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Guerrino Tramonti – Dal periodo veneziano ai primi anni ’50
Il percorso di mostra è costruito attorno ad una trentina di opere, quadri e sculture, di un periodo significativo della vita dell’artista
Comunicato stampa
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Un approccio aperto ed eccletico nei confronti delle arti, che lo portava a sentire il “bacio” non di un’unica ma di più muse: la plastica, la pittura, la ceramica, la grafica, sempre in modo policentrico, consapevole e vivo. Così si può sintetizzare l’opera di Guerrino Tramonti, un grande protagonista dell’arte del Novecento, a cui il Circolo degli Artisti di Faenza rende omaggio da sabato 3 dicembre 2005 (inaugurazione alle ore 19.30) con la mostra “Dal periodo veneziano ai primi anni ’50” che sarà aperta al pubblico dal giorno dopo al 21 gennaio 2006. L’esposizione è organizzata con la collaborazione con Randi Group, Banca di Romagna, sponsor ufficiali del Circolo, e Tivuitalia.
E’ un omaggio alla poetica di Tramonti e all’importanza che il suo lavoro ha avuto nella storia dell’arte.
Il percorso di mostra è costruito attorno ad una trentina di opere, quadri e sculture, di un periodo significativo della vita dell’artista.
Guerrino Tramonti, formatosi all’interno della scuola comunale di disegno e plastica “Tommaso Minardi”, dove apprende il suo approccio globale alle arti, dalla plastica al disegno, dalla decorazione alla scultura, dalla pittura alla ceramica, sentendo “per la prima volta la suadente carezza delle muse che lo accompagneranno durante tutto il suo lungo percorso artistico” come scrive la critica Josune Ruiz De Infante nel catalogo di mostra.
Tramonti amplia il suo bagaglio artistico alla Regia Scuola di Ceramica di Faenza, sotto la guida di Anselmo Bucci, anche se il punto di riferimento forte per la sua dimensione di scultore si può considerare Domenico Rambelli, oltre che, più avanti, Arturo Martini.
Ad Albisola, Tramonti condivide esperienze con maestri, Arturo Martini, Salvatore Fancello, Lucio Fontana, Aligi Sassu e Agenore Fabbri, che nella fornace di Tullio Mazzotti, danno origine alla creazione di una ceramica che non è più la semplice decorazione di oggetti d’uso, ma pezzi unici, con valore estetico non inferiore a quello di un quadro o di una scultura.
L’esperienza acquisita nel campo della ceramica ad Albisola servirà per la realizzazione di terrecotte, in cui dà prova della sua genialità, esposte nella mostra presentata al Circolo degli Artisti.
Dopo l’esposizione alla Quadriennale di Roma, Tramonti abbandona temporaneamente la scultura a favore della pittura. Tra il 1944 e il 1947, Tramonti, assieme all’amico scultore e ceramista Domenico Matteucci, si trasferisce a Venezia dove lo frequenta lo studio di Filippo De Pisis. Questi anni sono definiti il “periodo veneziano”.
L’interesse di Tramonti per la pittura erano nato 1929, con la frequentazione dello studio dell’amico Franco Gentilini, sul tema delle nature morte. Le tematiche legate alla “natura morta” sono oggetto di attenzione sin dalle prime esperienze e, sottolinea ancora Josune Ruiz De Infante “si può addirittura constatare una sorta di trasversalità tematica nell’intera produzione bidimensionale dell’artista, compresa quella della ceramica e della produzione pittorica degli anni della maturità.” Le tele presenti nella mostra del Circolo degli Artisti sono quasi tutte realizzate nella seconda metà degli anni Quaranta, tra il 1945 e il 1948. Si tratta di opere che a volte ricordano lo stile dell’ amico Filippo De Pisis. Le composizioni di Tramonti iniziano poi ad accendersi con colori vivaci che fanno contrappunto al grigiore tipico degli sfondi. Continua a dipingere le sue ricche composizioni d’interni dopo il rientro a Faenza.
Con la fine del quinto decennio del Novecento si chiude per Tramonti il primo capitolo della sua sperimentazione pittorica, per aprirsi, con l’arrivo degli anni ‘50, un periodo in cui la pittura sarà utilizzata con un approccio d’arte applicata alla ceramica.
Tramonti codificherà gli stilemi della sua pittura in un repertorio di immagini che lo accompagneranno al successo nazionale e internazionale nel campo della ceramica.
E’ un omaggio alla poetica di Tramonti e all’importanza che il suo lavoro ha avuto nella storia dell’arte.
Il percorso di mostra è costruito attorno ad una trentina di opere, quadri e sculture, di un periodo significativo della vita dell’artista.
Guerrino Tramonti, formatosi all’interno della scuola comunale di disegno e plastica “Tommaso Minardi”, dove apprende il suo approccio globale alle arti, dalla plastica al disegno, dalla decorazione alla scultura, dalla pittura alla ceramica, sentendo “per la prima volta la suadente carezza delle muse che lo accompagneranno durante tutto il suo lungo percorso artistico” come scrive la critica Josune Ruiz De Infante nel catalogo di mostra.
Tramonti amplia il suo bagaglio artistico alla Regia Scuola di Ceramica di Faenza, sotto la guida di Anselmo Bucci, anche se il punto di riferimento forte per la sua dimensione di scultore si può considerare Domenico Rambelli, oltre che, più avanti, Arturo Martini.
Ad Albisola, Tramonti condivide esperienze con maestri, Arturo Martini, Salvatore Fancello, Lucio Fontana, Aligi Sassu e Agenore Fabbri, che nella fornace di Tullio Mazzotti, danno origine alla creazione di una ceramica che non è più la semplice decorazione di oggetti d’uso, ma pezzi unici, con valore estetico non inferiore a quello di un quadro o di una scultura.
L’esperienza acquisita nel campo della ceramica ad Albisola servirà per la realizzazione di terrecotte, in cui dà prova della sua genialità, esposte nella mostra presentata al Circolo degli Artisti.
Dopo l’esposizione alla Quadriennale di Roma, Tramonti abbandona temporaneamente la scultura a favore della pittura. Tra il 1944 e il 1947, Tramonti, assieme all’amico scultore e ceramista Domenico Matteucci, si trasferisce a Venezia dove lo frequenta lo studio di Filippo De Pisis. Questi anni sono definiti il “periodo veneziano”.
L’interesse di Tramonti per la pittura erano nato 1929, con la frequentazione dello studio dell’amico Franco Gentilini, sul tema delle nature morte. Le tematiche legate alla “natura morta” sono oggetto di attenzione sin dalle prime esperienze e, sottolinea ancora Josune Ruiz De Infante “si può addirittura constatare una sorta di trasversalità tematica nell’intera produzione bidimensionale dell’artista, compresa quella della ceramica e della produzione pittorica degli anni della maturità.” Le tele presenti nella mostra del Circolo degli Artisti sono quasi tutte realizzate nella seconda metà degli anni Quaranta, tra il 1945 e il 1948. Si tratta di opere che a volte ricordano lo stile dell’ amico Filippo De Pisis. Le composizioni di Tramonti iniziano poi ad accendersi con colori vivaci che fanno contrappunto al grigiore tipico degli sfondi. Continua a dipingere le sue ricche composizioni d’interni dopo il rientro a Faenza.
Con la fine del quinto decennio del Novecento si chiude per Tramonti il primo capitolo della sua sperimentazione pittorica, per aprirsi, con l’arrivo degli anni ‘50, un periodo in cui la pittura sarà utilizzata con un approccio d’arte applicata alla ceramica.
Tramonti codificherà gli stilemi della sua pittura in un repertorio di immagini che lo accompagneranno al successo nazionale e internazionale nel campo della ceramica.
03
dicembre 2005
Guerrino Tramonti – Dal periodo veneziano ai primi anni ’50
Dal 03 dicembre 2005 al 21 gennaio 2006
arte contemporanea
Location
CIRCOLO DEGLI ARTISTI
Faenza, Via Sant'antonio, 7, (Ravenna)
Faenza, Via Sant'antonio, 7, (Ravenna)
Vernissage
3 Dicembre 2005, ore 19.30
Autore