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Graziella Giunchedi – Il Canto della Mente
L’esposizione, composta da oltre 30 opere, consente di conoscere una pittura forte e potente, fatta soprattuttodi “colore”, elemento base dell’espressività sia personale che artistica di Graziella Giunchedi
Comunicato stampa
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VENERDÌ 13 GIUGNO 2008, ALLE ORE 18.30 presso Palazzo Briccolani, in Via Cavour 18 a Meldola, alla presenza del Sindaco Loris Venturi e del Senatore Stelio de Carolis, presidente del Comitato delle Celebrazioni per il 150° Anniversario della morte di Felice Orsini, si inaugurerà la mostra personale di GRAZIELLA GIUNCHEDI- Il Canto della Mente, curata da Marisa Zattini e promossa dal COMUNE DI MELDOLA - Assessorato alla cultura. Una mostra che vuole sottolineare una volta di più l’importanza di questo 2008 per il panorama culturale della città di Meldola, dopo l’avvio delle celebrazioni di Felice Orsini. L’esposizione, composta da oltre 30 opere, consente di conoscere una pittura forte e potente, fatta soprattuttodi “colore”, elemento base dell’espressività sia personale che artistica di Graziella Giunchedi. Potenza, forza vitale e positività: questi i punti focali di un’arte che, come ben esprime Janus nel suo testo critico, all’interno del catalogo, «[...] è l’aspetto esteticamente puro della sua pittura: è limpida ed è torbida nello stesso tempo,ha un’istintiva franchezza, non ha mai detto bugie. Le verità che dice possono anche essere aspre, ma sono sempresincere, ha perfino innocenza poiché non si nasconde mai dietro perifrasi o eufemismi: quello che vuole dire lo dicesempre con impeto [...]».Un impeto che permette alla nostra artista di fare «[...] una pittura fluida e calda che assomiglia molto alla lava chescende da un vulcano, brucia e potrebbe bruciare, scorre lungo le scanalature della terra alla ricerca di un luogo dovedepositarsi, ma non è priva di tenerezza. La pittura di tanto in tanto si apre, ha squarci improvvisi, poi si rinchiude suse stessa, come la valva di una conchiglia che diventa impenetrabile. Potrei perfino avanzare questa ipotesi: la pittriceama le lacerazioni e gli squarci, apre fenditure nella sua pittura come se cercasse un valico di sabbia rossa, un sentierodimenticato; si intravedono sulla sua superficie ciottoli, ghiaia, pietre che si sono sgretolate e che costituiscono insiemeun muro che l’artista si impegna di scavalcare ogni giorno, come se il quadro fosse una montagna oscura o l’ingressodi una caverna, proibita agli estranei, o una catacomba, poiché è popolata di fantasmi [...]» (Janus).
Tutto questo si traduce in un racconto sincero, potente, senza fronzoli e pudore, della realtà odierna, vissuta, sofferta,metaboizzata e quindi espressa nel modo più intimo e gioioso, grazie ad un’esplosione di colori che è anche esplosione dell’anima. «L’abisso rovesciato della nostra interiorità è a volte urlo silenzioso o transumanza, trasmigrazione di gioia, Canto della Mente. Sinesteticamente, innesti uditivi si fondono con quelli visivi, e viene voglia di toccare la pelle dellatela, di aspirarne il profumo, per assorbire sensibilmente la forza di quei colori che intensi riverberano specchiandosi nel nostro animo concavo. Teste che si sfaldano, e trasbordano oltre il confine fisico della tela. In una sorta di art brut,colori e segni si scollano e si riaggregano, in sottrazioni e addizioni sensibili che si esplicitano in un linguaggio sincreticotestimone dei prodromi di un sentire primario. Ripiegamenti di alto lirismo che si affrancano dalle convenzioni pittoriche. Sono dipinti che ardono e che bruciano oltre l’univocità dell’apparenza. Graziella Giunchedi non si astrae dalla suacontemporaneità, indaga il presente, ascolta se stessa e trasferisce emozioni e stupori attraverso il mezzo della pittura. L’immaginazione si traduce nella visualizzazione delle inclinazioni tautologiche dell’arte, cioè dei suoi valori di verità,acquisisce dimensione storica nel suo lavoro che abbraccia un sentire collettivo dove ognuno di noi trova rispecchiamento. La serie recente dei “volti” è quindi testimonianza di trasfigurazioni corporali, di “attraversamenti” fra luce e tenebre, divalori tattili che si dipanano in tessiture cromatiche metaforiche, per gettare nuovi ponti [...]» (Marisa Zattini). Il catalogo, edito per i tipi de IL VICOLO Editore, documenta tutte le opere in mostra attraverso le fotografie a firma di Gian Paolo Senni e i contributi critici di Janus e Marisa Zattini, curatrice della mostra. Graziella Giunchedi è nata a Forlì il 12 marzo del 1950. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Forlì, oggi Liceo d’Arte, luogo in cui ha ricoperto come docente la cattedra di Discipline Pittoriche. In contemporaneaa questa attività, ha sempre alimentato, con opere di grande respiro, la sua sete di comunicare attraverso l’arte della pittura, ed ultimamente anche attraverso esperienze ceramiche. Le opere che attualmente caratterizzano la sua produzione riguardano il richiamo della memoriaattraverso il contesto fisionomico del volto, attraversando il mondo atavico del pensiero. L’artista ha denominato quest’ultimo percorso conun titolo emblematico “Il canto della mente”. Sono opere che riflettono un’aura di profondo mistero e denuncia dall’amorfismo sociale. Il suo “canto” è un urlo di disperazione, di insofferenza, di impotenza di fronte ad una società ancorata alle banalità del quotidiano, è un urlo di denuncia nei confronti di chi offende la vita e tenta di annientarla, e vuole essere un manifesto dichiarante l’impossibilità dell’uomo di reprimere la vita perchè essa, nonostante i tentativi, risorge sempre più forte e potente.Ha partecipato a innumerevoli rassegne nazionali e internazionali: suoi lavori si trovano nei musei di Betlemme, Gibellina, Bertinoro epresso collezioni private. Attualmente, vive e lavora a Forlì.
Tutto questo si traduce in un racconto sincero, potente, senza fronzoli e pudore, della realtà odierna, vissuta, sofferta,metaboizzata e quindi espressa nel modo più intimo e gioioso, grazie ad un’esplosione di colori che è anche esplosione dell’anima. «L’abisso rovesciato della nostra interiorità è a volte urlo silenzioso o transumanza, trasmigrazione di gioia, Canto della Mente. Sinesteticamente, innesti uditivi si fondono con quelli visivi, e viene voglia di toccare la pelle dellatela, di aspirarne il profumo, per assorbire sensibilmente la forza di quei colori che intensi riverberano specchiandosi nel nostro animo concavo. Teste che si sfaldano, e trasbordano oltre il confine fisico della tela. In una sorta di art brut,colori e segni si scollano e si riaggregano, in sottrazioni e addizioni sensibili che si esplicitano in un linguaggio sincreticotestimone dei prodromi di un sentire primario. Ripiegamenti di alto lirismo che si affrancano dalle convenzioni pittoriche. Sono dipinti che ardono e che bruciano oltre l’univocità dell’apparenza. Graziella Giunchedi non si astrae dalla suacontemporaneità, indaga il presente, ascolta se stessa e trasferisce emozioni e stupori attraverso il mezzo della pittura. L’immaginazione si traduce nella visualizzazione delle inclinazioni tautologiche dell’arte, cioè dei suoi valori di verità,acquisisce dimensione storica nel suo lavoro che abbraccia un sentire collettivo dove ognuno di noi trova rispecchiamento. La serie recente dei “volti” è quindi testimonianza di trasfigurazioni corporali, di “attraversamenti” fra luce e tenebre, divalori tattili che si dipanano in tessiture cromatiche metaforiche, per gettare nuovi ponti [...]» (Marisa Zattini). Il catalogo, edito per i tipi de IL VICOLO Editore, documenta tutte le opere in mostra attraverso le fotografie a firma di Gian Paolo Senni e i contributi critici di Janus e Marisa Zattini, curatrice della mostra. Graziella Giunchedi è nata a Forlì il 12 marzo del 1950. Si è laureata all’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo aver frequentato l’Istituto Statale d’Arte di Forlì, oggi Liceo d’Arte, luogo in cui ha ricoperto come docente la cattedra di Discipline Pittoriche. In contemporaneaa questa attività, ha sempre alimentato, con opere di grande respiro, la sua sete di comunicare attraverso l’arte della pittura, ed ultimamente anche attraverso esperienze ceramiche. Le opere che attualmente caratterizzano la sua produzione riguardano il richiamo della memoriaattraverso il contesto fisionomico del volto, attraversando il mondo atavico del pensiero. L’artista ha denominato quest’ultimo percorso conun titolo emblematico “Il canto della mente”. Sono opere che riflettono un’aura di profondo mistero e denuncia dall’amorfismo sociale. Il suo “canto” è un urlo di disperazione, di insofferenza, di impotenza di fronte ad una società ancorata alle banalità del quotidiano, è un urlo di denuncia nei confronti di chi offende la vita e tenta di annientarla, e vuole essere un manifesto dichiarante l’impossibilità dell’uomo di reprimere la vita perchè essa, nonostante i tentativi, risorge sempre più forte e potente.Ha partecipato a innumerevoli rassegne nazionali e internazionali: suoi lavori si trovano nei musei di Betlemme, Gibellina, Bertinoro epresso collezioni private. Attualmente, vive e lavora a Forlì.
13
giugno 2008
Graziella Giunchedi – Il Canto della Mente
Dal 13 giugno al 13 luglio 2008
arte contemporanea
Location
PALAZZO BRICCOLANI
Meldola, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 18, (Forlì-cesena)
Meldola, Via Camillo Benso Conte Di Cavour, 18, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
giovedì, venerdì e sabato 17- 19, domenica e festivi 10-12 / 17-19
Vernissage
13 Giugno 2008, ore 18.30
Editore
IL VICOLO
Autore
Curatore