Create an account
Welcome! Register for an account
La password verrà inviata via email.
Recupero della password
Recupera la tua password
La password verrà inviata via email.
-
- container colonna1
- Categorie
- #iorestoacasa
- Agenda
- Archeologia
- Architettura
- Arte antica
- Arte contemporanea
- Arte moderna
- Arti performative
- Attualità
- Bandi e concorsi
- Beni culturali
- Cinema
- Contest
- Danza
- Design
- Diritto
- Eventi
- Fiere e manifestazioni
- Film e serie tv
- Formazione
- Fotografia
- Libri ed editoria
- Mercato
- MIC Ministero della Cultura
- Moda
- Musei
- Musica
- Opening
- Personaggi
- Politica e opinioni
- Street Art
- Teatro
- Viaggi
- Categorie
- container colonna2
- container colonna1
Guglielmina Otter – Fisionomie della parola
Fisionomie della parola propone ventidue ritratti di poeti e altre opere di Guglielmina Otter che esplorano la linea dì confine tra arte e poesia.
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Fisionomie della parola
di Daniela Giordi e Fabrizio Bonci
"Le mie preferenze, però, andavano alle antologie …
perché c'erano le fotografie dei diversi autori, e queste
fotografie accendevano l'immaginazione non meno dei
versi stessi"
Josif Brodskij, Fuga da Bisanzio
Nell'ambito della rassegna IN(SIDE) Dentro l'uomo, dentro la società, a cura di Daniela Giordi, la mostra Fisionomie della parola di Guglielmina Otter presenta ventidue dei settantaquattro ritratti fotografici di poeti già riprodotti nel volume "Ritratti della poesia" (Quaderni del Circolo degli Artisti, Faenza 1998) che offriva allo sguardo del lettore la pleiade della poesia italiana contemporanea: Luzi, Spaziani, Scialoja, Giudici, Bellezza… Opera, tuttavia, non animata da un intento celebrativo, quella della Otter, ma piuttosto opera di esplorazione di quel territorio di confine dell'arte che è il ritratto del poeta. Territorio che si situa nello iato mai interamente colmato, e forse incolmabile, almeno nella tradizione culturale occidentale, che esiste tra corpo e anima, tra carne e spirito, tra parola e immagine, tra il volto del poeta, che, se vogliamo, è già immagine, prima ancora di essere immagine fotografica, e quel dietro, quel dentro e quell'oltre che sono i suoi versi. Territorio, dunque, di una ricerca estrema che porta al limite le possibilità del mezzo fotografico, nel tentativo di raffigurare e di definire una fisionomia che non può essere raffigurata e che resta indefinibile in quanto fisionomia, sottraendosi al domino della physis, del naturale, per collocarsi in quello dello spirituale, o più propriamente nel dominio della poesia, di cui la Otter, nella geografia corporea dei lineamenti e delle espressioni dei volti, cerca nondimeno di rintracciare i segni segreti.
E, in qualche modo, ritroviamo i segni, ma vorremmo dire le stigmate, della poesia in un lavoro della Otter che affianca i ritratti di poeti contemporanei. E' un altro ritratto di poeta, che però non dobbiamo alla Otter, ma allo psichiatra Carlo Pariani, che eseguì lo scatto nel 1928. E' il Campana di Castelpulci, smarrito per sempre - al contrario della Merini, raffigurata in uno dei ritratti della mostra - nel labirinto dell'istituzione manicomiale, con lo sguardo fisso sull'ombra del Minotauro che già si proietta su di lui. La Otter, in questa opera, che si intitola L'osservatorio - un sogno tardivo, così è che piace al mondo, inserisce il ritratto di Campana nell'ovale di una seditoia di gabinetto. Un calice sacrificale dipinto contiene il volto gonfio e invecchiato del poeta, come apparve a Pariani dopo dieci anni di internamento. Verità indubitabile e amara, questa che ci rammenta la Otter, che i veri compagni della poesia non sono la fama e l'immortalità, ma la morte e la dissoluzione.
di Daniela Giordi e Fabrizio Bonci
"Le mie preferenze, però, andavano alle antologie …
perché c'erano le fotografie dei diversi autori, e queste
fotografie accendevano l'immaginazione non meno dei
versi stessi"
Josif Brodskij, Fuga da Bisanzio
Nell'ambito della rassegna IN(SIDE) Dentro l'uomo, dentro la società, a cura di Daniela Giordi, la mostra Fisionomie della parola di Guglielmina Otter presenta ventidue dei settantaquattro ritratti fotografici di poeti già riprodotti nel volume "Ritratti della poesia" (Quaderni del Circolo degli Artisti, Faenza 1998) che offriva allo sguardo del lettore la pleiade della poesia italiana contemporanea: Luzi, Spaziani, Scialoja, Giudici, Bellezza… Opera, tuttavia, non animata da un intento celebrativo, quella della Otter, ma piuttosto opera di esplorazione di quel territorio di confine dell'arte che è il ritratto del poeta. Territorio che si situa nello iato mai interamente colmato, e forse incolmabile, almeno nella tradizione culturale occidentale, che esiste tra corpo e anima, tra carne e spirito, tra parola e immagine, tra il volto del poeta, che, se vogliamo, è già immagine, prima ancora di essere immagine fotografica, e quel dietro, quel dentro e quell'oltre che sono i suoi versi. Territorio, dunque, di una ricerca estrema che porta al limite le possibilità del mezzo fotografico, nel tentativo di raffigurare e di definire una fisionomia che non può essere raffigurata e che resta indefinibile in quanto fisionomia, sottraendosi al domino della physis, del naturale, per collocarsi in quello dello spirituale, o più propriamente nel dominio della poesia, di cui la Otter, nella geografia corporea dei lineamenti e delle espressioni dei volti, cerca nondimeno di rintracciare i segni segreti.
E, in qualche modo, ritroviamo i segni, ma vorremmo dire le stigmate, della poesia in un lavoro della Otter che affianca i ritratti di poeti contemporanei. E' un altro ritratto di poeta, che però non dobbiamo alla Otter, ma allo psichiatra Carlo Pariani, che eseguì lo scatto nel 1928. E' il Campana di Castelpulci, smarrito per sempre - al contrario della Merini, raffigurata in uno dei ritratti della mostra - nel labirinto dell'istituzione manicomiale, con lo sguardo fisso sull'ombra del Minotauro che già si proietta su di lui. La Otter, in questa opera, che si intitola L'osservatorio - un sogno tardivo, così è che piace al mondo, inserisce il ritratto di Campana nell'ovale di una seditoia di gabinetto. Un calice sacrificale dipinto contiene il volto gonfio e invecchiato del poeta, come apparve a Pariani dopo dieci anni di internamento. Verità indubitabile e amara, questa che ci rammenta la Otter, che i veri compagni della poesia non sono la fama e l'immortalità, ma la morte e la dissoluzione.
06
giugno 2013
Guglielmina Otter – Fisionomie della parola
Dal 06 al 30 giugno 2013
arte contemporanea
Location
GALLERIA OBLOM
Torino, Via Giuseppe Baretti, 28, (Torino)
Torino, Via Giuseppe Baretti, 28, (Torino)
Orario di apertura
da martedì a venerdì ore 16-20; sabato su appuntamento
Vernissage
6 Giugno 2013, ore 18
Autore
Curatore