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Goshka Macuga – To the Son of Man Who Ate the Scroll
Nella mostra l’artista esplora l’arte della retorica e la memoria artificiale come strumenti coordinati, in grado di organizzare e far progredire la conoscenza. Storicamente l’Ars memorativa (l’arte della memoria) getta le basi della memoria artificiale estendendo e sviluppando quella
naturale attraverso visualizzazioni complesse che aiutano a ricordare specifiche informazioni
Comunicato stampa
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La mostra “To the Son of Man Who Ate the Scroll” sarà presentata negli spazi del Podium e della Cisterna alla Fondazione Prada a Milano.
Il progetto è ideato e curato da Goshka Macuga (Varsavia, Polonia) che nella sua ricerca artistica ricopre i ruoli normalmente distinti
dell’autore, curatore, collezionista, ricercatore e ideatore di mostre. L’artista opera nel punto d’incontro tra discipline diverse come scultura, installazione, fotografia, architettura e design.
“To the Son of Man Who Ate the Scroll” segna il culmine di una sua lunga e approfondita ricerca finalizzata a formulare una metodologia di categorizzazione di materiali e informazioni attorno a questioni fondamentali come il tempo, l’origine, la fine, il collasso e la rinascita.
Nella mostra l’artista esplora l’arte della retorica e la memoria artificiale come strumenti coordinati, in grado di organizzare e far progredire la conoscenza. Storicamente l’Ars memorativa (l’arte della memoria) getta le basi della memoria artificiale estendendo e sviluppando quella
naturale attraverso visualizzazioni complesse che aiutano a ricordare specifiche informazioni.
Osservando con un distacco critico l’angoscia che accomuna l’umanità quando si accosta all’oggettività della propria fine, Macuga si pone un interrogativo fondamentale: quanto è importante affrontare la questione della “fine” nel contesto della pratica artistica attuale?
La possibilità di pensare l’universo in maniera astratta e oggettiva e di concepire noi stessi come esseri umani ci permette di determinare l’epoca in cui viviamo come una delle molte ere dell’universo e di immaginare un’esistenza dopo di noi, un mondo post-umano governato dall’intelligenza artificiale.
In questo scenario da fine del mondo, alcuni hanno riflettuto sul ruolo della tecnologia e dei robot, come fattori che potenzialmente possono contribuire all’estinzione dell’umanità e a una loro conseguente dominazione.
Il progetto è ideato e curato da Goshka Macuga (Varsavia, Polonia) che nella sua ricerca artistica ricopre i ruoli normalmente distinti
dell’autore, curatore, collezionista, ricercatore e ideatore di mostre. L’artista opera nel punto d’incontro tra discipline diverse come scultura, installazione, fotografia, architettura e design.
“To the Son of Man Who Ate the Scroll” segna il culmine di una sua lunga e approfondita ricerca finalizzata a formulare una metodologia di categorizzazione di materiali e informazioni attorno a questioni fondamentali come il tempo, l’origine, la fine, il collasso e la rinascita.
Nella mostra l’artista esplora l’arte della retorica e la memoria artificiale come strumenti coordinati, in grado di organizzare e far progredire la conoscenza. Storicamente l’Ars memorativa (l’arte della memoria) getta le basi della memoria artificiale estendendo e sviluppando quella
naturale attraverso visualizzazioni complesse che aiutano a ricordare specifiche informazioni.
Osservando con un distacco critico l’angoscia che accomuna l’umanità quando si accosta all’oggettività della propria fine, Macuga si pone un interrogativo fondamentale: quanto è importante affrontare la questione della “fine” nel contesto della pratica artistica attuale?
La possibilità di pensare l’universo in maniera astratta e oggettiva e di concepire noi stessi come esseri umani ci permette di determinare l’epoca in cui viviamo come una delle molte ere dell’universo e di immaginare un’esistenza dopo di noi, un mondo post-umano governato dall’intelligenza artificiale.
In questo scenario da fine del mondo, alcuni hanno riflettuto sul ruolo della tecnologia e dei robot, come fattori che potenzialmente possono contribuire all’estinzione dell’umanità e a una loro conseguente dominazione.
03
febbraio 2016
Goshka Macuga – To the Son of Man Who Ate the Scroll
Dal 03 febbraio al 19 giugno 2016
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE PRADA (Largo Isarco)
Milano, Largo Isarco, 2, (Milano)
Milano, Largo Isarco, 2, (Milano)
Vernissage
3 Febbraio 2016, ore 18.30 su invito
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