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Grazia Mazzarello – Lucigrafie
Grazia Mazzarello ci aiuta a scoprire la bellezza misteriosa della luce che quasi sempre modella la realtà fino a renderla perfettamente fruibile ma talvolta ci sorprende e ci fa vedere quello che pure esiste anche se non sempre lo cogliamo
Comunicato stampa
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Tutto è nato in modo casuale – l'origine delle sperimentazioni fotografiche è quasi sempre stato legato alla casualità – quando Grazia Mazzarello ha mosso inavvertitamente la fotocamera in ripresa e, invece di cancellare il risultato ottenuto come se fosse stato solo il frutto di un errore, lo ha osservato con sguardo diverso.
In questo modo ha scoperto il potere creativo della luce. Apparentemente non si trattava di una novità visto che il termine "fotografia" evoca nel suo stesso significato etimologico l'intervento della luce, ma questa volta tutto era avvenuto quasi al buio. Capitava dunque che dei punti luminosi danzassero davanti all'obiettivo creando disegni, figure, immagini insolite: è a quel punto che Grazia Mazzarello ha deciso di approfondire questa sua ricerca trasformandola in una vera e propria sperimentazione che abbisognava di costanti, verifiche, regole tutte da creare.
Trascorso il tempo necessario per assumere il pieno controllo del procedimento che la tecnica digitale ha reso più rapido, la fotografa ha ottenuto non più risultati casuali ma immagini volute che ha battezzato "lucigrafie" perché gli aspetti più evidenti sono i segni che le luci disegnano nello spazio scuro che fa da sfondo.
Non si può che rimanere sorpresi e incantati di fronte a queste opere che si inseriscono nell'importante filone della fotografia astratta anche se poi, per qualche strana ragione, sembrano evocare sensazioni fiabesche: improvvisamente il cielo si anima di strane ballerine e di fiori delicati, si affolla di figure che si inseguono, di riflessi che si intrecciano sulla superficie del mare notturno scoprendo le increspature delle onde. In altri casi tutto avviene nell'atmosfera leggera dell'alba e le presenze luminose si fanno ancor più eteree, i loro movimenti alludono a creature misteriose frutto di quanto vediamo ma anche, nella stessa misura, di quanto crediamo di vedere. Improvvisamente appaiono fasci di colori, masse che si muovono in modo ondulatorio, pennellate cromatiche che si susseguono, scintille che esplodono, vortici che attraggono lo sguardo. Ma poi basta leggere le didascalie per accorgerci che tutto è avvenuto nel porto di Genova o in quello di Dubrovnik, al Gran Premio di F1 a Montecarlo o a Sidney, a Newcastle o a Sorrento, a Honk Kong o a Venezia, nelle tante città, qui assolutamente non riconoscibili, raggiunte dalla fotografa.
Così Grazia Mazzarello ci aiuta a scoprire la bellezza misteriosa della luce che quasi sempre modella la realtà fino a renderla perfettamente fruibile ma talvolta ci sorprende e ci fa vedere quello che pure esiste anche se non sempre lo cogliamo.
Roberto Mutti
Grazia Mazzarello, nata a Genova, vive e lavora nella città che più ama, dalla quale si allontana solo per lunghi viaggi intorno al mondo in compagnia delle sue macchine fotografiche. Nella sua formazione un ruolo importante l'ha svolto la Scuola Donna fotografa di Giuliana Traverso soprattutto per gli stimoli alla sperimentazione. Bianconerista di nascita, si avvicina gradualmente al colore e nel 2000 approda al digitale. Accanto a un'attività su commissione svolta con agenzie e case editrici, Grazia Mazzarello partecipa a concorsi, realizza mostre personali e collettive, elabora progetti fotografici. L'aspetto su cui ora è maggiormente focalizzata è la ricerca sia in fase di ripresa (da cui nascono le "lucigrafie") che di elaborazione in stampa.
In questo modo ha scoperto il potere creativo della luce. Apparentemente non si trattava di una novità visto che il termine "fotografia" evoca nel suo stesso significato etimologico l'intervento della luce, ma questa volta tutto era avvenuto quasi al buio. Capitava dunque che dei punti luminosi danzassero davanti all'obiettivo creando disegni, figure, immagini insolite: è a quel punto che Grazia Mazzarello ha deciso di approfondire questa sua ricerca trasformandola in una vera e propria sperimentazione che abbisognava di costanti, verifiche, regole tutte da creare.
Trascorso il tempo necessario per assumere il pieno controllo del procedimento che la tecnica digitale ha reso più rapido, la fotografa ha ottenuto non più risultati casuali ma immagini volute che ha battezzato "lucigrafie" perché gli aspetti più evidenti sono i segni che le luci disegnano nello spazio scuro che fa da sfondo.
Non si può che rimanere sorpresi e incantati di fronte a queste opere che si inseriscono nell'importante filone della fotografia astratta anche se poi, per qualche strana ragione, sembrano evocare sensazioni fiabesche: improvvisamente il cielo si anima di strane ballerine e di fiori delicati, si affolla di figure che si inseguono, di riflessi che si intrecciano sulla superficie del mare notturno scoprendo le increspature delle onde. In altri casi tutto avviene nell'atmosfera leggera dell'alba e le presenze luminose si fanno ancor più eteree, i loro movimenti alludono a creature misteriose frutto di quanto vediamo ma anche, nella stessa misura, di quanto crediamo di vedere. Improvvisamente appaiono fasci di colori, masse che si muovono in modo ondulatorio, pennellate cromatiche che si susseguono, scintille che esplodono, vortici che attraggono lo sguardo. Ma poi basta leggere le didascalie per accorgerci che tutto è avvenuto nel porto di Genova o in quello di Dubrovnik, al Gran Premio di F1 a Montecarlo o a Sidney, a Newcastle o a Sorrento, a Honk Kong o a Venezia, nelle tante città, qui assolutamente non riconoscibili, raggiunte dalla fotografa.
Così Grazia Mazzarello ci aiuta a scoprire la bellezza misteriosa della luce che quasi sempre modella la realtà fino a renderla perfettamente fruibile ma talvolta ci sorprende e ci fa vedere quello che pure esiste anche se non sempre lo cogliamo.
Roberto Mutti
Grazia Mazzarello, nata a Genova, vive e lavora nella città che più ama, dalla quale si allontana solo per lunghi viaggi intorno al mondo in compagnia delle sue macchine fotografiche. Nella sua formazione un ruolo importante l'ha svolto la Scuola Donna fotografa di Giuliana Traverso soprattutto per gli stimoli alla sperimentazione. Bianconerista di nascita, si avvicina gradualmente al colore e nel 2000 approda al digitale. Accanto a un'attività su commissione svolta con agenzie e case editrici, Grazia Mazzarello partecipa a concorsi, realizza mostre personali e collettive, elabora progetti fotografici. L'aspetto su cui ora è maggiormente focalizzata è la ricerca sia in fase di ripresa (da cui nascono le "lucigrafie") che di elaborazione in stampa.
10
dicembre 2007
Grazia Mazzarello – Lucigrafie
Dal 10 al 22 dicembre 2007
fotografia
Location
POL!FEMO
Milano, Via Luigi Nono, 7, (Milano)
Milano, Via Luigi Nono, 7, (Milano)
Orario di apertura
dal lunedì al sabato, dalle 13 alle 19 (domenica chiuso)
Vernissage
10 Dicembre 2007, ore 18.30
Sito web
www.polifemo.org
Autore