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Greenwashing
L’esposizione chiude l’anno dedicato dalla Fondazione all’ambiente. I lavori degli artisti di Greenwashing testimoniano che concetti come ambientalismo, ecologia e natura sono ormai desueti e inadatti all’analisi e alla comprensione del complesso panorama ecologico in cui viviamo
Comunicato stampa
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GREENWASHING presenta il lavoro di 25 artisti internazionali la cui produzione dimostra quanto siano ormai desueti e inadatti all’analisi e alla comprensione del complesso panorama ecologico in cui viviamo concetti come ambientalismo, ecologia e natura. Al giorno d’oggi dobbiamo continuamente confrontarci con l’urgenza e la vastità delle tematiche ecologiche (intese anche in senso culturale, politico, sociale ed economico) e dalla minaccia di un potenziale catastrofico collasso del nostro ecosistema. Alla luce del costante bombardamento mediatico, al martellante senso di colpa eco-economico, gli obiettivi industriali e le accattivanti promesse politiche suscitano una genuina perplessità sulle pseudo-soluzioni, benché potenzialmente portatrici di soluzioni alternative.
La terminologia, il potere d’azione sull’ambiente e la sostenibilità diventano di giorno in giorno più asimmetriche ed immateriali. L’impronta ecologica, l’impatto zero, l’annullamento delle emissioni di anidride carbonica, le foodmiles, il marketing ambientale, il debito ambientale, e via di seguito, sono tutti termini di recente invenzione che ci spingono a percepire con sempre maggior inquietudine le intrusioni e le deprivazioni delle risorse del pianeta generate dalla costante modernizzazione globalizzata, così come dall’industrializzazione e dall’inarrestabile urbanizzazione terrestre.
Viene quindi unilateralmente invocata la necessità di limitare la crescita e lo sviluppo soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Soluzione che resta ipotetica e di difficile attuazione dato che le preoccupazioni ecologiche sembrano rilevanti solo nelle società più affluenti in cui le prime necessità sono state già soddisfatte. E più in generale come riconciliare la responsabilità del singolo con la ricerca di consenso da parte della collettività, come conciliare il locale con il globale, rimedi a breve termine con strategie visionarie? Questi sono gli interrogativi che questa mostra cercherà di suscitare.
Gli artisti presentati in GREENWASHING strutturano il loro lavoro in maniera speculative e processuale parlando delle trasformazioni energetiche e delle materie prime, processi fondamentali nell’ecologia. I loro lavori analizzano gli accumuli di energia – acqua, spazzatura, materiali di scarto, petrolio – in modo da rendere evidenti meccanismi e processi nascosti e rivelando così dei cicli di scambio e di potere aperti a nuove letture.
Le diverse pratiche artistiche presenti in mostra condividono una strategia che non denuncia passivamente il degrado del nostro pianeta, né offre nuove e funzionali soluzioni tecnologiche; articolano invece le contraddizioni e le responsabilità incrociate in cui ci imbattiamo in prima persona e come società. La loro arte non indica la ‘giusta’ via etica ed ambientalista, ma permette di analizzare e mettere in discussione le nostre azioni e le nostre percezioni. Mette in moto un atteggiamento critico che interviene, si infiltra, re-interpreta e decodifica le relazioni umane con le forme di vita non-umana e con gli altri esseri viventi.
La terminologia, il potere d’azione sull’ambiente e la sostenibilità diventano di giorno in giorno più asimmetriche ed immateriali. L’impronta ecologica, l’impatto zero, l’annullamento delle emissioni di anidride carbonica, le foodmiles, il marketing ambientale, il debito ambientale, e via di seguito, sono tutti termini di recente invenzione che ci spingono a percepire con sempre maggior inquietudine le intrusioni e le deprivazioni delle risorse del pianeta generate dalla costante modernizzazione globalizzata, così come dall’industrializzazione e dall’inarrestabile urbanizzazione terrestre.
Viene quindi unilateralmente invocata la necessità di limitare la crescita e lo sviluppo soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Soluzione che resta ipotetica e di difficile attuazione dato che le preoccupazioni ecologiche sembrano rilevanti solo nelle società più affluenti in cui le prime necessità sono state già soddisfatte. E più in generale come riconciliare la responsabilità del singolo con la ricerca di consenso da parte della collettività, come conciliare il locale con il globale, rimedi a breve termine con strategie visionarie? Questi sono gli interrogativi che questa mostra cercherà di suscitare.
Gli artisti presentati in GREENWASHING strutturano il loro lavoro in maniera speculative e processuale parlando delle trasformazioni energetiche e delle materie prime, processi fondamentali nell’ecologia. I loro lavori analizzano gli accumuli di energia – acqua, spazzatura, materiali di scarto, petrolio – in modo da rendere evidenti meccanismi e processi nascosti e rivelando così dei cicli di scambio e di potere aperti a nuove letture.
Le diverse pratiche artistiche presenti in mostra condividono una strategia che non denuncia passivamente il degrado del nostro pianeta, né offre nuove e funzionali soluzioni tecnologiche; articolano invece le contraddizioni e le responsabilità incrociate in cui ci imbattiamo in prima persona e come società. La loro arte non indica la ‘giusta’ via etica ed ambientalista, ma permette di analizzare e mettere in discussione le nostre azioni e le nostre percezioni. Mette in moto un atteggiamento critico che interviene, si infiltra, re-interpreta e decodifica le relazioni umane con le forme di vita non-umana e con gli altri esseri viventi.
28
febbraio 2008
Greenwashing
Dal 28 febbraio al 18 maggio 2008
arte contemporanea
Location
FONDAZIONE SANDRETTO RE REBAUDENGO
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Torino, Via Modane, 16, (Torino)
Biglietti
Intero € 5, Gruppi € 4, Ridotto € 3
Orario di apertura
da martedì a domenica 12-20; giovedì 12-23; lunedì chiuso
Vernissage
28 Febbraio 2008, ore 19
Autore
Curatore