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Gocce nell’Oceano
L’appuntamento annuale della mostra collettiva di ARCOI all’Istituto Culturale Coreano a Roma (via Nomentana 12) viene realizzata con le opere di scultura, pittura, fotografia e d’arte tessile di 17 artisti dell’Associazione Artisti Coreani in Italia, detto ARCOI.
Comunicato stampa
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L’appuntamento annuale della mostra collettiva di ARCOI all’Istituto Culturale Coreano a Roma viene realizzata con le opere di scultura, pittura, fotografia e d’arte tessile di 17 artisti, Kang Tae Hyun, Kim Sung Il, Kim Jae Kyeong, Kim Ha Jin, Kim Hwal Kyung Maria, Sun Hee Moon, Park Seung Wan, Son Hyun Sook, Shin Yoo Sun, Shin Ji Hae, Shim Nan Young, Shim Eun Ha, Lee Hyun Sook, Joh Gyung Hee, Chun Mi Jin, Timi Kim e Hwang Da Sol dell’Associazione Artisti Coreani in Italia, detto ARCOI.
Il Titolo di questa mostra è stato preso da una citazione del film ‘Cloud Atlas’:
Haskell Moore: “… Qualunque azione compiate non ammonterà mai a qualcosa di più di una singola goccia in un oceano sconfinato!”
Adam Ewing: “Ma cos’è l’oceano, se non una moltitudine di gocce?”
Un artista sogna di cambiare il mondo attraverso la sua visione. Spesso sembra insignificante o inutile come l’effetto di milioni di battiti d'ali d’una farfalla in questo vasto mondo ma ogni artista crede fermamente che il continuo tentativo di porre domande per evolversi sia un obbligo non solo per sé stesso ma anche per il mondo intorno a sé.
Recentemente abbiamo vissuto un fenomeno globale di pandemia senza precedenti, che ha influenzato profondamente la nostra vita. Questa situazione continua a influenzare vari aspetti della vita quotidiana ancora oggi.
Capiamo sempre di più che il mondo è strettamente collegato e che la consapevolezza di ogni individuo è preziosa per migliorare il futuro solidale dell’intera umanità.
La forza del linguaggio artistico supera ogni confine e pregiudizio per poi creare l’empatia fra noi. L’empatia nasce dalla presa di coscienza tramite la vera comunicazione che è la chiave vitale dell’approccio alla nostra essenza.
I 17 artisti partecipanti alla mostra stanno dedicando la loro vita all’arte perché ci credono, cioè fanno la loro parte con tutta la forza per essere una goccia preziosa che infine crea l’oceano immenso, sperando di cambiare a poco a poco il mondo.
Critica di Michela Ongaretti
“Le parole scorrono come pioggia incessante dentro una tazza di carta, scorrono selvaggiamente e scivolano via attraverso l’universo. Pozze di dolore, onde di gioia (...)”. Se trasformiamo “parole” in “immagini”, la dolcezza della canzone Across The universe fa pensare al tocco dell’arte coreana. Non credo che il pensiero e la creazione abbiano confini, ma negli anni ho incontrato diversi artisti provenienti dalla Corea del Sud e ho sempre beneficiato di un senso di pace parlando con loro e di fronte ai loro lavori, che toccano tematiche intime e universali anche dolorose, sempre con garbo e delicatezza. Per qualcuno di loro il linguaggio artistico si è integrato ad altre culture, assimilando nella ricerca quello della Storia dell’Arte occidentale recente, soprattutto italiana. Grande rispetto va poi alle persone che sono uscite dalla loro zona di comfort, o discomfort, per andare incontro alle proprie passioni, per poter vedere la vita attraverso gli occhi dell’arte. Persone che si sono allontanate dai loro paesi d’origine per inseguire un sogno. E’ così per i pittori e gli scultori di Arcoi, in mostra con Gocce nell’Oceano.
Lo stesso canto prosegue come un mantra di rassicurazione: “nulla può cambiare il mio mondo”. I Beatles si riferivano ad un meraviglioso approdo all’interiorità, ma il mio viaggio come quello di Arcoi sceglie di proseguire in una direzione diversa, verso il confronto con ciò che ci circonda. Vorremmo che l’arte possa cambiare un mondo troppo spesso fatto di prevaricazione e mancanza di empatia, o perlomeno suggerirne una visione nuova. L’arte fornisce un diverso punto di vista o approccio alla realtà: per chi la fruisce, è un luogo dove ciascuno ritrova una parte di sé stesso, per chi la produce rappresenta un tempo di molteplici possibilità espressive. Per tutti può essere uno spazio intimo e inclusivo che accarezza una chiave di liberazione dagli affanni quotidiani.
Credo che la Bellezza sia come un labirinto nel quale vieni invitato a perderti: non pensi ad uscirne ma ti dirigi verso il godimento della scoperta emozionale ed estetica e, perchè no, arrivare ad osservare con occhiali dalle lenti colorate l’uomo con il suo fardello di ambizioni, sentimenti, contraddizioni. In quel percorso c’è anche posto per l’ immedesimazione con ciò che è transitorio solo per le nostre anime mortali, con il senso della Natura. Si esprime un rapporto speciale con il suo potere rigenerante in varie filosofie orientali; ad esempio il rispetto buddista per il suo caleidoscopico offrirsi agli occhi e al cuore può forse, in una nazione d’origine dove molti cittadini sono cristiani, unificarsi all’insegnamento dell’amore per le creature viventi.
Dalla Natura sono mutuate le metafore potenti dei quattro elementi. In particolare l’Acqua ha, secondo i principi espressi dal cinese Lao Tzu, affinità con i principi del Tao, nella sua essenza di convivenza degli opposti. E’ considerata una energia inesauribile che seppur morbida può scalfire ogni durezza, le sue gocce possono inesorabilmente infrangere muri e riempire gli oceani.
Patrimonio dell'umanità è l’arte, tutta. Dalla musica alle arti visive fino al cinema e alla danza, o alla creazione di un profumo. Quest’ultimo, in veste di essenza liquida e in occasione della mostra Gocce nell’Oceano, trovo evocativo per l’esposizione quello degli yuja, frutti somiglianti agli agrumi del nostro Mediterraneo. Il loro succo accomuna due ambienti lontani ma affini. Del resto, sia l’Italia che la Corea sono due penisole, due territori abbracciati all'acqua salata. Davanti al mare, sterminata distesa di profondità vitale e al contempo oscura energia, ci si comporta come davanti ad un’opera d’arte: ci si pone domande sul mistero dell’esistenza. Per gli artisti di Arcoi l’Italia rappresenta una nuova opportunità e una nuova casa per le idee, portando la vista dell’oceano nel cuore e la sfida di crescere con l’arte. A sua volta questo gruppo eterogeneo può arricchire la cultura italiana con la sua coesione, dimostrando che il mondo, anche se non dovesse cambiare, insieme può essere un luogo migliore da vivere.
Una sola individualità può coinvolgere molte altre e contraddire l’affermazione di un personaggio del film Cloud Atlas di Lana e Lilly Wachowski e Tom Tykwer, secondo cui “Qualunque azione compiate non ammonterà mai a qualcosa di più di una singola goccia in un oceano sconfinato”. La risposta finale, in un’opera che ragiona sul destino dell’umanità, è ancora una domanda: “Ma cos’è l’oceano, se non una moltitudine di gocce?”
Info: arcoi.kor@gmail.com
Il Titolo di questa mostra è stato preso da una citazione del film ‘Cloud Atlas’:
Haskell Moore: “… Qualunque azione compiate non ammonterà mai a qualcosa di più di una singola goccia in un oceano sconfinato!”
Adam Ewing: “Ma cos’è l’oceano, se non una moltitudine di gocce?”
Un artista sogna di cambiare il mondo attraverso la sua visione. Spesso sembra insignificante o inutile come l’effetto di milioni di battiti d'ali d’una farfalla in questo vasto mondo ma ogni artista crede fermamente che il continuo tentativo di porre domande per evolversi sia un obbligo non solo per sé stesso ma anche per il mondo intorno a sé.
Recentemente abbiamo vissuto un fenomeno globale di pandemia senza precedenti, che ha influenzato profondamente la nostra vita. Questa situazione continua a influenzare vari aspetti della vita quotidiana ancora oggi.
Capiamo sempre di più che il mondo è strettamente collegato e che la consapevolezza di ogni individuo è preziosa per migliorare il futuro solidale dell’intera umanità.
La forza del linguaggio artistico supera ogni confine e pregiudizio per poi creare l’empatia fra noi. L’empatia nasce dalla presa di coscienza tramite la vera comunicazione che è la chiave vitale dell’approccio alla nostra essenza.
I 17 artisti partecipanti alla mostra stanno dedicando la loro vita all’arte perché ci credono, cioè fanno la loro parte con tutta la forza per essere una goccia preziosa che infine crea l’oceano immenso, sperando di cambiare a poco a poco il mondo.
Critica di Michela Ongaretti
“Le parole scorrono come pioggia incessante dentro una tazza di carta, scorrono selvaggiamente e scivolano via attraverso l’universo. Pozze di dolore, onde di gioia (...)”. Se trasformiamo “parole” in “immagini”, la dolcezza della canzone Across The universe fa pensare al tocco dell’arte coreana. Non credo che il pensiero e la creazione abbiano confini, ma negli anni ho incontrato diversi artisti provenienti dalla Corea del Sud e ho sempre beneficiato di un senso di pace parlando con loro e di fronte ai loro lavori, che toccano tematiche intime e universali anche dolorose, sempre con garbo e delicatezza. Per qualcuno di loro il linguaggio artistico si è integrato ad altre culture, assimilando nella ricerca quello della Storia dell’Arte occidentale recente, soprattutto italiana. Grande rispetto va poi alle persone che sono uscite dalla loro zona di comfort, o discomfort, per andare incontro alle proprie passioni, per poter vedere la vita attraverso gli occhi dell’arte. Persone che si sono allontanate dai loro paesi d’origine per inseguire un sogno. E’ così per i pittori e gli scultori di Arcoi, in mostra con Gocce nell’Oceano.
Lo stesso canto prosegue come un mantra di rassicurazione: “nulla può cambiare il mio mondo”. I Beatles si riferivano ad un meraviglioso approdo all’interiorità, ma il mio viaggio come quello di Arcoi sceglie di proseguire in una direzione diversa, verso il confronto con ciò che ci circonda. Vorremmo che l’arte possa cambiare un mondo troppo spesso fatto di prevaricazione e mancanza di empatia, o perlomeno suggerirne una visione nuova. L’arte fornisce un diverso punto di vista o approccio alla realtà: per chi la fruisce, è un luogo dove ciascuno ritrova una parte di sé stesso, per chi la produce rappresenta un tempo di molteplici possibilità espressive. Per tutti può essere uno spazio intimo e inclusivo che accarezza una chiave di liberazione dagli affanni quotidiani.
Credo che la Bellezza sia come un labirinto nel quale vieni invitato a perderti: non pensi ad uscirne ma ti dirigi verso il godimento della scoperta emozionale ed estetica e, perchè no, arrivare ad osservare con occhiali dalle lenti colorate l’uomo con il suo fardello di ambizioni, sentimenti, contraddizioni. In quel percorso c’è anche posto per l’ immedesimazione con ciò che è transitorio solo per le nostre anime mortali, con il senso della Natura. Si esprime un rapporto speciale con il suo potere rigenerante in varie filosofie orientali; ad esempio il rispetto buddista per il suo caleidoscopico offrirsi agli occhi e al cuore può forse, in una nazione d’origine dove molti cittadini sono cristiani, unificarsi all’insegnamento dell’amore per le creature viventi.
Dalla Natura sono mutuate le metafore potenti dei quattro elementi. In particolare l’Acqua ha, secondo i principi espressi dal cinese Lao Tzu, affinità con i principi del Tao, nella sua essenza di convivenza degli opposti. E’ considerata una energia inesauribile che seppur morbida può scalfire ogni durezza, le sue gocce possono inesorabilmente infrangere muri e riempire gli oceani.
Patrimonio dell'umanità è l’arte, tutta. Dalla musica alle arti visive fino al cinema e alla danza, o alla creazione di un profumo. Quest’ultimo, in veste di essenza liquida e in occasione della mostra Gocce nell’Oceano, trovo evocativo per l’esposizione quello degli yuja, frutti somiglianti agli agrumi del nostro Mediterraneo. Il loro succo accomuna due ambienti lontani ma affini. Del resto, sia l’Italia che la Corea sono due penisole, due territori abbracciati all'acqua salata. Davanti al mare, sterminata distesa di profondità vitale e al contempo oscura energia, ci si comporta come davanti ad un’opera d’arte: ci si pone domande sul mistero dell’esistenza. Per gli artisti di Arcoi l’Italia rappresenta una nuova opportunità e una nuova casa per le idee, portando la vista dell’oceano nel cuore e la sfida di crescere con l’arte. A sua volta questo gruppo eterogeneo può arricchire la cultura italiana con la sua coesione, dimostrando che il mondo, anche se non dovesse cambiare, insieme può essere un luogo migliore da vivere.
Una sola individualità può coinvolgere molte altre e contraddire l’affermazione di un personaggio del film Cloud Atlas di Lana e Lilly Wachowski e Tom Tykwer, secondo cui “Qualunque azione compiate non ammonterà mai a qualcosa di più di una singola goccia in un oceano sconfinato”. La risposta finale, in un’opera che ragiona sul destino dell’umanità, è ancora una domanda: “Ma cos’è l’oceano, se non una moltitudine di gocce?”
Info: arcoi.kor@gmail.com
08
aprile 2022
Gocce nell’Oceano
Dall'otto aprile al 13 maggio 2022
collettiva
Location
ISTITUTO CULTURALE COREANO
Roma, Via Nomentana, 12, (Roma)
Roma, Via Nomentana, 12, (Roma)
Orario di apertura
da lunedì a venerdì ore 10-17.30 (festivi esclusi)
Vernissage
8 Aprile 2022, venerdì ore 19.30
Sito web
Ufficio stampa
Istituto Culturale Coreano in Italia
Autore
Produzione organizzazione