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Grazia Deflorio – Would you like to play?
I temi che Grazia Deflorio predilige, nel suo lavoro, sono il gioco e l’interattività:non riesco a ricordare la prima volta che ho giocato con i colori. Credo di non avere mai smesso. Le mie opere cercano di far giocare anche gli adulti che spesso dimenticano di essere stati bambini. Grazia Deflorio
Comunicato stampa
Segnala l'evento
OGGETTO: MOSTRA PERSONALE DI GRAZIADEFLORIO
Sabato 21 Maggio 2011 ore 19:30
presso la galleria d’arte contemporanea GLOBALART di Rosa Didonna a Noicattaro (BA) in via Ugo Foscolo 29,
si inaugura la mostra personale di GRAZIA DEFLORIO, dal titolo
Would you like to play?
A cura di Rosa Didonna
Interviene
Mirella Casamassima
Performance musicale di
Ivan Piepoli
La mostra sarà visitabile dal 21Maggio al 19 Giugno
Tutti i giorni, ore 10-13 ; 16-20.
Essendo libertà da ogni obbligo l’arte è gioco; il gioco contraddice alla serietà dell’agire utilitario, ma poichè la libertà è il supremo dei valori, soltanto giocando si è veramente seri. E’, ancora, portata alle ultime conseguenze, l’idea di Schiller dell’arte come gioco e del gioco come libertà. (G.C.Argan, 1970)
I temi che Grazia Deflorio predilige, nel suo lavoro artistico, sono il gioco e l’interattività:…non riesco a ricordare la prima volta che ho giocato con i colori. Credo di non avere mai smesso. Le mie opere cercano di far giocare anche gli adulti che spesso dimenticano di essere stati bambini.
L’atto del gioco è una componente essenziale nella creazione artistica. Le idee nascono quando l’inconscio e l’esperienza si mescolano insieme. I materiali che utilizzo per realizzare i miei lavori li ritrovo nei ricordi di infanzia. L’opera stessa si trasforma in un gioco per chi la osserva. (G.Deflorio).
Dunque dall’infanzia riaffiora il mondo magico e colorato della fantasia e della creatività: trottole, bambole, trenini e meccani si rincorrono nel percorso di montaggio e smontaggio, non solo pratico e materiale, ma anche dell’inconscio e del ricordo.
Buona parte dell’arte del novecento ha percorso questa strada: dai Giocattoli nella foresta di Savinio, in uno scollamento di memoria tra sogno e fantasmico, al giocattolo futurista, esaltante l’allegria, il colore, la sorpresa e l’immaginazione, alla dimensione più cerebrale di Duchamp che, del gioco degli scacchi fece una vera metafora del processo artistico.
E dal dadaismo parte lo spaesamento e lo straniamento dei materiali e degli oggetti: i bottoni di Grazia diventano bambole, magneti e calamite il rivestimento di un aereo-meccano.
Oggetti che, perdendo la loro funzione, si trasformano in altro: cambiamento di materia, luogo e funzione, primo atto di una serie di azioni necessarie perché la creatività si realizzi in opere compiute e artistiche, così come Bruno Munari ha sottolineato nella sua celebre Fantasia.
Secondo atto, il cambiamento di dimensione e peso: la trottola è grande, l’aereo è piccolo, i dadi fuori misura, e qui il gigantesco si sostituisce al piccolo e viceversa, secondo la migliore tradizione della letteratura fantastica o onirica.
Terzo atto, la relazione non logica tra cose opposte, ..bello come l’incontro fortuito tra una macchina da cucire ed un ombrello su un tavolo operatorio..: sulle facce dei dadi sono dipinti non i numeri, ma i volti degli amici, nel Gioco del quindici, non i numeri ma un trenino giocattolo da ricomporre. Il gioco degli opposti, l’eterna utopia dell’artista di ricreare l’unità e la sintesi.
L’opera si fa insieme al suo fruitore. Il pubblico, non più passivo e contemplante, agisce sull’opera, reiventandosi autore, in un gioco delle parti in cui la percezione fa riemergere quella creatività insita in tutti noi, ma spesso smarrita e sommersa… Portiamo lo spettatore al centro del quadro.. dissero i futuristi e da allora il processo non si è più fermato. L’artista-regista progetta interattivamente la sua opera invitando il pubblico alla partecipazione attiva, con regole predisposte secondo il migliore dei giochi, sempre però lasciando quel piccolo margine di imprevisto di ..uno scacco matto, casualità pura.
Così davanti alle opere di Grazia si spostano calamite, tasselli, chiodini di plastica, ricreando associazioni e relazioni di immagini nuove, giocando, perché no, a quello che Argan ha definito il gioco molto, molto serio, dell’arte.
Mirella Casamassima
Contatti:
Galleria GLOBALART di Rosa Didonna
Noicattaro (BA), via Ugo Foscolo 29
Tel.347/1843201
info@globalartweb.org
globalart (anche su facebook)
Sabato 21 Maggio 2011 ore 19:30
presso la galleria d’arte contemporanea GLOBALART di Rosa Didonna a Noicattaro (BA) in via Ugo Foscolo 29,
si inaugura la mostra personale di GRAZIA DEFLORIO, dal titolo
Would you like to play?
A cura di Rosa Didonna
Interviene
Mirella Casamassima
Performance musicale di
Ivan Piepoli
La mostra sarà visitabile dal 21Maggio al 19 Giugno
Tutti i giorni, ore 10-13 ; 16-20.
Essendo libertà da ogni obbligo l’arte è gioco; il gioco contraddice alla serietà dell’agire utilitario, ma poichè la libertà è il supremo dei valori, soltanto giocando si è veramente seri. E’, ancora, portata alle ultime conseguenze, l’idea di Schiller dell’arte come gioco e del gioco come libertà. (G.C.Argan, 1970)
I temi che Grazia Deflorio predilige, nel suo lavoro artistico, sono il gioco e l’interattività:…non riesco a ricordare la prima volta che ho giocato con i colori. Credo di non avere mai smesso. Le mie opere cercano di far giocare anche gli adulti che spesso dimenticano di essere stati bambini.
L’atto del gioco è una componente essenziale nella creazione artistica. Le idee nascono quando l’inconscio e l’esperienza si mescolano insieme. I materiali che utilizzo per realizzare i miei lavori li ritrovo nei ricordi di infanzia. L’opera stessa si trasforma in un gioco per chi la osserva. (G.Deflorio).
Dunque dall’infanzia riaffiora il mondo magico e colorato della fantasia e della creatività: trottole, bambole, trenini e meccani si rincorrono nel percorso di montaggio e smontaggio, non solo pratico e materiale, ma anche dell’inconscio e del ricordo.
Buona parte dell’arte del novecento ha percorso questa strada: dai Giocattoli nella foresta di Savinio, in uno scollamento di memoria tra sogno e fantasmico, al giocattolo futurista, esaltante l’allegria, il colore, la sorpresa e l’immaginazione, alla dimensione più cerebrale di Duchamp che, del gioco degli scacchi fece una vera metafora del processo artistico.
E dal dadaismo parte lo spaesamento e lo straniamento dei materiali e degli oggetti: i bottoni di Grazia diventano bambole, magneti e calamite il rivestimento di un aereo-meccano.
Oggetti che, perdendo la loro funzione, si trasformano in altro: cambiamento di materia, luogo e funzione, primo atto di una serie di azioni necessarie perché la creatività si realizzi in opere compiute e artistiche, così come Bruno Munari ha sottolineato nella sua celebre Fantasia.
Secondo atto, il cambiamento di dimensione e peso: la trottola è grande, l’aereo è piccolo, i dadi fuori misura, e qui il gigantesco si sostituisce al piccolo e viceversa, secondo la migliore tradizione della letteratura fantastica o onirica.
Terzo atto, la relazione non logica tra cose opposte, ..bello come l’incontro fortuito tra una macchina da cucire ed un ombrello su un tavolo operatorio..: sulle facce dei dadi sono dipinti non i numeri, ma i volti degli amici, nel Gioco del quindici, non i numeri ma un trenino giocattolo da ricomporre. Il gioco degli opposti, l’eterna utopia dell’artista di ricreare l’unità e la sintesi.
L’opera si fa insieme al suo fruitore. Il pubblico, non più passivo e contemplante, agisce sull’opera, reiventandosi autore, in un gioco delle parti in cui la percezione fa riemergere quella creatività insita in tutti noi, ma spesso smarrita e sommersa… Portiamo lo spettatore al centro del quadro.. dissero i futuristi e da allora il processo non si è più fermato. L’artista-regista progetta interattivamente la sua opera invitando il pubblico alla partecipazione attiva, con regole predisposte secondo il migliore dei giochi, sempre però lasciando quel piccolo margine di imprevisto di ..uno scacco matto, casualità pura.
Così davanti alle opere di Grazia si spostano calamite, tasselli, chiodini di plastica, ricreando associazioni e relazioni di immagini nuove, giocando, perché no, a quello che Argan ha definito il gioco molto, molto serio, dell’arte.
Mirella Casamassima
Contatti:
Galleria GLOBALART di Rosa Didonna
Noicattaro (BA), via Ugo Foscolo 29
Tel.347/1843201
info@globalartweb.org
globalart (anche su facebook)
21
maggio 2011
Grazia Deflorio – Would you like to play?
Dal 21 maggio al 19 giugno 2011
arte contemporanea
Location
GLOBALART
Noicattaro, Via Ugo Foscolo, 29, (Bari)
Noicattaro, Via Ugo Foscolo, 29, (Bari)
Orario di apertura
da Lunedì a Domenica ore 10-13 e 16-20:30
Vernissage
21 Maggio 2011, h 19:30
Autore