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Guido Lodigiani – Con sòr te
una personale dello scultore Guido Lodigiani, docente di Scultura dal 2006 al 2012 e oggi ordinario di Plastica Ornamentale all’Accademia di Brera.
Comunicato stampa
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Casa Manzoni di Milano presenta con sòr te, una personale dello scultore Guido Lodigiani, docente di Scultura dal 2006 al 2012 e oggi ordinario di Plastica Ornamentale all’Accademia di Brera. La mostra si compone di un nucleo di sculture, dipinti e disegni pensati e realizzati dall’artista espressamente in dialogo con il percorso museale della casa dove Alessandro Manzoni visse con la sua famiglia e che conserva, di Lodigiani, Oltre la soglia, la scultura in bronzo policromo ispirata alla Storia della Colonna infame.
A cura di Sara Fontana e con il coordinamento di Maria Fratelli, la mostra, come suggerito dal titolo, è un racconto sul delicato equilibrio che si instaura tra due persone che scelgono di avere la stessa sorte. Giocato sui grandi volumi delle sculture bronzee, le superfici materiche dei dipinti e il segno tangibile dei disegni esposti, il percorso espositivo ideato dall’artista entra con discrezione nella corte e nelle stanze di Casa Manzoni e, procedendo sempre in punta di piedi, vi si intreccia in maniera sempre più vivida.
Spinto dalla volontà di tradurre nella forma le universali problematiche esistenziali, Guido Lodigiani coltiva da anni una ricerca specifica sugli statuti della scultura, concentrandosi in particolare sulla tematica femminile e sulla relazione donna-uomo e, in parallelo, conduce un’indagine aperta e trasversale tra scultura, paesaggio (o spazio urbano) e architettura, riflettendo sul ruolo ‘pubblico’ della prima e sulla complessa responsabilità dello scultore.
Come afferma Sara Fontana, l’artista «ha però una concezione dello spazio vicina a quella di un architetto - non a caso, fin dai suoi esordi, ha collaborato con Roberto Gabetti - e ha la sensibilità cromatica di un pittore. Lo si vede nelle patine sofisticate della scultura, dai toni rosa, lumeggiate di rosso, azzurro e verde o bruni e dorati, e nel segno squillante di rosso, verde e viola, in concitato dialogo con il rosa e il giallo, dell’opera su carta, che da sempre è parte integrante della sua attività. Nella sua ricerca la nostalgia della bellezza e l’amore per la scultura del passato convivono con la spinta a riscattare il linguaggio plastico dal peso della storia, come evidenzia il passaggio da una figurazione emozionale più dichiarata e riconoscibile a una messa in discussione della stessa, riducendo la scultura a un gioco di piani».
L’installazione Danza, ride, crea, agisce composta da sei sculture lignee e bronzee, di cui tre sospese, posizionate nella corte d’ingresso, ci introduce nel clima pacato e raccolto degli ambienti domestici: sono strutture composite e irregolari, ravvivate da esuberanti cromie e scaturite dall’intersecarsi dei piani che si ritroveranno affacciandosi dalle sale del piano superiore. Così, secondo Angelo Stella, il «visitatore viene accolto, nella corte di una casa anche lecchese, da un innamorato che appare ligneo e senza volto, che ci sfida a una conoscenza personale, aggiornata, partecipe, a trovare l’animo nei contorni scavati di un ex-tronco, dove si svolge in un continuo elicoidale la sua radiografia sentimentale».
Al piano terra le pareti delle cinque sale sono occupate dalla serie Due piazze composta da tredici tele anche di grandi dimensioni, dipinte a cera rossa su lenzuoli con impeto gestuale, in rapporto di reciproca corrispondenza con le due grandi sculture in bronzo policromo collocate per l’occasione nel Giardino di Alessandro di Gallerie d’Italia, che della mostra sono sintesi poetica e prospettiva futura nella ricerca.
Le due stanze del primo piano ospitano il ciclo Una sola carne: dieci sculture in bronzo e vetri policromi sospese al soffitto: in esse risuona l’eco delle antiche voci di quella casa accogliente e sempre brulicante di vita e trapela un richiamo al ciclo «Giochi di bimbi», realizzato da Lodigiani nei primi anni Novanta. Alle pareti trovano posto ventiquattro carte dipinte con pastelli a olio, acrilico e grafite, una sequenza serrata creata dall’artista nel suo studio e dal titolo Di Donna.
Infine, nel giardino situato tra Casa Manzoni e le Gallerie d’Italia, l’installazione Quella magia!, due grandi sculture sul tema dell’amore, tra le ultime opere realizzate dall’artista: qui i piani dell’epidermide si scollano dalla massa del corpo e s’incastrano l’uno nell’altro in un movimento quasi danzante, al confine tra figurazione e astrazione.
Dalla scultura Oltre la soglia, della Collezione dell’autore, esposta a Casa Manzoni dal 2015 e oggi inserita nel percorso museografico,si dipana idealmente un altro itinerario, che conduce all’esterno della dimora manzoniana per le strade del centro cittadino e delle zone periferiche, alla scoperta di alcune opere pubbliche e permanenti realizzate dall’artista in questi ultimi venticinque anni: tra queste l’installazione site specific realizzata per il Museo Diocesano, che dal 2011 ospita nella Sala crociera la suggestiva Complici, costituita da un insieme di venticinque elementi in bronzo policromo sospesi al soffitto, leggeri e dinamici, quasi fossero i frammenti di una deflagrazione.
Un’altra importante tappa di questo percorso è il Giardino San Pio X dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove dal 1998 è collocata la scultura di quasi tre metri di altezza in bronzo e vetri policromi dal titolo Grande proposta di libertà, oppure nell’atrio della già Direzione Provinciale del Ministero del Tesoro per ammirare Candida rosa, un bronzo policromo del 1993 che, al di là del significato mistico, è esemplare di quell’ispirazione letteraria che pure feconda l’opera di Lodigiani.
A cura di Sara Fontana e con il coordinamento di Maria Fratelli, la mostra, come suggerito dal titolo, è un racconto sul delicato equilibrio che si instaura tra due persone che scelgono di avere la stessa sorte. Giocato sui grandi volumi delle sculture bronzee, le superfici materiche dei dipinti e il segno tangibile dei disegni esposti, il percorso espositivo ideato dall’artista entra con discrezione nella corte e nelle stanze di Casa Manzoni e, procedendo sempre in punta di piedi, vi si intreccia in maniera sempre più vivida.
Spinto dalla volontà di tradurre nella forma le universali problematiche esistenziali, Guido Lodigiani coltiva da anni una ricerca specifica sugli statuti della scultura, concentrandosi in particolare sulla tematica femminile e sulla relazione donna-uomo e, in parallelo, conduce un’indagine aperta e trasversale tra scultura, paesaggio (o spazio urbano) e architettura, riflettendo sul ruolo ‘pubblico’ della prima e sulla complessa responsabilità dello scultore.
Come afferma Sara Fontana, l’artista «ha però una concezione dello spazio vicina a quella di un architetto - non a caso, fin dai suoi esordi, ha collaborato con Roberto Gabetti - e ha la sensibilità cromatica di un pittore. Lo si vede nelle patine sofisticate della scultura, dai toni rosa, lumeggiate di rosso, azzurro e verde o bruni e dorati, e nel segno squillante di rosso, verde e viola, in concitato dialogo con il rosa e il giallo, dell’opera su carta, che da sempre è parte integrante della sua attività. Nella sua ricerca la nostalgia della bellezza e l’amore per la scultura del passato convivono con la spinta a riscattare il linguaggio plastico dal peso della storia, come evidenzia il passaggio da una figurazione emozionale più dichiarata e riconoscibile a una messa in discussione della stessa, riducendo la scultura a un gioco di piani».
L’installazione Danza, ride, crea, agisce composta da sei sculture lignee e bronzee, di cui tre sospese, posizionate nella corte d’ingresso, ci introduce nel clima pacato e raccolto degli ambienti domestici: sono strutture composite e irregolari, ravvivate da esuberanti cromie e scaturite dall’intersecarsi dei piani che si ritroveranno affacciandosi dalle sale del piano superiore. Così, secondo Angelo Stella, il «visitatore viene accolto, nella corte di una casa anche lecchese, da un innamorato che appare ligneo e senza volto, che ci sfida a una conoscenza personale, aggiornata, partecipe, a trovare l’animo nei contorni scavati di un ex-tronco, dove si svolge in un continuo elicoidale la sua radiografia sentimentale».
Al piano terra le pareti delle cinque sale sono occupate dalla serie Due piazze composta da tredici tele anche di grandi dimensioni, dipinte a cera rossa su lenzuoli con impeto gestuale, in rapporto di reciproca corrispondenza con le due grandi sculture in bronzo policromo collocate per l’occasione nel Giardino di Alessandro di Gallerie d’Italia, che della mostra sono sintesi poetica e prospettiva futura nella ricerca.
Le due stanze del primo piano ospitano il ciclo Una sola carne: dieci sculture in bronzo e vetri policromi sospese al soffitto: in esse risuona l’eco delle antiche voci di quella casa accogliente e sempre brulicante di vita e trapela un richiamo al ciclo «Giochi di bimbi», realizzato da Lodigiani nei primi anni Novanta. Alle pareti trovano posto ventiquattro carte dipinte con pastelli a olio, acrilico e grafite, una sequenza serrata creata dall’artista nel suo studio e dal titolo Di Donna.
Infine, nel giardino situato tra Casa Manzoni e le Gallerie d’Italia, l’installazione Quella magia!, due grandi sculture sul tema dell’amore, tra le ultime opere realizzate dall’artista: qui i piani dell’epidermide si scollano dalla massa del corpo e s’incastrano l’uno nell’altro in un movimento quasi danzante, al confine tra figurazione e astrazione.
Dalla scultura Oltre la soglia, della Collezione dell’autore, esposta a Casa Manzoni dal 2015 e oggi inserita nel percorso museografico,si dipana idealmente un altro itinerario, che conduce all’esterno della dimora manzoniana per le strade del centro cittadino e delle zone periferiche, alla scoperta di alcune opere pubbliche e permanenti realizzate dall’artista in questi ultimi venticinque anni: tra queste l’installazione site specific realizzata per il Museo Diocesano, che dal 2011 ospita nella Sala crociera la suggestiva Complici, costituita da un insieme di venticinque elementi in bronzo policromo sospesi al soffitto, leggeri e dinamici, quasi fossero i frammenti di una deflagrazione.
Un’altra importante tappa di questo percorso è il Giardino San Pio X dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dove dal 1998 è collocata la scultura di quasi tre metri di altezza in bronzo e vetri policromi dal titolo Grande proposta di libertà, oppure nell’atrio della già Direzione Provinciale del Ministero del Tesoro per ammirare Candida rosa, un bronzo policromo del 1993 che, al di là del significato mistico, è esemplare di quell’ispirazione letteraria che pure feconda l’opera di Lodigiani.
10
settembre 2018
Guido Lodigiani – Con sòr te
Dal 10 settembre al 05 novembre 2018
arte contemporanea
Location
CASA DEL MANZONI
Milano, Via Gerolamo Morone, 1, (Milano)
Milano, Via Gerolamo Morone, 1, (Milano)
Vernissage
10 Settembre 2018, ore 18
Autore
Curatore