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Guido Cagnacci – Il misticismo del nudo
Capolavori dalle collezioni Molinari Pradelli, Sgarbi, Guidi di Bagno
Comunicato stampa
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Il Ratto d'Europa della collezione Molinari Pradelli, la Vita Umana o Trionfo della Pietà della Fondazione Cavallini-Sgarbi e la Conversione di Maria Maddalena, appartenuta per secoli alla famiglia dei marchesi Guidi di Bagno, sono opere superlative di Guido Cagnacci, emblematiche del terso raffinato splendore cui l'arte ogni volta s'affida per consegnare al mondo il suo più alto e duraturo messaggio. Sono tre capolavori incentrati sulla descrizione di corpi accarezzati da una luce capace di riverberarne al meglio e i tratti fisici e i sentimenti più lievi.
La bellezza di questi dipinti, che il pubblico avrà occasione di ammirare prossimamente in mostra nelle sale della Pinacoteca Civica di Cento, si presta così a catalizzare nel dispiego suadente delle immagini muliebri sia quanto di più diretto, concreto e palese è offerto all'uomo dai limiti della sua stessa natura, sia quanto di più etereo, impalpabile e fuggevole li sommuove nel profondo, volgendone lo sguardo, l'intelletto e il cuore alla contemplazione del mistero sublime della vita.
L'ombra e la luce, il tangibile e l'impalpabile, il corpo e l'anima, il fisico e il metafisico trovano nel teatro figurativo di Guido Cagnacci una mirabile, profondissima sintesi a superamento di un dualismo risolto nella levità di un pensiero capace di tessere un dialogo sui valori e sui contenuti sostanziali che si celano oltre lo specchio effimero della materia e delle sue molteplici apparenze.
Ed è questa la riflessione costante che accompagna la pittura di Guido Cagnacci dall'inizio alla fine della carriera.
Non è caravaggesca la dimensione espressiva dei suoi esordi, giacché al di là delle esigenze linguistiche ormai consone alla clessidra del suo tempo, la sua arte rivela un'energia, un rigore e un timbro complessivo di matrice spagnola, come se l'artista avesse attinto fin da giovane ai testi della letteratura iberica mostrando dimestichezza con quelli proprî della mistica di Teresa de Avila e Juan de la Cruz: non è neppure strettamente barocca in accezione bolognese e reniana; ne tanto meno lo è in accezione fiamminga, vista la distanza che separa la concezione religiosa cattolica del nostro artista da quella degli esponenti del mondo nordico.
E' la luce il tratto distintivo della sua pittura, poiché nulla meglio di essa riesce a esprimere compiutamente la potenza in essere che tutto informa e vivifica.
Guido Cagnacci volge l'ombra in claritas senza dissipare o alterare il vigore e la severità della sua poesia che mutua energia dal pensiero filosofico e teologico di san Tommaso d'Aquino.
La bellezza è riverbero incarnato dello splendore di Dio che sprigiona dalle forme, sicché la sua pittura si carica in Hipóstasis di una valenza mistica d'inusitata forza e vitalità, per intraprendere un viaggio nella più lieve immateriale essenza che alita le cose del mondo.
Guido scala con energie e intensità inesauste le vette dell'ineffabile e le sue immagini effuse di candida beltà, quali ci appaiono mirabilmente tradotte nei tre dipinti presenti in mostra, lasciano tralucere dal simulacro della materia lo splendore infuso di una verità intramontabile affidata all'amore e alla forza dello spirito. (Laura Muti)
La bellezza di questi dipinti, che il pubblico avrà occasione di ammirare prossimamente in mostra nelle sale della Pinacoteca Civica di Cento, si presta così a catalizzare nel dispiego suadente delle immagini muliebri sia quanto di più diretto, concreto e palese è offerto all'uomo dai limiti della sua stessa natura, sia quanto di più etereo, impalpabile e fuggevole li sommuove nel profondo, volgendone lo sguardo, l'intelletto e il cuore alla contemplazione del mistero sublime della vita.
L'ombra e la luce, il tangibile e l'impalpabile, il corpo e l'anima, il fisico e il metafisico trovano nel teatro figurativo di Guido Cagnacci una mirabile, profondissima sintesi a superamento di un dualismo risolto nella levità di un pensiero capace di tessere un dialogo sui valori e sui contenuti sostanziali che si celano oltre lo specchio effimero della materia e delle sue molteplici apparenze.
Ed è questa la riflessione costante che accompagna la pittura di Guido Cagnacci dall'inizio alla fine della carriera.
Non è caravaggesca la dimensione espressiva dei suoi esordi, giacché al di là delle esigenze linguistiche ormai consone alla clessidra del suo tempo, la sua arte rivela un'energia, un rigore e un timbro complessivo di matrice spagnola, come se l'artista avesse attinto fin da giovane ai testi della letteratura iberica mostrando dimestichezza con quelli proprî della mistica di Teresa de Avila e Juan de la Cruz: non è neppure strettamente barocca in accezione bolognese e reniana; ne tanto meno lo è in accezione fiamminga, vista la distanza che separa la concezione religiosa cattolica del nostro artista da quella degli esponenti del mondo nordico.
E' la luce il tratto distintivo della sua pittura, poiché nulla meglio di essa riesce a esprimere compiutamente la potenza in essere che tutto informa e vivifica.
Guido Cagnacci volge l'ombra in claritas senza dissipare o alterare il vigore e la severità della sua poesia che mutua energia dal pensiero filosofico e teologico di san Tommaso d'Aquino.
La bellezza è riverbero incarnato dello splendore di Dio che sprigiona dalle forme, sicché la sua pittura si carica in Hipóstasis di una valenza mistica d'inusitata forza e vitalità, per intraprendere un viaggio nella più lieve immateriale essenza che alita le cose del mondo.
Guido scala con energie e intensità inesauste le vette dell'ineffabile e le sue immagini effuse di candida beltà, quali ci appaiono mirabilmente tradotte nei tre dipinti presenti in mostra, lasciano tralucere dal simulacro della materia lo splendore infuso di una verità intramontabile affidata all'amore e alla forza dello spirito. (Laura Muti)
22
gennaio 2011
Guido Cagnacci – Il misticismo del nudo
Dal 22 gennaio al 27 marzo 2011
arte antica
Location
PINACOTECA CIVICA – CIVICA GALLERIA D’ARTE MODERNA ARNOLDO BONZAGNI – PALAZZO DEL GOVERNATORE
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Cento, Piazza Del Guercino, 39, (Ferrara)
Orario di apertura
venerdì, sabato, domenica e festivi 10.00 – 13.00 e 16.30 – 19.30
martedì e giovedì dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 17.00
apertura con prenotazione concordata telefonando all’Ufficio I.A.T. Informazioni
Vernissage
22 Gennaio 2011, ore 16.30 sala Zarri
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