.
Artisti e organizzatori saranno presenti al vernissage del 23 Giugno dalle 17.45 alle 20.30, presso il
Wire Coworking Space (via Baccio Baldini 12, zona P.le della Radio, Roma), e si concluderà in un
momento conviviale con un buffet per gli ospiti, e con un piacevole confronto tra gli artisti, gli
organizzatori e il pubblico.
L’ingresso alla mostra è gratuito e il parcheggio privato è a disposizione fino a completamento.
Per seguire gli aggiornamenti sulla mostra sui nostri social:
INSTA: arte_e_citta_a_colori e cravingart.ad
FB: Arte e Città a Colori e Craving Art
Per informazioni +393356687932 o +393495621583
collettiva GLI OCCHI DELLA MENTE – Mostra di arte astratta.
GLI OCCHI DELLA MENTE, è organizzata da Arte e Città a Colori e curata da Craving Art, e sarà
visitabile dal 23 Giugno al 8 Settembre ‘23 al Wire Coworking Space (via Baccio Baldini, 12, zona
Piazzale della Radio).
L’intento della mostra è quello di introdurre il pubblico al potere emozionale dell’arte astratta, da cui
dovremmo imparare a farci travolgere.
Le opere esposte a “Gli occhi della mente”, infatti, incoraggiano ad uscire dalla propria zona di
comfort, a fare un passo al di fuori del mondo fisico e a comprendere che il soggetto del dipinto non
è più un oggetto o una persona, ma sono i concetti e le idee.
Sono infatti opere che non possono essere spiegate adeguatamente con le parole, perché si
riferiscono alle parti non verbali della nostra esistenza, andando oltre il linguaggio e trascendendo le
definizioni.
L’assenza di riferimenti oggettivi può risultare alienante per alcuni osservatori, che si trovano senza
punti di riferimento concreti. Tuttavia, è proprio questa mancanza di figurazione che permette
all'arte astratta di aprire nuovi orizzonti e di comunicare concetti ed emozioni al di là delle limitazioni
della rappresentazione mimetica.
Utilizzando gli elementi puri di forma, linea, colore, trama, composizione e processo, questi artisti
hanno espresso le loro visioni del mondo e si sono liberati dalle restrizioni della rappresentazione
figurativa per raggiungere un'autenticità espressiva più profonda.
Il percorso della mostra “Gli occhi della mente” vuole spronare lo spettatore ad esplorare e a
sviluppare un proprio dialogo con le opere esposte, stimolando l'immaginazione e aprendo la porta a
interpretazioni soggettive.
Come la musica, la più astratta delle arti, anch’essa svincolata da ogni funzione di rappresentazione, i
colori e i segni di queste opere consentono allo spettatore di fluire nei propri territori interiori dove
attingere nuovi stati emotivi e cognitivi.
Il Vernissage del 23 Giugno aprirà alle 18 con la presentazione dei dieci artisti e delle loro opere.
L’introduzione alla mostra prevede anche un monologo dell’attrice Anna Antonino, il cui tema, in
chiave ironica, è quello della difficoltà di farsi comprendere per quello che si è realmente. Inoltre,
durante il vernissage, il violinista Giovanni Vigliar eseguirà un’opera di Pat Metheny.
La tela per Alice Proserpi è la porta di accesso attraverso cui si rende manifesta l'anima.
In ognuna delle sue opere c’è una tridimensionalità e una profondità che sembrano negare
l’astrazione stessa. Come un processo inverso, partire dall’astrazione per ritrovarsi in uno spazio
mimetico illusorio, ma senza passare per la ragione.
Nelle opere materiche astratte di Anna Varone la casualità delle increspature delle stoffe sottintende
la spontaneità e la libertà di espressione attraverso l’arte. E la libertà sta anche nel non rivelare i titoli
delle sue opere, che rimangono intimi proprio per non influenzarne l’interpretazione.
Nel processo creativo di Daniela Ciotti, le mani, in una sorta di danza, fluiscono sulla tela fondendo
delicatamente i colori fino a far emergere in superficie il risultato finale, sempre inaspettato. Come le
pietre di Michelangelo, dalle quali toglieva il superfluo per scoprire l’opera già nascosta al suo
interno, qui è la materia pittorica che aiuta la tela a diventare ciò che è da sempre, come fosse dotata
di coscienza.
Gennaro Falcone indaga la relazione tra l’umano ed il divino, interpretata da un percorso che parte
dalla consapevolezza spirituale, incarnata dall’uso della foglio d’oro 22k, da cui si allontana per poi
ascendere nuovamente, come in un rito di passaggio. Nelle sue ultime opere le lacerazioni e gli
strappi, ispirate dai manifesti pubblicitari segnati dal tempo, testimoniano l’affievolimento di quella
volontà di elevazione, che spesso il passare della vita stessa induce.
Maria Rita Azzaro emula il gesto spontaneo e primordiale di un bambino, il cui impulso creativo non
è contaminato da convenzioni artistiche, ma è puro istinto, tanto nella scelta dei colori che nella
libertà del movimento della mano. Ne scaturisce un’espressività innocente e un senso di gioia e di
gioco, che arriva direttamente allo spettatore, stimolandone la memoria infantile e che attrae i
bambini stessi a scoprire tra le macchie, figure riconoscibili.
Michele Schirinzi presenta la serie "Margini", che interpreta l’idea del vivere ai margini di una
relazione, della società, di una città o della propria immaginazione. I bordi delle tele diventano vitali
ed espandono l’opera al di là del visibile, dove la parte di noi che sperimenta la vita senza bisogno
parole, crea un dialogo con essa. Senza essere intrappolati da regole e confini, si genera una risposta
emotiva e una connessione che apre la porta a interpretazioni soggettive.
Mimmo Busiello affronta, attraverso le sue opere, un viaggio per entrare nei meandri più nascosti
della psiche umana. I colori materici, esternalizzazioni dei propri vissuti, hanno una valenza
liberatoria data dall’indagine psicologica. Linee e reticoli si sforzano di trovare una geometria come
per dare ordine all'inconscio stesso e ai suoi mille impulsi. Il legno e altri materiali di recupero, portati
a nuova vita, sono il supporto di questo lavoro di Arteterapia, dove la sua psiche e quella di ciascuno
trova empatia
Nicola Morea espone la sua serie di Flow Art. La pittura fluida è ottenuta versando vernici colorate
liquide, a strati sovrapposti, che reagiscono tra loro creando composizioni astratte organiche a flusso
libero. La sua ricerca vuole essere l’espressione del tempo in cui si vive, attraverso un’arte capace di
esprimere le pulsioni del mondo contemporaneo, prendendo spunto dalla concettualizzazione della
società liquida di Bauman, per cui il cambiamento e l’incertezza sono le uniche certezze.
La pittura astratta è una minima parte della produzione eclettica di Stefano La Rocca, ma
probabilmente la più significativa, poiché richiede il confronto con una mente aperta e indagatrice. È
un invito subliminale ad entrare nel dipinto e vedere dove ti porta usando solo la propria creatività, e
poi percepirne le sensazioni, a partire da quelle emanate dal colore.
Come la meditazione, questo processo è, per l’artista, un utile strumento per capire e vedere dentro
se stessi.
L’artista colombiana Zahira Rodriguez, in queste opere, ha rinunciato a qualsiasi concetto figurativo
per esplorare l'arte astratta e le infinite possibilità offerte dalla geometria e dal colore, alla ricerca di
un equilibrio e di un’armonia interiore. Lo scambio di culturale ha sollecitato all’apertura verso questi
nuovi mondi creativi. Ogni opera contiene un proprio linguaggio, attraverso i simboli e i loro
messaggi, che si attivano attraverso le esperienze individuali di ognuno, in modo da poter esplorare
la propria emotività ed espressività.
Artisti e organizzatori saranno presenti al vernissage del 23 Giugno dalle 17.45 alle 20.30, presso il
Wire Coworking Space (via Baccio Baldini 12, zona P.le della Radio, Roma), e si concluderà in un
momento conviviale con un buffet per gli ospiti, e con un piacevole confronto tra gli artisti, gli
organizzatori e il pubblico.
L’ingresso alla mostra è gratuito e il parcheggio privato è a disposizione fino a completamento.
Per seguire gli aggiornamenti sulla mostra sui nostri social:
INSTA: arte_e_citta_a_colori e cravingart.ad
FB: Arte e Città a Colori e Craving Art
Per informazioni +393356687932 o +393495621583
23
giugno 2023
GLI OCCHI DELLA MENTE
Dal 23 giugno al 09 settembre 2023
arte contemporanea
Location
Wire Coworking Space
Roma, Via Baccio Baldini, 12, (RM)
Roma, Via Baccio Baldini, 12, (RM)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 9-20
Vernissage
23 Giugno 2023, ore 18 (alle 20.30)
Sito web
Autore
Curatore