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Guido Guidi – In Veneto, andata e ritorno
Le fotografie esposte, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, si riferiscono alle esplorazioni condotte dall’autore in Veneto. 80 le fotografie in mostra, parte delle quali mai esposte al pubblico. Completa la mostra il documentario “Guido Guidi, cose da nulla” (di D. Pezzi e A. Cordelli).
Comunicato stampa
Segnala l'evento
Dal 14 dicembre 2019 al 9 febbraio 2020, presso la Galleria del Ridotto del Comune di
Cesena, sarà aperta al pubblico la mostra di Guido Guidi, In Veneto, andata e ritorno. Le
fotografie esposte, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, si riferiscono alle esplorazioni
condotte dall’autore in Veneto, regione in cui si è trasferito prima per motivi di studio e poi
di lavoro, e in Romagna, a Cesena, città in cui Guidi risiede. La mostra si articola attraverso
un percorso che invita alla lettura di un paesaggio incerto e marginale, intimamente privo
di gerarchie.
Addentrandosi progressivamente nelle aree comprese tra Venezia, Treviso, Padova e
Vicenza, Guidi approfondirà l’interesse per una regione geografica sulla quale avrà modo
di lavorare ancora molto, sia come autore che come docente presso lo IUAV. I suoi
spostamenti in questi territori sono frequenti, seguono le arterie principali per addentrarsi
lungo le strade che svelano, come afferma Eugenio Turri, “il paesaggio dell’urbanesimo
dilatato, diffuso, dell’industrializzazione leggera, mobile, invadente, della modernità già
post industriale, dell’urbanesimo globale”.
Esito di autonome peregrinazioni, le fotografie realizzate nei primi anni Ottanta hanno
suscitato presto l’interesse di alcuni gruppi di ricerca interni al Dipartimento di Urbanistica
dello IUAV. La ricerca sui processi di urbanizzazione diffusa nel Veneto, diretta tra il 1978 e
il 1982 dal prof. Giorgio Piccinato, offrirà quindi a Guidi l'occasione di dedicarsi, con
maggior continuità, all’osservazione di alcune aree marginali e interstiziali tipiche del
"diffuso veneto". Appare naturale chiedersi quanto questo tipo di scenario abbia influito
sulla fotografia di Guidi e quanto la sua fotografia possa offrire un contributo utile per la
lettura di questo paesaggio. Fin da giovane un profondo legame lo unisce alla campagna e
a un’intrinseca domesticità emanata da luoghi. Manufatti e utensili riferiscono l’autenticità di
un quotidiano di cui è ancora possibile rinvenire le tracce nel passaggio tra il vecchio e il
nuovo, nelle contraddizioni di un territorio sempre più parcellizzato.
La città diffusa, materia nuova anche allora, se centrale per le politiche di pianificazione,
non aveva ancora trovato una precisa modalità di comunicazione, lasciando alla tradizionale
rappresentazione cartografica la trasmissione degli studi analitici e dei dati statistici raccolti
sul territorio.
Muovendosi in ordine sparso, Guidi ha attraversato i territori veneti divenuti col tempo
luoghi d’affezione mentre la Romagna e il territorio cesenate, luogo di origine, hanno
sempre rappresentato il riferimento primo che si offre alla quotidiana osservazione per un
istintivo rinnovamento della memoria. Negli anni Ottanta la Romagna e il Veneto diventano
allora i luoghi privilegiati in cui avviare le prime sperimentazioni fotografiche con la
Deardorff 8×10, una camera di grande formato che gli consente di osservare attentamente
il paesaggio che lo circonda, di relazionarsi ad esso per sentirsi implicitamente parte di
esso.
Le sue fotografie riferiscono allora di una certa insistenza dello sguardo, legata a un lento e
consuetudinario processo, a un certo modo di affrontare la realtà affinché possibilità latenti
possano manifestarsi. Il soggetto, il particolare, la variazione della distanza e quindi del
punto di vista, l’inquadratura, il tempo, il passaggio tra il singolo e il doppio, esprimono un
fare che si consolida in modo di operare. Nella loro combinazione tali elementi definiscono,
come direbbe Szarkowski, “prospettive in sezione sul corpo della tradizione fotografica". La
distanza temporale consente oggi di attingere dall’archivio le fotografie e di scoprire nuovi
accostamenti tra le immagini, utili per ricavarne preziosi indizi; essa permette inoltre di
interagire liberamente con le fotografie e con i molteplici interrogativi che continuano a
sollevare rispetto a un paesaggio per nulla risolto.
Le ottanta fotografie in mostra, parte delle quali mai esposte al pubblico, sono pubblicate
nei volumi Per Strada (Mack, Londra, 2018) e In Veneto, 1984-89 (Mack, Londra 2019).
Completa la mostra il documentario guido guidi, cose da nulla di Daniele Pezzi e Agostino
Cordelli, Musiche Debora Penazzi, 2016.
GUIDO GUIDI
Nato a Cesena nel 1941. Nel 1959 si iscrive allo IUAV e poi al Corso Superiore di Disegno
Industriale di Venezia. Segue tra gli altri i corsi di Bruno Zevi, Carlo Scarpa, Luigi Veronesi e
Italo Zannier. Inizia a fotografare nel 1956 e in modo continuo nel 1966. Dal 1970 lavora
come fotografo allo IUAV di Venezia, Dipartimento di Urbanistica. Dal 1989 insegna
Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dal 2001 è docente del Laboratorio delle
tecniche e delle espressioni artistiche allo IUAV di Venezia presso il corso di laurea
specialistica in Arti Visive e quindi nel Master IUAV - In Photography. Dal 2015 è docente
presso il Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Università di Bologna, Campus di
Cesena. Nel 1989 avvia a Rubiera, con Paolo Costantini e William Guerrieri, l'associazione
Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea.
Ha esposto al Centre Georges Pompidou, alla Biennale di Venezia, al Guggenheim
Museum e al Whitney Museum for American Art di New York, al Canadian Centre for
Architecture di Montréal, al Centro per le Arti Contemporanee DARC, al Museum of
Contemporary Art di Chicago, alla Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi.
Ha pubblicato numerose monografie, tra le quali: Varianti (Art&, Udine, 1995), In Between
Cities (Electa, 2003), Bunker. Along the atlantic wall (Electa, Milano 2006), Guido
Guidi/Vitaliano Trevisan Vol. I (Electa, Milano, 2006), Fiume (Fantombooks, Milano, 2010), A
New Map of Italy (Loosestrife Editions, Washington D.C. 2011), Carlo Scarpa’s Tomba Brion
(Hatje Cantz, 2011), Preganziol 1983 (Mack, 2013), Cinque Paesaggi (Postcart, 2013),
Veramente (Mack, 2014), Le Corbusier. 5 architectures (Kehrer, 2018), Per Strada (Mack,
2018), In Sardegna (Mack, 2019), In Veneto 1984-1989 (Mack, 2019).
ALMA MATER STUDIORUM
Università di Bologna
Dipartimento di Architettura
Via Dell’Università, 50 - 47521 Cesena (FC)
Tel.: +39 0547 338311 Fax: +39 0547 338307
www.arch.unibo.it
e-mail: da.mostre@unibo.it
Ufficio mostre del Dipartimento di Architettura
Stefania Rössl - Responsabile scientifico
Alice Aloisi - Responsabile tecnico
Enrico Mambelli - Responsabile tecnico
Galleria del Ridotto
Orari apertura
mer-sab-dom e festivi 10.30-12.30 e 16.00-19.00
mart-gio-ven 16.00-19.00
25 dicembre e 1 gennaio chiuso
lunedì chiuso
Ingresso libero
Per informazioni:
IAT Comune di Cesena
Piazza del Popolo, 9
Tel. 0547 356327
iat@comune.cesena.fc.it
www.comune.cesena.fc.it
Cesena, sarà aperta al pubblico la mostra di Guido Guidi, In Veneto, andata e ritorno. Le
fotografie esposte, realizzate tra gli anni Ottanta e Novanta, si riferiscono alle esplorazioni
condotte dall’autore in Veneto, regione in cui si è trasferito prima per motivi di studio e poi
di lavoro, e in Romagna, a Cesena, città in cui Guidi risiede. La mostra si articola attraverso
un percorso che invita alla lettura di un paesaggio incerto e marginale, intimamente privo
di gerarchie.
Addentrandosi progressivamente nelle aree comprese tra Venezia, Treviso, Padova e
Vicenza, Guidi approfondirà l’interesse per una regione geografica sulla quale avrà modo
di lavorare ancora molto, sia come autore che come docente presso lo IUAV. I suoi
spostamenti in questi territori sono frequenti, seguono le arterie principali per addentrarsi
lungo le strade che svelano, come afferma Eugenio Turri, “il paesaggio dell’urbanesimo
dilatato, diffuso, dell’industrializzazione leggera, mobile, invadente, della modernità già
post industriale, dell’urbanesimo globale”.
Esito di autonome peregrinazioni, le fotografie realizzate nei primi anni Ottanta hanno
suscitato presto l’interesse di alcuni gruppi di ricerca interni al Dipartimento di Urbanistica
dello IUAV. La ricerca sui processi di urbanizzazione diffusa nel Veneto, diretta tra il 1978 e
il 1982 dal prof. Giorgio Piccinato, offrirà quindi a Guidi l'occasione di dedicarsi, con
maggior continuità, all’osservazione di alcune aree marginali e interstiziali tipiche del
"diffuso veneto". Appare naturale chiedersi quanto questo tipo di scenario abbia influito
sulla fotografia di Guidi e quanto la sua fotografia possa offrire un contributo utile per la
lettura di questo paesaggio. Fin da giovane un profondo legame lo unisce alla campagna e
a un’intrinseca domesticità emanata da luoghi. Manufatti e utensili riferiscono l’autenticità di
un quotidiano di cui è ancora possibile rinvenire le tracce nel passaggio tra il vecchio e il
nuovo, nelle contraddizioni di un territorio sempre più parcellizzato.
La città diffusa, materia nuova anche allora, se centrale per le politiche di pianificazione,
non aveva ancora trovato una precisa modalità di comunicazione, lasciando alla tradizionale
rappresentazione cartografica la trasmissione degli studi analitici e dei dati statistici raccolti
sul territorio.
Muovendosi in ordine sparso, Guidi ha attraversato i territori veneti divenuti col tempo
luoghi d’affezione mentre la Romagna e il territorio cesenate, luogo di origine, hanno
sempre rappresentato il riferimento primo che si offre alla quotidiana osservazione per un
istintivo rinnovamento della memoria. Negli anni Ottanta la Romagna e il Veneto diventano
allora i luoghi privilegiati in cui avviare le prime sperimentazioni fotografiche con la
Deardorff 8×10, una camera di grande formato che gli consente di osservare attentamente
il paesaggio che lo circonda, di relazionarsi ad esso per sentirsi implicitamente parte di
esso.
Le sue fotografie riferiscono allora di una certa insistenza dello sguardo, legata a un lento e
consuetudinario processo, a un certo modo di affrontare la realtà affinché possibilità latenti
possano manifestarsi. Il soggetto, il particolare, la variazione della distanza e quindi del
punto di vista, l’inquadratura, il tempo, il passaggio tra il singolo e il doppio, esprimono un
fare che si consolida in modo di operare. Nella loro combinazione tali elementi definiscono,
come direbbe Szarkowski, “prospettive in sezione sul corpo della tradizione fotografica". La
distanza temporale consente oggi di attingere dall’archivio le fotografie e di scoprire nuovi
accostamenti tra le immagini, utili per ricavarne preziosi indizi; essa permette inoltre di
interagire liberamente con le fotografie e con i molteplici interrogativi che continuano a
sollevare rispetto a un paesaggio per nulla risolto.
Le ottanta fotografie in mostra, parte delle quali mai esposte al pubblico, sono pubblicate
nei volumi Per Strada (Mack, Londra, 2018) e In Veneto, 1984-89 (Mack, Londra 2019).
Completa la mostra il documentario guido guidi, cose da nulla di Daniele Pezzi e Agostino
Cordelli, Musiche Debora Penazzi, 2016.
GUIDO GUIDI
Nato a Cesena nel 1941. Nel 1959 si iscrive allo IUAV e poi al Corso Superiore di Disegno
Industriale di Venezia. Segue tra gli altri i corsi di Bruno Zevi, Carlo Scarpa, Luigi Veronesi e
Italo Zannier. Inizia a fotografare nel 1956 e in modo continuo nel 1966. Dal 1970 lavora
come fotografo allo IUAV di Venezia, Dipartimento di Urbanistica. Dal 1989 insegna
Fotografia all’Accademia di Belle Arti di Ravenna, dal 2001 è docente del Laboratorio delle
tecniche e delle espressioni artistiche allo IUAV di Venezia presso il corso di laurea
specialistica in Arti Visive e quindi nel Master IUAV - In Photography. Dal 2015 è docente
presso il Corso di Laurea Magistrale in Architettura, Università di Bologna, Campus di
Cesena. Nel 1989 avvia a Rubiera, con Paolo Costantini e William Guerrieri, l'associazione
Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea.
Ha esposto al Centre Georges Pompidou, alla Biennale di Venezia, al Guggenheim
Museum e al Whitney Museum for American Art di New York, al Canadian Centre for
Architecture di Montréal, al Centro per le Arti Contemporanee DARC, al Museum of
Contemporary Art di Chicago, alla Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi.
Ha pubblicato numerose monografie, tra le quali: Varianti (Art&, Udine, 1995), In Between
Cities (Electa, 2003), Bunker. Along the atlantic wall (Electa, Milano 2006), Guido
Guidi/Vitaliano Trevisan Vol. I (Electa, Milano, 2006), Fiume (Fantombooks, Milano, 2010), A
New Map of Italy (Loosestrife Editions, Washington D.C. 2011), Carlo Scarpa’s Tomba Brion
(Hatje Cantz, 2011), Preganziol 1983 (Mack, 2013), Cinque Paesaggi (Postcart, 2013),
Veramente (Mack, 2014), Le Corbusier. 5 architectures (Kehrer, 2018), Per Strada (Mack,
2018), In Sardegna (Mack, 2019), In Veneto 1984-1989 (Mack, 2019).
ALMA MATER STUDIORUM
Università di Bologna
Dipartimento di Architettura
Via Dell’Università, 50 - 47521 Cesena (FC)
Tel.: +39 0547 338311 Fax: +39 0547 338307
www.arch.unibo.it
e-mail: da.mostre@unibo.it
Ufficio mostre del Dipartimento di Architettura
Stefania Rössl - Responsabile scientifico
Alice Aloisi - Responsabile tecnico
Enrico Mambelli - Responsabile tecnico
Galleria del Ridotto
Orari apertura
mer-sab-dom e festivi 10.30-12.30 e 16.00-19.00
mart-gio-ven 16.00-19.00
25 dicembre e 1 gennaio chiuso
lunedì chiuso
Ingresso libero
Per informazioni:
IAT Comune di Cesena
Piazza del Popolo, 9
Tel. 0547 356327
iat@comune.cesena.fc.it
www.comune.cesena.fc.it
14
dicembre 2019
Guido Guidi – In Veneto, andata e ritorno
Dal 14 dicembre 2019 al 09 febbraio 2020
fotografia
Location
GALLERIA COMUNALE D’ARTE – PALAZZO DEL RIDOTTO
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Cesena, Corso Giuseppe Mazzini, 1, (Forlì-cesena)
Orario di apertura
Mer-Sab-Dom e festivi
10.30-12.30 e 16.00-19.00.
Mar-Gio-Ven 16.00-19.00.
Lunedì chiuso
Vernissage
14 Dicembre 2019, ore 18.00
Ufficio stampa
Ufficio Mostre UniBo-DA
Autore
Curatore
Progetto grafico
Produzione organizzazione