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Grace Ndiritu
Tre lavori video dell’artista britannica Grace Ndiritu vengono presentati in anteprima italiana a Venezia durante la Biennale
Comunicato stampa
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Tre lavori video dell’artista britannica Grace Ndiritu vengono presentati in anteprima italiana a Venezia durante la Biennale. Gioiosi e disturbanti insieme, i lavori sollevano temi di rilevanza globale, combinano con forza una composizione lineare, musica emozionante e azioni semplici.
Proiettato sull’altare, The Nightingale crea una potente installazione. Allude con naturalezza, nel contesto della chiesa veneziana, ad immagini della Madonna rese iconiche dalla pittura rinascimentale. Originato da una esperienza di amore non corrisposto – il titolo L’Usignolo si riferisce all’uccello noto per il triste e dolce canto – il video esplora temi di stereotipo culturale e della frattura fra Est e Ovest del mondo. The Nightingale comincia come un sereno, quieto movimento di una tela sul capo di Ndiritu, che con tormentante lentezza va scoprendone spalle e volto con gli occhi chiusi. Improvvisamente, la base sonora di una malinconica canzone africana cambia e diviene più vivace – l’artista si anima, apre gli occhi fissando lo spettatore e gira, arrotola, ripiega e annoda intorno alla sua testa il drappo, in una serie di travestimenti o prove che ne modificano l’aspetto. Di volta in volta, il tessuto sui trasforma in velo, benda, burka, bandana, sciarpa o turbante, rivelando diverse possibili identità e riferendosi ad un vasto insieme di contrastanti culture.
Gli altri due lavori video di Ndiritu, Desert Storm e Arrested Development sono riprodotti nelle due piccole sacrestie dell’Oratorio. Desert Storm mostra una immagine dell’artista che striscia sul pavimento, il corpo nudo coperto da un velo sottile. La scena è resa satura da una consolante musica nomadica Sahariana, ma il risultato è disturbante. Non è chiaro se il sorriso di Ndiritu sia di piacere o di dolore. Il lavoro è così lasciato con una conclusione aperta, e solleva domande sulla relazione fra la natura umana da un lato e le antinomie spiritualità e religione, stupro e castità, repressione sessuale e libertà. Per tutta la durata del pezzo, un testo sottotitola il lavoro con i nomi dei paesi oggetto di recente conflitto politico o sociale, quasi rispecchiando l’atteggiamento inquietante dell’artista, il suo sesso, la sua origine e insieme la “grande storia” dei correnti affari internazionali. Similmente, Arrested Development raccoglie un vasto insieme di significati in una fusione di immagini, parole e musica. Il lavoro mostra due piedi che danzano nudi su una terra scura, intorno ad un mucchietto di fuscelli. Mentre la musica cresce e incalza, la danza diviene più serrata e veloce sinchè i rametti prendono fuoco. Finalmente il fuoco li consuma, e si estingue. Questo lavoro è particolarmente dedicato alla storia recente dell’Africa. Il vederlo all’interno di una chiesa cristiana, vero simbolo della ideologia evangelica che è servita a pretesto della oppressione delle culture indigene, lo rende solo più pungente.
Grace Ndiritu è nata a Birmingham nel 1976, vive e lavora a Londra. Ha avuto recentemente una mostra personale alla Ikon Gallery, Birmingham. Ndiritu ha vinto diversi premi tra i quali Perspective, Ormeau Baths Gallery, Belfast, 2004; the Delfina UK Studio Award, London, 2004; Arts Council Digital Exposure, UK, 2004 e il Leamington Spa Open Competition, Warwickshire, UK, 2004.
L’Oratorio di S. Ludovico si trova in Corte dei Vecchi, vicino alla Fondamenta S.Sebastiano, Dorsoduro 2552. Si può raggiungere a piedi in 5 minuti dal vaporetto (San Basilio, linee 82, 61, 62)
Prodotto da Nuova Icona e Ikon Gallery (Birmingham, UK) in collaborazione con Delfina Studio Trust (London, UK) e “plug” (Venezia), con il supporto di The Arts Council England e The British Council.
A cura di Camilla Seibezzi, Vittorio Urbani, Jonathan Watkins, Nigel Prince.
Catalogo disponibile.
info: Nuova Icona, 454 Giudecca 30133 Venezia- tel/fax 00 39 041 521 0101 email. info@nuovaicona.org – www.nuovaicona.org
Ikon / Melissa Nisbett, Tel: 0044 121 248 0708, Fax: 0044 121 248 0709 m.nisbett@ikon-gallery.co.uk
Proiettato sull’altare, The Nightingale crea una potente installazione. Allude con naturalezza, nel contesto della chiesa veneziana, ad immagini della Madonna rese iconiche dalla pittura rinascimentale. Originato da una esperienza di amore non corrisposto – il titolo L’Usignolo si riferisce all’uccello noto per il triste e dolce canto – il video esplora temi di stereotipo culturale e della frattura fra Est e Ovest del mondo. The Nightingale comincia come un sereno, quieto movimento di una tela sul capo di Ndiritu, che con tormentante lentezza va scoprendone spalle e volto con gli occhi chiusi. Improvvisamente, la base sonora di una malinconica canzone africana cambia e diviene più vivace – l’artista si anima, apre gli occhi fissando lo spettatore e gira, arrotola, ripiega e annoda intorno alla sua testa il drappo, in una serie di travestimenti o prove che ne modificano l’aspetto. Di volta in volta, il tessuto sui trasforma in velo, benda, burka, bandana, sciarpa o turbante, rivelando diverse possibili identità e riferendosi ad un vasto insieme di contrastanti culture.
Gli altri due lavori video di Ndiritu, Desert Storm e Arrested Development sono riprodotti nelle due piccole sacrestie dell’Oratorio. Desert Storm mostra una immagine dell’artista che striscia sul pavimento, il corpo nudo coperto da un velo sottile. La scena è resa satura da una consolante musica nomadica Sahariana, ma il risultato è disturbante. Non è chiaro se il sorriso di Ndiritu sia di piacere o di dolore. Il lavoro è così lasciato con una conclusione aperta, e solleva domande sulla relazione fra la natura umana da un lato e le antinomie spiritualità e religione, stupro e castità, repressione sessuale e libertà. Per tutta la durata del pezzo, un testo sottotitola il lavoro con i nomi dei paesi oggetto di recente conflitto politico o sociale, quasi rispecchiando l’atteggiamento inquietante dell’artista, il suo sesso, la sua origine e insieme la “grande storia” dei correnti affari internazionali. Similmente, Arrested Development raccoglie un vasto insieme di significati in una fusione di immagini, parole e musica. Il lavoro mostra due piedi che danzano nudi su una terra scura, intorno ad un mucchietto di fuscelli. Mentre la musica cresce e incalza, la danza diviene più serrata e veloce sinchè i rametti prendono fuoco. Finalmente il fuoco li consuma, e si estingue. Questo lavoro è particolarmente dedicato alla storia recente dell’Africa. Il vederlo all’interno di una chiesa cristiana, vero simbolo della ideologia evangelica che è servita a pretesto della oppressione delle culture indigene, lo rende solo più pungente.
Grace Ndiritu è nata a Birmingham nel 1976, vive e lavora a Londra. Ha avuto recentemente una mostra personale alla Ikon Gallery, Birmingham. Ndiritu ha vinto diversi premi tra i quali Perspective, Ormeau Baths Gallery, Belfast, 2004; the Delfina UK Studio Award, London, 2004; Arts Council Digital Exposure, UK, 2004 e il Leamington Spa Open Competition, Warwickshire, UK, 2004.
L’Oratorio di S. Ludovico si trova in Corte dei Vecchi, vicino alla Fondamenta S.Sebastiano, Dorsoduro 2552. Si può raggiungere a piedi in 5 minuti dal vaporetto (San Basilio, linee 82, 61, 62)
Prodotto da Nuova Icona e Ikon Gallery (Birmingham, UK) in collaborazione con Delfina Studio Trust (London, UK) e “plug” (Venezia), con il supporto di The Arts Council England e The British Council.
A cura di Camilla Seibezzi, Vittorio Urbani, Jonathan Watkins, Nigel Prince.
Catalogo disponibile.
info: Nuova Icona, 454 Giudecca 30133 Venezia- tel/fax 00 39 041 521 0101 email. info@nuovaicona.org – www.nuovaicona.org
Ikon / Melissa Nisbett, Tel: 0044 121 248 0708, Fax: 0044 121 248 0709 m.nisbett@ikon-gallery.co.uk
04
giugno 2005
Grace Ndiritu
Dal 04 giugno al 17 luglio 2005
arte contemporanea
Location
ORATORIO SAN LUDOVICO
Venezia, Corte Dei Vecchi, (Venezia)
Venezia, Corte Dei Vecchi, (Venezia)
Orario di apertura
da martedì a domenica 11-19
Vernissage
4 Giugno 2005, ore 17-20
Sito web
www.nuovaicona.org
Autore
Curatore