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Guido Boletti – Un suono blu
Dal 6 al 29 maggio 2022, la Fondazione BPL ospita in Bipielle Arte l’artista Guido Boletti che torna a Lodi con le sue suggestioni visive, legate al “sogno di una musica-pittura“ che in Brasile, dove vive, ha trovato terreno fertile.
Comunicato stampa
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Può un suono essere blu?
Non ha dubbi al riguardo Guido Boletti, che sceglie di affidare all’arte la totalità dei suoi sensi.
Lasciandosi trasportare dal colore e dalla materia, questo artista incarna bene il concetto di sinestesia, alimentandolo però di quel soffio vitale e di quella freschezza e genuinità che trasformano la semplice percezione simultanea di suono e colore in un’esperienza piena, completa.
Non si tratta solo di contaminazione percettiva: l’arte di Guido è una danza, un canto che muove dal sentire dell’artista e tocca l’anima di chi ha la fortuna di assistere a quel caos gioioso fatto di colori e linee.
È un turbine incalzante che strizza l’occhio a Kandinskij ma che si ribella a quel concetto di spiritualità tanto caro al pittore russo.
L’esperienza quasi fisica alla quale Guido ci invita si fa mezzo capace di rendere visibile l’invisibile, chiaramente udibile l’indicibile, il taciuto.
È un fare concreto, che scaraventa a terra il supporto, togliendolo dalla verticalità del cavalletto e restituendolo alla terra in un gesto simbolico che sprigionandosi dall’uomo abbraccia l’origine dell’esperienza umana stessa.
Il corpo dell’artista si muove, danza insieme ai colori: è la danza della vita.
Il blu del cielo si mescola all’azzurro del mare, le nuvole diventano spuma, il vento onda.
I colori, le linee, il ritmo e l’armonia della composizione, tutto ci invita ad immergere la testa e soprattutto il cuore nell’Oceano di emozioni che le tele di questo artista riescono a portare a galla in ciascuno di noi.
Non servono filtri né censure quando i sentimenti sono genuini: è il caso dei pesci e degli uccelli con cui Guido costella da sempre le sue tele, ma anche delle forme astratte che riempiono le opere dell’ultima produzione, presentate al pubblico per la prima volta in occasione di questa mostra.
Gli animali e gli strumenti musicali ritratti, come anche le forme e le macchie di colore non figurative, diventano preziosi angeli custodi che ci accompagnano per mano e in punta di piedi negli angoli più intimi e profondi dell’artista stesso.
Assumendo a proprio mezzo privilegiato la pittura, Guido abbandona ogni abitudine già data e si mette in discussione e in movimento, spinto dal desiderio genuino di trovare il proprio canto e accordarlo alla sinfonia del mondo.
L’artista è vivo e in cammino, respira e ci rende parte di quello stesso alito che, pur nelle nostre specificità, ci riunisce tutti in un’unica meravigliosa esperienza, quella umana.
Guido dipinge e, dipingendo, respira.
Sa bene che nulla è per sempre, ma finché c’è vita, Guido rivendica con ogni più piccola parte di sé la sua incredibile voglia di pienezza, che inevitabilmente sgorga da ogni poro della pelle e si riversa prepotentemente sulla tela, zattera senza remi sospinta dal vento del bello». Marina Bergonzi
BIOGRAFIA
Guido Boletti è nato a Milano (1961), artista autodidatta, verso la fine degli anni ‘80 cerca nella musica la fonte ispiratrice della sua pittura. Il suo cammino iniziale è marcato, in special modo, da alcuni incontri significativi. Ad esempio quelli con il critico d’arte Carlo Munari, con gli artisti Renzo Margonari ed Emilio Tadini, ed in particolare con la gallerista ed amica Anna Virando (presso la cui galleria “Studio Laboratorio“ a Torino, Boletti tiene la prima personale di rilievo nel marzo del ‘92).
In seguito si segnala anche l’incontro con l’architetto Angelo Mena e la moglie Federica. Il dialogo con Angelo si stende attraverso un filo conduttore dove il colore/segno/sogno fanno parte di un’architettura vista come arte da abitare e da vivere. Con Renzo Margonari, critico, professore oltreché ultimo grande pittore surrealista italiano vivente, il contatto è costante e stimolante sino ad oggi. Partecipa a numerose esposizioni individuali e collettive che, dal territorio lodigiano, si realizzano via via su scala nazionale e internazionale. Dal 1999, con la prima esposizione a Belo Horizonte, il Brasile viene a far parte integrante costante del suo percorso artistico.
L’influenza della cultura brasiliana arricchisce i temi e l’ispirazione della ricerca pittorica, sempre rivolta al “sogno di una musica-pittura“, che in Brasile trova terreno fertile, visualmente e, soprattutto musicalmente. Oltre alla pittura, Guido, include nel suo lavoro, realizzazioni ceramiche, in vetrofusione, design di gioielli, illustrazioni (anche per letteratura infantile). Negli ultimi anni si sono intensificate le occasioni per proporre al pubblico performance pittoriche al vivo, in spazi pubblici e privati, normalmente condividendo il palco con musicisti o artisti di altro genere. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come al Teatro delle Vigne (Lodi), nella sede della Provincia di Lodi, nel Museo di Arte Sacra Diocesano di Lodi, al M.I.M. – Museo in Motion (San Pietro in Cerro – PC), al Museo di Juelich “Galleria di Minerva“ in Germania, presso il Museo “Casa dos Contos” di Ouro Preto in Brasile. Tra i premi e riconoscimenti ricevuti si segnala un premio del Ministero delle Poste del Giappone e la medaglia d’oro dell’Associazione Culturale Monsignor Quartieri di Lodi, inoltre è stato uno degli artisti scelti dalla provincia di Lodi per realizzare un’edizione di grafica limitata, che negli anni erano realizzati come dono per gli ospiti di rilievo in visita alla provincia stessa.
Non ha dubbi al riguardo Guido Boletti, che sceglie di affidare all’arte la totalità dei suoi sensi.
Lasciandosi trasportare dal colore e dalla materia, questo artista incarna bene il concetto di sinestesia, alimentandolo però di quel soffio vitale e di quella freschezza e genuinità che trasformano la semplice percezione simultanea di suono e colore in un’esperienza piena, completa.
Non si tratta solo di contaminazione percettiva: l’arte di Guido è una danza, un canto che muove dal sentire dell’artista e tocca l’anima di chi ha la fortuna di assistere a quel caos gioioso fatto di colori e linee.
È un turbine incalzante che strizza l’occhio a Kandinskij ma che si ribella a quel concetto di spiritualità tanto caro al pittore russo.
L’esperienza quasi fisica alla quale Guido ci invita si fa mezzo capace di rendere visibile l’invisibile, chiaramente udibile l’indicibile, il taciuto.
È un fare concreto, che scaraventa a terra il supporto, togliendolo dalla verticalità del cavalletto e restituendolo alla terra in un gesto simbolico che sprigionandosi dall’uomo abbraccia l’origine dell’esperienza umana stessa.
Il corpo dell’artista si muove, danza insieme ai colori: è la danza della vita.
Il blu del cielo si mescola all’azzurro del mare, le nuvole diventano spuma, il vento onda.
I colori, le linee, il ritmo e l’armonia della composizione, tutto ci invita ad immergere la testa e soprattutto il cuore nell’Oceano di emozioni che le tele di questo artista riescono a portare a galla in ciascuno di noi.
Non servono filtri né censure quando i sentimenti sono genuini: è il caso dei pesci e degli uccelli con cui Guido costella da sempre le sue tele, ma anche delle forme astratte che riempiono le opere dell’ultima produzione, presentate al pubblico per la prima volta in occasione di questa mostra.
Gli animali e gli strumenti musicali ritratti, come anche le forme e le macchie di colore non figurative, diventano preziosi angeli custodi che ci accompagnano per mano e in punta di piedi negli angoli più intimi e profondi dell’artista stesso.
Assumendo a proprio mezzo privilegiato la pittura, Guido abbandona ogni abitudine già data e si mette in discussione e in movimento, spinto dal desiderio genuino di trovare il proprio canto e accordarlo alla sinfonia del mondo.
L’artista è vivo e in cammino, respira e ci rende parte di quello stesso alito che, pur nelle nostre specificità, ci riunisce tutti in un’unica meravigliosa esperienza, quella umana.
Guido dipinge e, dipingendo, respira.
Sa bene che nulla è per sempre, ma finché c’è vita, Guido rivendica con ogni più piccola parte di sé la sua incredibile voglia di pienezza, che inevitabilmente sgorga da ogni poro della pelle e si riversa prepotentemente sulla tela, zattera senza remi sospinta dal vento del bello». Marina Bergonzi
BIOGRAFIA
Guido Boletti è nato a Milano (1961), artista autodidatta, verso la fine degli anni ‘80 cerca nella musica la fonte ispiratrice della sua pittura. Il suo cammino iniziale è marcato, in special modo, da alcuni incontri significativi. Ad esempio quelli con il critico d’arte Carlo Munari, con gli artisti Renzo Margonari ed Emilio Tadini, ed in particolare con la gallerista ed amica Anna Virando (presso la cui galleria “Studio Laboratorio“ a Torino, Boletti tiene la prima personale di rilievo nel marzo del ‘92).
In seguito si segnala anche l’incontro con l’architetto Angelo Mena e la moglie Federica. Il dialogo con Angelo si stende attraverso un filo conduttore dove il colore/segno/sogno fanno parte di un’architettura vista come arte da abitare e da vivere. Con Renzo Margonari, critico, professore oltreché ultimo grande pittore surrealista italiano vivente, il contatto è costante e stimolante sino ad oggi. Partecipa a numerose esposizioni individuali e collettive che, dal territorio lodigiano, si realizzano via via su scala nazionale e internazionale. Dal 1999, con la prima esposizione a Belo Horizonte, il Brasile viene a far parte integrante costante del suo percorso artistico.
L’influenza della cultura brasiliana arricchisce i temi e l’ispirazione della ricerca pittorica, sempre rivolta al “sogno di una musica-pittura“, che in Brasile trova terreno fertile, visualmente e, soprattutto musicalmente. Oltre alla pittura, Guido, include nel suo lavoro, realizzazioni ceramiche, in vetrofusione, design di gioielli, illustrazioni (anche per letteratura infantile). Negli ultimi anni si sono intensificate le occasioni per proporre al pubblico performance pittoriche al vivo, in spazi pubblici e privati, normalmente condividendo il palco con musicisti o artisti di altro genere. Sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, come al Teatro delle Vigne (Lodi), nella sede della Provincia di Lodi, nel Museo di Arte Sacra Diocesano di Lodi, al M.I.M. – Museo in Motion (San Pietro in Cerro – PC), al Museo di Juelich “Galleria di Minerva“ in Germania, presso il Museo “Casa dos Contos” di Ouro Preto in Brasile. Tra i premi e riconoscimenti ricevuti si segnala un premio del Ministero delle Poste del Giappone e la medaglia d’oro dell’Associazione Culturale Monsignor Quartieri di Lodi, inoltre è stato uno degli artisti scelti dalla provincia di Lodi per realizzare un’edizione di grafica limitata, che negli anni erano realizzati come dono per gli ospiti di rilievo in visita alla provincia stessa.
06
maggio 2022
Guido Boletti – Un suono blu
Dal 06 al 29 maggio 2022
personale
Location
BIPIELLE ARTE – SPAZIO ESPOSITIVO DELLA BANCA POPOLARE DI LODI
Lodi, Via Polenghi Lombardo, 13, (Lodi)
Lodi, Via Polenghi Lombardo, 13, (Lodi)
Orario di apertura
da giovedì a venerdì ore 16-19
sabato e domenica ore 10-13 e 16-19
Autore