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Grazzini / Tonazzini / Colombo – GRAVITAS
L’installazione attraverso la creazione di forme pure e atemporali che si confrontano con il loro stesso peso lavorando per gravità – siano esse monoliti o veli nello spazio – astrae il concetto di gravitas nei suoi due ambiti semantici, morale e fisico, includendone l’opposto della levitas.
Comunicato stampa
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Il termine gravitas può essere ricondotto a due principali sfere semantiche, una morale e l’altra fisica. In ambito morale si fa riferimento ad un comportamento profondo, degno e appropriato, mentre in fisica si rimanda alla tendenza dei corpi a cadere verso il suolo, alla forza che ci colloca e ci conferisce un peso.
In architettura il concetto di gravitas si riferisce ad un’opera che aspira a mettere in relazione questi due mondi, quello fisico-plastico e quello morale-comportamentale. Tuttavia nella contemporaneità la gravitas inizia a mancare; si sono smarriti i riferimenti e troppo spesso si privilegia il fugace, la tendenza e il profitto a scapito di valori umani, sociali e ambientali. Il contrasto è ancora più evidente se si considera che, nell’antica Roma, la gravitas era considerata una delle virtù cardine dei mores maiorum, l’insieme dei valori collettivi che i cittadini dovevano possedere per sostenere il bene della comunità e dello Stato, mettendo in secondo piano gli interessi individuali.
In tale quadro, la pratica del progetto dovrebbe rinnovare la sua aspirazione alla gravitas, intesa come la responsabilità di farsi carico delle proprie scelte attraverso un disegno profondo e consapevole orientato al benessere dell’uomo e della società. Il progetto, facendosi espressione della dignità umana, può dunque diventare monumento e incarnare il concetto temporale di permanenza, quiete e memoria. In questa accezione la gravitas non esclude il proprio opposto, la levitas, poiché anche la leggerezza deve nascere dalla gravosa pensosità che si oppone alla volubilità e all’inconsistenza.
L’installazione “Gravitas” astrae tali concetti attraverso la creazione di forme pure e atemporali che si confrontano con il loro stesso peso lavorando per gravità, siano esse monoliti o veli nello spazio. Materia e vuoto, ombre e luci si alternano in un equilibrio che trova il proprio principio nella trasmissione dei carichi al suolo.
Il dialogo tra gli elementi vuole essere uno spunto di riflessione sulla pratica architettonica e sul valore che si aspira ad attribuirle, invitando ad una meditazione sulla sostanza e sulla leggerezza, sulla durata e sulla velocità.
In architettura il concetto di gravitas si riferisce ad un’opera che aspira a mettere in relazione questi due mondi, quello fisico-plastico e quello morale-comportamentale. Tuttavia nella contemporaneità la gravitas inizia a mancare; si sono smarriti i riferimenti e troppo spesso si privilegia il fugace, la tendenza e il profitto a scapito di valori umani, sociali e ambientali. Il contrasto è ancora più evidente se si considera che, nell’antica Roma, la gravitas era considerata una delle virtù cardine dei mores maiorum, l’insieme dei valori collettivi che i cittadini dovevano possedere per sostenere il bene della comunità e dello Stato, mettendo in secondo piano gli interessi individuali.
In tale quadro, la pratica del progetto dovrebbe rinnovare la sua aspirazione alla gravitas, intesa come la responsabilità di farsi carico delle proprie scelte attraverso un disegno profondo e consapevole orientato al benessere dell’uomo e della società. Il progetto, facendosi espressione della dignità umana, può dunque diventare monumento e incarnare il concetto temporale di permanenza, quiete e memoria. In questa accezione la gravitas non esclude il proprio opposto, la levitas, poiché anche la leggerezza deve nascere dalla gravosa pensosità che si oppone alla volubilità e all’inconsistenza.
L’installazione “Gravitas” astrae tali concetti attraverso la creazione di forme pure e atemporali che si confrontano con il loro stesso peso lavorando per gravità, siano esse monoliti o veli nello spazio. Materia e vuoto, ombre e luci si alternano in un equilibrio che trova il proprio principio nella trasmissione dei carichi al suolo.
Il dialogo tra gli elementi vuole essere uno spunto di riflessione sulla pratica architettonica e sul valore che si aspira ad attribuirle, invitando ad una meditazione sulla sostanza e sulla leggerezza, sulla durata e sulla velocità.
17
gennaio 2025
Grazzini / Tonazzini / Colombo – GRAVITAS
Dal 17 al 25 gennaio 2025
architettura
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MESIA SPACE ARTE CONTEMPORANEA
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Roma, Largo Mesia, 3, (Roma)
Orario di apertura
dal Martedì al sabato ore 17.00 - 20.00
Vernissage
17 Gennaio 2025, 18.30
Sito web
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