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God Save The Culture
Circa venti gli artisti che interverranno al progetto per una grande collettiva che oltre ad essere un segnale forte di protesta, vuole anche fare da contraltare positivo allo sconforto imperante.
Comunicato stampa
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Quella che credevamo una crisi attuale, la stretta che tutti i paesi occidentali sentono alla gola e che fornisce da un paio di anni a questa parte un alibi consolidato dietro cui nascondere inefficienze di varia natura, in realtà sembra aver radici non proprio contemporanee. Nel loro successo più grande, God Save The Queen, i Sex Pistols gridavano allarmati che non vedevano futuro per il loro Paese, che davanti a loro c'era solo vuoto. Ebbene, il pericolo che fiutavano i punk inglesi alla fine degli anni settanta si presenta in tutta la sua mole nel primo decennio del duemila, quando la crisi economica impone freni in qualsiasi ambito, specialmente, soprattutto alla cultura. Una riflessione in merito codurrebbe a diverse conclusioni, nessuna delle quali particolarmente confortante: l'esercizio di pensiero, l'allenamento cerebrale rende l'uomo libero, capace di decidere, di capire cos'è meglio per sè. Crearsi una dimensione di autonomia, uno spazio scevro da qualsiasi incidenza esterna, o comunque tentare di automunirsi della capacità di comprendere l'andamento delle cose è un diritto fondamentale per chiunque aspiri ad una vita civile. Si capisce dunque la sensazione di vuoto sotto ai piedi quando la materia prima, la possibilità di approcciare alla cultura, di servirsene, viene a mancare con la giustificazione che non ci sono soldi. Largo Baracche porta avanti questa riflessione con GOD SAVE THE CULTURE, unendosi ai Sex Pistols che furono e a tutto quelli che oggi vogliono proteggere il diritto di fare cultura, di prender parte al grande processo creativo e intellettivo che la società odierna sembra voler mettere pericolosamente da parte. Circa venti gli artisti che interverranno al progetto per una grande collettiva che oltre ad essere un segnale forte di protesta, vuole anche fare da contraltare positivo allo sconforto imperante. La mattina del 16 marzo, alla sala conferenze In Campus, Largo Baracche chiamerà a raccolta i suoi protetti per una conferenza - dibattito che farà da apripista alla mostra che si terrà venerdì 18. Ernesto Tatafiore, Elio Varuna, Carla Mura, Franco Losvizzero, Baldo Diodato, Arturo Ianniello, Maria Giovanna Ambrosone, Corrado Lamattina, Blue and Joy, Fabolouskhate, Nino Longobardi, Pasquale Napolitano sono solo alcuni dei creativi chiamati a dire la loro. Moderatore del dibattito, Mario Franco. Interverranno inoltre Giuseppe Ruffo, presidente dell'associazione SaBu, Pietro Tatafiore, Vice Presidente dell'associazione, Marco Lista e Chiara Minieri, rispettivamente redattore e giornalista di Arte Magazine, Pasquale Ruocco, critico e storico dell'arte, Dimitri Grassi, direttore di Ziguline Art e Dario Volpe, della redazione di Zero. L'appuntamento è per mercoledì 16 marzo 2011 ore 12, nella sala conferenze di In Campus e successivamente per venerdi 18 marzo, per la mostra.
18
marzo 2011
God Save The Culture
Dal 18 marzo al 18 aprile 2011
arte contemporanea
giovane arte
giovane arte
Location
LARGO BARACCHE
Napoli, Piazza Baracche, (Napoli)
Napoli, Piazza Baracche, (Napoli)
Orario di apertura
Lunedì - Venerdì
Ore 9 - 20
Vernissage
18 Marzo 2011, ore 19
Autore
Curatore