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Gruppo operaio ‘E Zezi/Marinella Senatore – Proloco #1 – ZIG ZAG ZEG ZUG
Il gruppo operaio ‘E Zezi e Marinella Senatore provengono da Pomigliano D’Arco e da Cava dei Tirreni; paesi campani del sud, poveri e di tradizione agricola che un po’ di anni fa non sono sfuggiti all’arrivo perverso della modernità, con le sue illusioni industriali.
Comunicato stampa
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Proloco #1
“Perché non aprite una galleria a Milano?”
Abbiamo iniziato a ragionare sull’idea di Proloco durante la biennale di Architettura del 2016 dal titolo Reporting From The Front. L’invito lanciato dal curatore Alejandro Aravena ai partecipanti era quello di individuare una battaglia da combattere.
Nello specifico ci colpì molto il progetto Onore Perduto dell’architetta siciliana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Nel testo del catalogo, a proposito di questo lavoro, veniva citato l’economista cileno Manfred Max-Neef, secondo il quale “la zanzara è l’unico animale in grado di sconfiggere un rinoceronte. O meglio, uno sciame di zanzare. Metafora del capitalismo, il rinoceronte possiede una forza indomita e bruta che distrugge tutto ciò che ostacola i suoi interessi (competitività), annientando tutti gli esseri più piccoli (attività locali). L’unica strategia per sopravvivere, sostiene Max-Neef, è ridurre le proprie dimensioni in modo da non costituire più una minaccia per quella forza così grande (ed essere così lasciati in pace), ma al contempo poter soffocare il pachiderma se si agisce di comune accordo”.
Nel progetto l’architetta sosteneva che l’unico modo per incidere su un territorio ed innescare un cambiamento è lavorare utilizzando la piccola scala.
Il progetto Proloco nasce dall’incontro con una serie di realtà artistiche che hanno operato in specifici territori costituendosi come nuclei di resistenza e facendo dell’uso della piccola scala una modalità operativa.
Per un anno la galleria si trasformerà in uno spazio che racconterà questi incontri e darà voce a queste realtà attraverso una serie di mostre, concerti, presentazioni di libri e workshop in dialogo con la comunità locale.
Avremo il piacere di ospitare, tra gli altri, il gruppo operaio ‘E Zezi, formazione musicale nata negli anni settanta nella fabbrica dell’Alfa Sud di Pomigliano D’Arco in collaborazione con Marinella Senatore; Gino Gianuizzi che presenterà l’archivio della galleria Neon da lui fondata a Bologna nel 1981; Giuseppe Frau gallery, collettivo di artisti sardi impegnati nella regione del Sulcis dove hanno fondato una scuola civica di Arte Contemporanea.
Proloco si concluderà ad Agosto del 2019 riproponendo la mostra di un solo giorno Wherever centro ricreativo di quartiere del pittore ispicese Francesco Lauretta già presentata in galleria nel 2008.
Gruppo operaio ‘E Zezi e Marinella Senatore
Proloco #1 - ZIG ZAG ZEG ZUG
Quanto può essere importante l’area geografica di provenienza nel lavoro degli artisti?
Le delusioni sono sempre in agguato. Nonostante nei passaporti degli artisti ci sia quanto di esotico il mondo dell’arte richieda e nonostante ci raccontino storie che vanno dal Medioriente a Cuba, passando per il Sud Africa, queste storie sono a volte filtrate dall’interno di comodi palazzi di famiglia nell’East end di Londra o pensati al fresco di appartamenti newyorkesi.
Il gruppo operaio ‘E Zezi e Marinella Senatore provengono da Pomigliano D’Arco e da Cava dei Tirreni; paesi campani del sud, poveri e di tradizione agricola che un po’ di anni fa non sono sfuggiti all’arrivo perverso della modernità, con le sue illusioni industriali.
A pensarci bene, agli inizi, ‘E Zezi e Marinella Senatore avevano poco di esotico da proporre al mondo dell’arte, ma c’era altro da offrire al mondo che li circondava, poche e semplici parole che se nella società contemporanea sembrano essere desuete, nel mondo dell’arte sono addirittura sconosciute: classe sociale d’appartenenza.
Quanto può essere importante nell’arte aver fatto esperienza reale delle storie che si raccontano?
Gli Zezi nascono negli anni settanta nella fabbrica dell’Alfasud di Pomigliano D’Arco. Sono operai, studenti, disoccupati, insegnanti. Per anni hanno raccontato semplicemente le storie delle loro vite. Storie di fabbrica, di lavoro e di lotta contro lo sfruttamento. Hanno fatto musica, teatro, arti visive. Un collettivo aperto dove sono transitati, negli anni, oltre trecentocinquanta persone.
In un’epoca in cui, in Italia, dei feroci manager d’azienda possono diventare eroi nazionali, Il Gruppo operaio ‘E Zezi non è archeologia del movimento operaio, ma ne rappresenta una delle ultime sacche di resistenza.
Marinella Senatore è figlia di un impiegato delle poste e una maestra elementare. Grazie a suo padre vive fin da giovanissima l’esperienza della militanza politica fino ad arrivare, da studentessa di cinema, alla manifestazione no global del G8 di Genova nel 2001. Di fronte alla violenza delle istituzioni deve abbassare la telecamera. Vive la sconfitta della sua generazione e decide che da quel momento solo l’arte sarebbe stato il strumento d’azione nel mondo. Negli anni s’impegna per far raccontare le proprie storie agli operai, agli studenti, alle casalinghe e a tutte le persone che decidono di contribuire alla creazione dei sui grandi progetti partecipativi.
‘ A che po’ servì?’
A cosa può servire? È la triste domanda che si pone uno dei fondatori de ‘E Zezi in un documentario. E’ vero, una classe sociale sembrerebbe oggi essere stata annientata, prima di tutto economicamente, ma soprattutto culturalmente. A cosa servono quindi questi artisti e quest’arte così piena di buoni propositi ?
Mi ha colpito però, una frase letta sempre in un manifesto de ‘E Zezi “Canzoni contro la mala ciorta” (canzoni contro la malasorte).
Cosa spinge un operaio, dopo otto ore di lavoro, a chiudersi in una sala prove o ad affrontare un viaggio estenuante su un autobus scassato? Cosa spinge centinaia di persone comuni, per giorni, magari dopo aver lavorato ed accudito i propri bambini, ad effettuare delle stancanti prove solo per partecipare poi ad una performance di poche ore?
Per questo, con la mia collega Sveva, abbiamo pensato di mettere insieme ‘E Zezi e Marinella Senatore, perché la loro arte serve alla gente come strumento contro la cattiva sorte e perché serve a riconoscersi e a ritrovare insieme una coscienza di classe.
Corrado Gugliotta
“Perché non aprite una galleria a Milano?”
Abbiamo iniziato a ragionare sull’idea di Proloco durante la biennale di Architettura del 2016 dal titolo Reporting From The Front. L’invito lanciato dal curatore Alejandro Aravena ai partecipanti era quello di individuare una battaglia da combattere.
Nello specifico ci colpì molto il progetto Onore Perduto dell’architetta siciliana Maria Giuseppina Grasso Cannizzo. Nel testo del catalogo, a proposito di questo lavoro, veniva citato l’economista cileno Manfred Max-Neef, secondo il quale “la zanzara è l’unico animale in grado di sconfiggere un rinoceronte. O meglio, uno sciame di zanzare. Metafora del capitalismo, il rinoceronte possiede una forza indomita e bruta che distrugge tutto ciò che ostacola i suoi interessi (competitività), annientando tutti gli esseri più piccoli (attività locali). L’unica strategia per sopravvivere, sostiene Max-Neef, è ridurre le proprie dimensioni in modo da non costituire più una minaccia per quella forza così grande (ed essere così lasciati in pace), ma al contempo poter soffocare il pachiderma se si agisce di comune accordo”.
Nel progetto l’architetta sosteneva che l’unico modo per incidere su un territorio ed innescare un cambiamento è lavorare utilizzando la piccola scala.
Il progetto Proloco nasce dall’incontro con una serie di realtà artistiche che hanno operato in specifici territori costituendosi come nuclei di resistenza e facendo dell’uso della piccola scala una modalità operativa.
Per un anno la galleria si trasformerà in uno spazio che racconterà questi incontri e darà voce a queste realtà attraverso una serie di mostre, concerti, presentazioni di libri e workshop in dialogo con la comunità locale.
Avremo il piacere di ospitare, tra gli altri, il gruppo operaio ‘E Zezi, formazione musicale nata negli anni settanta nella fabbrica dell’Alfa Sud di Pomigliano D’Arco in collaborazione con Marinella Senatore; Gino Gianuizzi che presenterà l’archivio della galleria Neon da lui fondata a Bologna nel 1981; Giuseppe Frau gallery, collettivo di artisti sardi impegnati nella regione del Sulcis dove hanno fondato una scuola civica di Arte Contemporanea.
Proloco si concluderà ad Agosto del 2019 riproponendo la mostra di un solo giorno Wherever centro ricreativo di quartiere del pittore ispicese Francesco Lauretta già presentata in galleria nel 2008.
Gruppo operaio ‘E Zezi e Marinella Senatore
Proloco #1 - ZIG ZAG ZEG ZUG
Quanto può essere importante l’area geografica di provenienza nel lavoro degli artisti?
Le delusioni sono sempre in agguato. Nonostante nei passaporti degli artisti ci sia quanto di esotico il mondo dell’arte richieda e nonostante ci raccontino storie che vanno dal Medioriente a Cuba, passando per il Sud Africa, queste storie sono a volte filtrate dall’interno di comodi palazzi di famiglia nell’East end di Londra o pensati al fresco di appartamenti newyorkesi.
Il gruppo operaio ‘E Zezi e Marinella Senatore provengono da Pomigliano D’Arco e da Cava dei Tirreni; paesi campani del sud, poveri e di tradizione agricola che un po’ di anni fa non sono sfuggiti all’arrivo perverso della modernità, con le sue illusioni industriali.
A pensarci bene, agli inizi, ‘E Zezi e Marinella Senatore avevano poco di esotico da proporre al mondo dell’arte, ma c’era altro da offrire al mondo che li circondava, poche e semplici parole che se nella società contemporanea sembrano essere desuete, nel mondo dell’arte sono addirittura sconosciute: classe sociale d’appartenenza.
Quanto può essere importante nell’arte aver fatto esperienza reale delle storie che si raccontano?
Gli Zezi nascono negli anni settanta nella fabbrica dell’Alfasud di Pomigliano D’Arco. Sono operai, studenti, disoccupati, insegnanti. Per anni hanno raccontato semplicemente le storie delle loro vite. Storie di fabbrica, di lavoro e di lotta contro lo sfruttamento. Hanno fatto musica, teatro, arti visive. Un collettivo aperto dove sono transitati, negli anni, oltre trecentocinquanta persone.
In un’epoca in cui, in Italia, dei feroci manager d’azienda possono diventare eroi nazionali, Il Gruppo operaio ‘E Zezi non è archeologia del movimento operaio, ma ne rappresenta una delle ultime sacche di resistenza.
Marinella Senatore è figlia di un impiegato delle poste e una maestra elementare. Grazie a suo padre vive fin da giovanissima l’esperienza della militanza politica fino ad arrivare, da studentessa di cinema, alla manifestazione no global del G8 di Genova nel 2001. Di fronte alla violenza delle istituzioni deve abbassare la telecamera. Vive la sconfitta della sua generazione e decide che da quel momento solo l’arte sarebbe stato il strumento d’azione nel mondo. Negli anni s’impegna per far raccontare le proprie storie agli operai, agli studenti, alle casalinghe e a tutte le persone che decidono di contribuire alla creazione dei sui grandi progetti partecipativi.
‘ A che po’ servì?’
A cosa può servire? È la triste domanda che si pone uno dei fondatori de ‘E Zezi in un documentario. E’ vero, una classe sociale sembrerebbe oggi essere stata annientata, prima di tutto economicamente, ma soprattutto culturalmente. A cosa servono quindi questi artisti e quest’arte così piena di buoni propositi ?
Mi ha colpito però, una frase letta sempre in un manifesto de ‘E Zezi “Canzoni contro la mala ciorta” (canzoni contro la malasorte).
Cosa spinge un operaio, dopo otto ore di lavoro, a chiudersi in una sala prove o ad affrontare un viaggio estenuante su un autobus scassato? Cosa spinge centinaia di persone comuni, per giorni, magari dopo aver lavorato ed accudito i propri bambini, ad effettuare delle stancanti prove solo per partecipare poi ad una performance di poche ore?
Per questo, con la mia collega Sveva, abbiamo pensato di mettere insieme ‘E Zezi e Marinella Senatore, perché la loro arte serve alla gente come strumento contro la cattiva sorte e perché serve a riconoscersi e a ritrovare insieme una coscienza di classe.
Corrado Gugliotta
19
agosto 2018
Gruppo operaio ‘E Zezi/Marinella Senatore – Proloco #1 – ZIG ZAG ZEG ZUG
Dal 19 agosto all'otto dicembre 2018
arte contemporanea
Location
LAVERONICA ARTE CONTEMPORANEA
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Modica, Via Clemente Grimaldi, 93, (Ragusa)
Orario di apertura
martedì a sabato ore 10-13 e 16-19
Vernissage
19 Agosto 2018, ore 18.30
Autore