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Goddeeris | Manca di Villahermosa | Miceli – Tre sale per tre artisti
Il leitmotiv della mostra è uno sguardo che va oltre il punto di vista della realtà, supera l’aspetto puramente materico ed esplora l’essere che trascende.
Comunicato stampa
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La FONDAZIONE ANDI Onlus (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) presenta "ART MEETS CHARITY” un progetto che nasce dalla volontà della Fondazione di sostenere attraverso l’arte la ricerca sulle Malattie Rare, in particolare, la Displasia Ectodermica. “TRE SALE PER TRE ARTISTI”, a cura di Ivana Celona e Roberto Grasselli, è il primo appuntamento di questo circuito, negli spazi della Galleria Zabert di Torino, dal 3 al 31 Marzo 2011. “TRE SALE PER TRE ARTISTI” è alla sua 2° edizione nella storica galleria che si affaccia sui giardini di piazza Cavour (la prima risale al 2008 con V. Beaufils H., L. Mangili, M.Negri) e vede il coinvolgimento di tre artisti e delle loro diverse forme d’arte. I nuovi protagonisti sono Isidoor Goddeeris, con la SCULTURA, per la prima volta in Italia, Francesca Manca di Villahermosa, con la FOTOGRAFIA e Marco Miceli con la PITTURA.
Il leitmotiv della mostra è uno sguardo che va oltre il punto di vista della realtà, supera l’aspetto puramente materico ed esplora l’essere che trascende.
La sala centrale ospita i lavori di Isidoor Goddeeris, artista molto amato in Belgio e conosciuto all’estero per sue virtuose sculture nella pietra e nel marmo. Per molti è il “mâitre du trompe l'oeil”, ma pochi sanno del suo nuovo percorso come architetto di sogni e di poesia. Le sue sculture possono essere definite come “una riflessione sui sentimenti e sui desideri che si nascondono sotto la superficie della materia sensibile”. Costruisce cupole, ponti, scale in pietra che cercano la luce o l’infinito … Ha tradotto la formula del pendolo di Foucault all’interno di una struttura immaginaria, un modellino architettonico, il sogno di un giovane alchimista. Le sue strutture, a volte, sembrano fragili poemi, altre volte sono costituite da linee tremolanti, in altre appaiono imponenti come teatri, altre volte sono pure e minimali.
La sala che ospita il lavoro di Francesca Manca di Villahermosa è costellata di fotografie in cui ritorna continuamente il rapporto tra il corpo umano e l’elemento acqua. Il percorso segue una immaginaria linea a terra, mediante light boxes sulle quali appaiono volti che emergono dall’acqua e sulle pareti un lavoro d’immagini sovrapposte, sequenze di scatti, corpi che si aprono a specchio, talvolta tasselli replicabili all’infinito. Il processo creativo di Francesca non si limita allo scatto fotografico, ma prosegue con l’elaborazione al computer che virando i colori, le luci, le ombre e le stesse prospettive, mira alla realizzazione di un’immagine bidimensionale, che superi la comune percezione del reale, alla ricerca di una nuova dimensione trascendentale – Caterina Manca di Villahermosa.
Nella sala accanto, il lavoro di Marco Miceli, anch’esso realizzato appositamente per la mostra è lo spazio della pittura, a volte sono angeli custodi con volti di ragazzi, oppure robot sensibili, soggetti che appartengono al panorama passato ed attuale dell’artista. Immagini serafiche, da cui emerge nello stesso tempo un senso d'inquietudine. Nei suoi quadri tutto vola, naviga, tutto é profondamente pittura, che viaggia con il fascino di colori meravigliosi e splendenti, descrivendo un universo capace di far nascere tutti i futuri possibili e di cui abbiamo bisogno - Francesco Sani. “Mi piace l'idea – sostiene l’artista – di proporre un’arte contemporanea anche per i ragazzi: facile e immediata, anche se forse soltanto in apparenza...”
Il leitmotiv della mostra è uno sguardo che va oltre il punto di vista della realtà, supera l’aspetto puramente materico ed esplora l’essere che trascende.
La sala centrale ospita i lavori di Isidoor Goddeeris, artista molto amato in Belgio e conosciuto all’estero per sue virtuose sculture nella pietra e nel marmo. Per molti è il “mâitre du trompe l'oeil”, ma pochi sanno del suo nuovo percorso come architetto di sogni e di poesia. Le sue sculture possono essere definite come “una riflessione sui sentimenti e sui desideri che si nascondono sotto la superficie della materia sensibile”. Costruisce cupole, ponti, scale in pietra che cercano la luce o l’infinito … Ha tradotto la formula del pendolo di Foucault all’interno di una struttura immaginaria, un modellino architettonico, il sogno di un giovane alchimista. Le sue strutture, a volte, sembrano fragili poemi, altre volte sono costituite da linee tremolanti, in altre appaiono imponenti come teatri, altre volte sono pure e minimali.
La sala che ospita il lavoro di Francesca Manca di Villahermosa è costellata di fotografie in cui ritorna continuamente il rapporto tra il corpo umano e l’elemento acqua. Il percorso segue una immaginaria linea a terra, mediante light boxes sulle quali appaiono volti che emergono dall’acqua e sulle pareti un lavoro d’immagini sovrapposte, sequenze di scatti, corpi che si aprono a specchio, talvolta tasselli replicabili all’infinito. Il processo creativo di Francesca non si limita allo scatto fotografico, ma prosegue con l’elaborazione al computer che virando i colori, le luci, le ombre e le stesse prospettive, mira alla realizzazione di un’immagine bidimensionale, che superi la comune percezione del reale, alla ricerca di una nuova dimensione trascendentale – Caterina Manca di Villahermosa.
Nella sala accanto, il lavoro di Marco Miceli, anch’esso realizzato appositamente per la mostra è lo spazio della pittura, a volte sono angeli custodi con volti di ragazzi, oppure robot sensibili, soggetti che appartengono al panorama passato ed attuale dell’artista. Immagini serafiche, da cui emerge nello stesso tempo un senso d'inquietudine. Nei suoi quadri tutto vola, naviga, tutto é profondamente pittura, che viaggia con il fascino di colori meravigliosi e splendenti, descrivendo un universo capace di far nascere tutti i futuri possibili e di cui abbiamo bisogno - Francesco Sani. “Mi piace l'idea – sostiene l’artista – di proporre un’arte contemporanea anche per i ragazzi: facile e immediata, anche se forse soltanto in apparenza...”
03
marzo 2011
Goddeeris | Manca di Villahermosa | Miceli – Tre sale per tre artisti
Dal 03 al 31 marzo 2011
arte contemporanea
Location
GALLERIA ZABERT
Torino, Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour, 10, (Torino)
Torino, Piazza Camillo Benso Conte Di Cavour, 10, (Torino)
Orario di apertura
10,30 - 13,00 / 15,00 - 19,00.
Chiuso lunedì mattina e domenica (per visite in orari diversi, solo su appuntamento)
Sito web
www.fondazioneandi.org
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