A Bolzano nacque nel 1858 - figlio di un mugnaio che aprìuna pasticceria, tuttora in funzione, e di una levatrice - ma Gottfried Hofer trascorse la maggior parte della propria esistenza in Germania: Monaco, alla cui Accademia di arti figurative studiò, Amburgo, Brema, Lubecca, Berlino. Per accrescere la sua formazione visitò Venezia, Capri, Napoli, Parigi. Per dieci anni visse a Roma (1895-1910): aderì gruppo dei Deutsch-Römer (tedeschi-romani), prese casa in via XX Settembre e aprì un atelier nel parco di Villa Borghese. Dal 1891 al 1924 trascorse le proprie estati a Madonna di Campiglio, località turistica che in quegli anni divenne di moda soprattutto per l'aristocrazia e l'alta borghesia tedesca dell'età guglielmina, di cui fu uno dei ritrattisti pìù stimati e richiesti. Lavorò in Polonia e su una delle isole di Brioni, illustrò le Olimpiadi di Amsterdam (1928) e le sue ceneri riposano a Fex, in Svizzera, dopo la morte sopraggiunta a Berlino il 20 novembre 1932. Testimone privilegiato del proprio tempo, Hofer viene dunque ricordato dal Comune di Bolzano con la seconda tappa di una mostra che, curata da Giovanna Recusani, ha esordito l'estate scorsa a Madonna di Campiglio. Maggiormente sviluppata nella sezione che riguarda i dipinti realizzati nel 1907 per la sala del Consiglio del nuovo Municipio di Bolzano (visitabile da gruppi su prenotazione), l'esposizione offre spunti interessanti per la riscoperta di un artista eclettico, tecnicamente abilissimo che, pur rimanendo nel solco della tradizione realista, si aprì cautamente verso esperienze quali il simbolismo e l'impressionismo. Non fu dunque pittore di rottura, bensì attento osservatore del mondo con un occhio particolare a quello che troviamo descritto dalla saga dei Buddenbroock. Fra la novantina di opere in mostra, "Una cena con Bismarck e l'aristocrazia di Amburgo" (1893) e i relativi studi, il "Ritratto dell'Arciduca Heinrich" (1891), "I miei genitori" (1885), "Anziana" (primi del '900), "La difesa della preda" (1908), i numerosi quadri dedicati alle Dolomiti di Brenta, le belle teste di carattere.