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Gregorio Pedroli – Senza titolo
Le opere attuali, organizzate in dittici e trittici, ampliano e approfondiscono un discorso che assume sempre più valenza di riflessione sul senso stesso del dipingere oggi. La pittura si fa più sospesa e rarefatta e dialoga con lo spazio attraverso raffinate velature e trasparenze cromatiche
Comunicato stampa
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Il Museo d’arte di Mendrisio presenterà nei suoi spazi, dal 12 gennaio al 2 marzo 2008, una mostra dell’artista ticinese Gregorio Pedroli, già conosciuto da pubblico e critica per la personale del 1995 presso il Museo Epper di Ascona e per la rassegna che il Museo cantonale d’arte ha dedicato ai suoi lavori recenti nel 2004.
Nato nel 1951 a Sorengo e formatosi alla Kunstgewerbeschule di Basilea e all’Accademia di Brera a Milano, Pedroli avvia il suo percorso artistico proprio sulla base del confronto con queste due realtà: la scena artistica nordalpina e l’ambiente italiano ancora permeato del clima del naturalismo e dell’Informale lombardi. Facendo della pittura il suo medium privilegiato, l’artista si concentra da subito sulle potenzialità espressive del segno e del colore: da una figurazione biomorfa esplicita si passa gradualmente a una figura solo allusa, per giungere al sorprendente inserimento di elementi geometrici combinati con un segno sempre calligrafico e carico di tensione emotiva.
Le opere attuali, organizzate in dittici e trittici, ampliano e approfondiscono un discorso che assume sempre più valenza di riflessione sul senso stesso del dipingere oggi. La pittura si fa più sospesa e rarefatta e dialoga con lo spazio attraverso raffinate velature e trasparenze cromatiche; un vago biomorfismo permane nel segno ancora filamentoso. L’uso di una cromìa impura e volutamente quasi kitsch stempera il lirismo apparente in sottile ironia. Un linguaggio, contaminato pure da suggestioni provenienti dalla fotografia e dalla videoarte, che per mezzo di stridenti contrasti di carattere del segno e di spiazzanti scelte compositive trasforma il recupero della pittura tradizionale in atto critico e provocatorio, dando origine a uno degli esiti senz’altro più interessanti nel panorama artistico non solo ticinese del momento. Una nuova riflessione sul far pittura che di fatto inserisce Pedroli in un orizzonte più ampio, caratterizzato da una ricerca appena avviata anche su scala internazionale e che ha riportato la pittura – soprattutto astratta – al centro dell’attenzione di critica e pubblico.
Con la mostra dedicata a Gregorio Pedroli, il Museo d’arte Mendrisio prosegue nella serie di proposte incentrate su quelle individualità che attraverso un lavoro di ricerca e di sperimentazione, consolidatosi nel corso di anni, hanno messo in campo risultati stimolanti e di grande interesse per una riconsiderazione attuale del fare arte.
La mostra è stata realizzata con il sostegno di Cooperativa Migros Ticino
e della Repubblica e Stato del Canton Ticino, Fondo Swisslos
Nato nel 1951 a Sorengo e formatosi alla Kunstgewerbeschule di Basilea e all’Accademia di Brera a Milano, Pedroli avvia il suo percorso artistico proprio sulla base del confronto con queste due realtà: la scena artistica nordalpina e l’ambiente italiano ancora permeato del clima del naturalismo e dell’Informale lombardi. Facendo della pittura il suo medium privilegiato, l’artista si concentra da subito sulle potenzialità espressive del segno e del colore: da una figurazione biomorfa esplicita si passa gradualmente a una figura solo allusa, per giungere al sorprendente inserimento di elementi geometrici combinati con un segno sempre calligrafico e carico di tensione emotiva.
Le opere attuali, organizzate in dittici e trittici, ampliano e approfondiscono un discorso che assume sempre più valenza di riflessione sul senso stesso del dipingere oggi. La pittura si fa più sospesa e rarefatta e dialoga con lo spazio attraverso raffinate velature e trasparenze cromatiche; un vago biomorfismo permane nel segno ancora filamentoso. L’uso di una cromìa impura e volutamente quasi kitsch stempera il lirismo apparente in sottile ironia. Un linguaggio, contaminato pure da suggestioni provenienti dalla fotografia e dalla videoarte, che per mezzo di stridenti contrasti di carattere del segno e di spiazzanti scelte compositive trasforma il recupero della pittura tradizionale in atto critico e provocatorio, dando origine a uno degli esiti senz’altro più interessanti nel panorama artistico non solo ticinese del momento. Una nuova riflessione sul far pittura che di fatto inserisce Pedroli in un orizzonte più ampio, caratterizzato da una ricerca appena avviata anche su scala internazionale e che ha riportato la pittura – soprattutto astratta – al centro dell’attenzione di critica e pubblico.
Con la mostra dedicata a Gregorio Pedroli, il Museo d’arte Mendrisio prosegue nella serie di proposte incentrate su quelle individualità che attraverso un lavoro di ricerca e di sperimentazione, consolidatosi nel corso di anni, hanno messo in campo risultati stimolanti e di grande interesse per una riconsiderazione attuale del fare arte.
La mostra è stata realizzata con il sostegno di Cooperativa Migros Ticino
e della Repubblica e Stato del Canton Ticino, Fondo Swisslos
11
gennaio 2008
Gregorio Pedroli – Senza titolo
Dall'undici gennaio al 02 marzo 2008
arte contemporanea
Location
MUSEO D’ARTE
Mendrisio, Piazzetta dei Serviti, 1, (Mendrisio)
Mendrisio, Piazzetta dei Serviti, 1, (Mendrisio)
Orario di apertura
Ma-ve 14-17; sa-do 10-12 e 14-18
Vernissage
11 Gennaio 2008, ore 18
Autore
Curatore