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Global Warhol
Una mostra autobiografica che documenta una peripezia creativa di affermazione dell’arte contro l’incerta quantificazione della vita contemporanea, realizzata anche con il patrocinio dell’Università degli Studi di Salerno e in collaborazione con la Fondazione Filiberto Menna. Centro Studi di Arte Contemporanea di Salerno.
Comunicato stampa
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Con la mostra Global Warhol, il Comune di Salerno rafforza il programma operativo sia di "rinascita" culturale che di proiezione turistica, mirato a proporre la città nei grandi flussi del turismo internazionale. Ad un anno di distanza dalla mostra-evento di Joan Mirò, passando attraverso la “Mostra Impossibile di Caravaggio”, Chagall, il Comune di Salerno, con l’organizzazione della mostra dedicata a Warhol, offre alla città un nuovo, importante evento. Global Warhol, la cui organizzazione l’Amministrazione comunale ha affidato al Chiostro del Bramante di Roma, che ha quale curatore generale per il Comune di Salerno Achille Bonito Oliva, presidente del comitato scientifico della mostra e direttore per la Regione Campania degli “Annali delle arti – Tempo incerto”, si terrà nel centro di Salerno presso il Complesso di Santa Sofia, antico convento benedettino recentemente restaurato, e si proporrà come un ritratto globale a più sezioni di quella apertura avventurosa tra i nuovi linguaggi della pittura, del cinema, della fotografia e del video cui si dedicò Andy Warhol. Una mostra autobiografica che documenta una peripezia creativa di affermazione dell’arte contro l’incerta quantificazione della vita contemporanea, realizzata anche con il patrocinio dell’Università degli Studi di Salerno e in collaborazione con la Fondazione Filiberto Menna. Centro Studi di Arte Contemporanea di Salerno.
La sezione pittorica, “Warhol in l’Italia”, a cura di Mirella Panepinto e Angelo Trimarco, è costituita da opere provenienti prevalentemente da collezioni italiane (100 opere e 73 fotografie) a testimoniare la grande fortuna riscossa dall’artista nel nostro paese e vuole proporre attraverso una retrospettiva quella celebrazione di cose, persone e simboli ricorrenti nella business art di Andy Warhol (dalla nota zuppa Campbell’s Soup e Marilyn Monroe a Mao, da Man Ray al Dollar Sign, passando per le Electric Chairs e spumeggianti Vesuvius sino alla celebre e “terminale” The Last Supper, rivisitazione warholiana del capolavoro di Leonardo) che lo hanno reso forse il più famoso artista dell’era contemporanea e certamente del secondo dopoguerra.
Fama, notorietà -per la persona Warhol elementi semplicemente acquisiti nel tempo- fungono da agenti scatenanti per i prodotti d’arte, piuttosto che opere, intuiti e realizzati dal manager/artista Warhol. Prodotti perché l’unicum artistico è perduto, dimenticato, annientato dalla forza violenta e dirompente della serigrafia, la silkscreen che concede la riproducibilità illimitata di una matrice, un originale che rimarrà tale ma in veste di strumento, attrezzo, mezzo per. Una riproduzione seriale e multipla di oggetti/soggetti quotidiani, decontestualizzati e resi accessibili al grande pubblico grazie alla loro immagine/icona che non richiede più interpretazioni o letture che sempre hanno indirizzato -limitandola- la visione dell’opera d’arte verso spettatori preparati. L’arte viene pertanto massificata, resa comprensibile perché nata da quanto il supermarket, il periodico di pettegolezzi e l’attualità in genere ci propongono con insistenza; beni di consumo impressi, riportati su tela e carta.
I ritratti di Diane von Furstenberg, Enrico Coveri, Guglielmo Achille Cavellini, Joe Mc Donald, Kaaren Lerner sono presenti in mostra a ricordare quel periodo “mondano” e glamour intrapreso da Andy Warhol durante il quale all’artista vennero commissionati ritratti da ogni parte del mondo e dalle più disparate categorie sociali di personaggi, purché facoltose (“Pittore di corte degli anni settanta” è come il critico Robert Rosenblum definisce Warhol).
A dimostrazione della multimedialità artistica partorita dalla Factory (“bottega d’arte” fondata da Warhol interessata alla produzione di esperimenti artistici di natura cinematografica, musicale ed editoriale), sarà inoltre presente in mostra la sezione “Factory”, a cura di Mario Zonta, dedicata alle espressioni realizzate e/o prodotte da Warhol nell’arco della sua carriera. Verranno pertanto proposti i films più rappresentativi (es.: “Flesh”, “Trash”, “Heat” e l’inedito per l’Italia “Women in Revolt” di Paul Morrissey; “Kiss”, “Empire”, “Blow Job” di Andy Warhol), apparati fotografici legati al noto gruppo rock “The Velvet Underground” nonché la proiezione del film “The Velvet Underground and Nico” di Warhol (uno dei primi concerti eseguiti dal gruppo presso la Factory ed interrotto dall’arrivo della polizia) e le famose fotografie di Chris Makos (45) ritraenti Warhol “en travesti” utilizzate per il primo numero della mitica rivista - ancora pubblicata con successo - “Interview”, ulteriore folgorante idea dell’inesauribile genio “globale” chiamato Andy Warhol realizzata con il preciso scopo editoriale di creare ed enfatizzare eventi della vita mondana newyorchese avente quali protagonisti gli stessi Warhol e la sua “tribù”. Paul Morrissey sarà inoltre presente a Salerno per illustrare di persona i propri lavori attraverso tavole rotonde o seminari per la durata di tre giorni (1 – 3 dicembre). Inoltre sono previste conferenze di studiosi italiani e stranieri sulla pittura, fotografia, cinema e multimedialità di Andy Warhol presso la Fondazione Filiberto Menna.
Ancora, un corpus di 28 scatti illustrerà l’incontro avvenuto nel 1975 tra Warhol e Dino Pedriali, stimato fotografo di alcuni tra i più eclettici artisti del nostro secolo.
L’evolversi delle attitudini comunicative, virtuali e non, ha confermato con il trascorrere dei tempi la funzionalità -a tratti subliminale- delle scelte estetiche e stilistiche della produzione made in Warhol in relazione al potere persuasivo dell’immagine. Un potere sempre più inevitabile, elemento primario all’interno di tutti i contesti sociali e sociologici e senza il quale l’immagine resterebbe immagine, passaggio, non visto. Warhol comunica, suggestiona, trasmette e i suoi voleri, le sue tecniche e citazioni non conoscono anzianità ed arretratezza.
29
novembre 2003
Global Warhol
Dal 29 novembre 2003 al 29 febbraio 2004
arte contemporanea
Location
COMPLESSO DI SANTA SOFIA
Salerno, Largo Abate Conforti, (Salerno)
Salerno, Largo Abate Conforti, (Salerno)
Biglietti
8 euro, ridotti 5 euro
Orario di apertura
10.00-13.00; 17.00-21.00, l’apertura serale è prolungata di un’ora il venerdì, sabato e domenica.
Autore
Curatore