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Guardare la luna, non il dito
Il MAC di Lissone ha incrementato il proprio patrimonio artistico con una collezione dedicata in modo esclusivo al design. A fianco di celebri icone del design trovano posto progetti, prototipi ed edizioni limitate che si articolano attorno a gruppi tematici.
Comunicato stampa
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Dopo lunghe attese, il MAC di Lissone ha finalmente incrementato il proprio patrimonio artistico con una
collezione dedicata in modo esclusivo al design. Tale scelta si è resa necessaria e inevitabile considerando la
realtà del territorio, fortemente legata alla filiera del legno-arredo; nel secolo scorso Lissone era, non a caso,
sinonimo di "Capitale del mobile".
In virtù di una storia importante ma spesso sottovalutata, il MAC ha integrato le sue raccolte con oggetti che
afferiscono ai trascorsi della cittadina briantea, proiettandosi vieppiù in un panorama ampio ed eterogeneo, di
respiro nazionale e internazionale.
Dagli inizi del Duemila le raccolte museali hanno continuato a documentare il divenire delle arti visive, ma è
solo dal 2007 che la programmazione del MAC si rivolge al mondo del design, istituendo un premio biennale
per i giovani progettisti. Malgrado la manifestazione si inserisca in un tessuto di ricerca e di sviluppo
appartenente alla tradizione lissonese, soltanto dieci anni dopo è stato possibile costituire il primo nucleo
della neonata collezione, che in breve tempo si è ampliata considerevolmente. Allo stato attuale la collezione
è composta da un centinaio di oggetti e da più di trecento disegni tecnici, unitamente a una raccolta di
materiali inerenti il visual design.
La volontà di celebrare "l'arte del progetto", all'insegna dell'innovazione e dell'iconicità, trova la via delle
sale museali con la mostra Guardare la luna, non il dito. Il titolo, che parafrasa il celebre detto cinese
«quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito», allude alla necessità di osservare con attenzione gli
oggetti esposti per riuscire a trascenderne la forma e comprenderne più a fondo la progettualità. Con lo stesso
intento, infatti, si è voluto ridisegnare/riprogettare la collezione del museo, che il Direttore del MAC ha
arricchito con oggetti che rispecchiano l'ingegno dei loro autori e la perizia di alcune tra le più rinomate
aziende del settore.
A fianco di celebri icone del design - immancabili nelle colle-zioni museali di tutto il mondo - trovano posto
progetti, prototipi ed edizioni limitate che si articolano attorno a gruppi tematici.
Capolavori di eccellenza artigianale, come il Leggio d'Orsay di Aulenti, la Parola Amore di Tovaglia, il
Segavento di Livio e Piero Castiglioni o il Papillon di Botta, dialogano con i moderni calcolatori di Bellini, il
packaging Tŷ Nant di Lovegrove e il Discovolante di Lissoni. Ironia e originalità contraddistinguono
l'appendiabiti Stella dei fratelli Mendini, il tavolino Aile di De Marco e Fanciullacci, l'orologio ipnotico e
perpetuo di Zambelli, l'abito in vinile di Cannavacciuolo e lo storico Componibile di Castelli Ferrieri
rivisitato da Fabio Novembre. Tra le curiosità, sono presenti anche una croce componibile di Iacchetti e il
rosario usa e getta di JoeVelluto, gli occhiali da sole di Duranti e gli occhiali in cartone di La Roche.
Tra le sedute sono state scelte Universale di Colombo, Monk di Afra e Tobia Scarpa, Plopp stool di Zieta,
Rememberme di Juretzek, Seconda di Botta, Spaghetti di Belotti, Tuttitubi di Damiani, la panca Iron di
Bergne (in edizione speciale) e il prototipo di uno sgabello di Luraschi. Una sezione è stata riservata
all'illuminotecnica, annoverando lampade assurte a vere icone del design, dalla Eclisse di Magistretti alla
Passiflora di Natalini e Toraldo di Francia, dal Cuboluce di Bettonica e Melocchi alla Tolomeo di De Lucchi
e Fassina, fino alla più recente Elica di Sironi. A padroneggiare l'angolo cucina sono i bollitori di Gehry e
Graves, le caffettiere di Rossi e Sapper, la pesciera di Sambonet e il set di "Monachine" di Duranti; all'area
del giardinaggio rimandano invece il vaso avvitabile di Santachiara e la carriola di Faccin.
Assieme a disegni autografi di Ambasz, Aulenti, Hejduk e Ungers sono proposti gli elaborati grafici di
Baruffi/De Santi, Confalonieri, Fronzoni + Gruppo MID, Lupi, Nizzoli, la serie completa di Inventario - il
progetto editoriale di Finessi e Croatto premiato nel 2014 con il Compasso d'Oro - e una selezione di progetti
tecnici di Foresti-Volonterio, Pessina-Pica-Rascaroli, Salvati-Tresoldi. Di particolare rilievo per la storia
locale è l'esposizione di alcuni manifesti promozionali delle storiche Settimane lissonesi e una inedita
eliocopia del Palazzo del Mobile di Lissone progettato dagli architetti Faglia e Galmanini.
collezione dedicata in modo esclusivo al design. Tale scelta si è resa necessaria e inevitabile considerando la
realtà del territorio, fortemente legata alla filiera del legno-arredo; nel secolo scorso Lissone era, non a caso,
sinonimo di "Capitale del mobile".
In virtù di una storia importante ma spesso sottovalutata, il MAC ha integrato le sue raccolte con oggetti che
afferiscono ai trascorsi della cittadina briantea, proiettandosi vieppiù in un panorama ampio ed eterogeneo, di
respiro nazionale e internazionale.
Dagli inizi del Duemila le raccolte museali hanno continuato a documentare il divenire delle arti visive, ma è
solo dal 2007 che la programmazione del MAC si rivolge al mondo del design, istituendo un premio biennale
per i giovani progettisti. Malgrado la manifestazione si inserisca in un tessuto di ricerca e di sviluppo
appartenente alla tradizione lissonese, soltanto dieci anni dopo è stato possibile costituire il primo nucleo
della neonata collezione, che in breve tempo si è ampliata considerevolmente. Allo stato attuale la collezione
è composta da un centinaio di oggetti e da più di trecento disegni tecnici, unitamente a una raccolta di
materiali inerenti il visual design.
La volontà di celebrare "l'arte del progetto", all'insegna dell'innovazione e dell'iconicità, trova la via delle
sale museali con la mostra Guardare la luna, non il dito. Il titolo, che parafrasa il celebre detto cinese
«quando il dito indica la luna lo stolto guarda il dito», allude alla necessità di osservare con attenzione gli
oggetti esposti per riuscire a trascenderne la forma e comprenderne più a fondo la progettualità. Con lo stesso
intento, infatti, si è voluto ridisegnare/riprogettare la collezione del museo, che il Direttore del MAC ha
arricchito con oggetti che rispecchiano l'ingegno dei loro autori e la perizia di alcune tra le più rinomate
aziende del settore.
A fianco di celebri icone del design - immancabili nelle colle-zioni museali di tutto il mondo - trovano posto
progetti, prototipi ed edizioni limitate che si articolano attorno a gruppi tematici.
Capolavori di eccellenza artigianale, come il Leggio d'Orsay di Aulenti, la Parola Amore di Tovaglia, il
Segavento di Livio e Piero Castiglioni o il Papillon di Botta, dialogano con i moderni calcolatori di Bellini, il
packaging Tŷ Nant di Lovegrove e il Discovolante di Lissoni. Ironia e originalità contraddistinguono
l'appendiabiti Stella dei fratelli Mendini, il tavolino Aile di De Marco e Fanciullacci, l'orologio ipnotico e
perpetuo di Zambelli, l'abito in vinile di Cannavacciuolo e lo storico Componibile di Castelli Ferrieri
rivisitato da Fabio Novembre. Tra le curiosità, sono presenti anche una croce componibile di Iacchetti e il
rosario usa e getta di JoeVelluto, gli occhiali da sole di Duranti e gli occhiali in cartone di La Roche.
Tra le sedute sono state scelte Universale di Colombo, Monk di Afra e Tobia Scarpa, Plopp stool di Zieta,
Rememberme di Juretzek, Seconda di Botta, Spaghetti di Belotti, Tuttitubi di Damiani, la panca Iron di
Bergne (in edizione speciale) e il prototipo di uno sgabello di Luraschi. Una sezione è stata riservata
all'illuminotecnica, annoverando lampade assurte a vere icone del design, dalla Eclisse di Magistretti alla
Passiflora di Natalini e Toraldo di Francia, dal Cuboluce di Bettonica e Melocchi alla Tolomeo di De Lucchi
e Fassina, fino alla più recente Elica di Sironi. A padroneggiare l'angolo cucina sono i bollitori di Gehry e
Graves, le caffettiere di Rossi e Sapper, la pesciera di Sambonet e il set di "Monachine" di Duranti; all'area
del giardinaggio rimandano invece il vaso avvitabile di Santachiara e la carriola di Faccin.
Assieme a disegni autografi di Ambasz, Aulenti, Hejduk e Ungers sono proposti gli elaborati grafici di
Baruffi/De Santi, Confalonieri, Fronzoni + Gruppo MID, Lupi, Nizzoli, la serie completa di Inventario - il
progetto editoriale di Finessi e Croatto premiato nel 2014 con il Compasso d'Oro - e una selezione di progetti
tecnici di Foresti-Volonterio, Pessina-Pica-Rascaroli, Salvati-Tresoldi. Di particolare rilievo per la storia
locale è l'esposizione di alcuni manifesti promozionali delle storiche Settimane lissonesi e una inedita
eliocopia del Palazzo del Mobile di Lissone progettato dagli architetti Faglia e Galmanini.
23
febbraio 2019
Guardare la luna, non il dito
Dal 23 febbraio al 21 aprile 2019
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
MAC – MUSEO D’ARTE CONTEMPORANEA DI LISSONE
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Lissone, Viale Elisa Ancona, 6, (Monza E Brianza)
Orario di apertura
mercoledì e venerdì, ore 10-13 - giovedì, ore 16-23 - sabato e domenica, ore 10-12/15-19
Vernissage
23 Febbraio 2019, ore 18
Autore
Curatore