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Guido Navaretti – per inciso
Ogni segno, segno dopo segno, è scavato a bulino, senza possibilità di correzione, ad articolare un insieme organizzantesi, nel corso delle settimane, in quella che diverrà un’immagine ed un titolo
Comunicato stampa
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Il programma espositivo della Galleria Sant’Angelo prosegue, alla vigilia della Pasqua 2007, con la mostra di Guido Navaretti.
Non c’è nulla che si possa relazionare con la festività, ma semmai, forse, qualcosa riferito ancora alla Quaresima risultando quanto esposto attribuibile ad orizzonti interiori propri agli ambiti della meditazione, al raccoglimento personale, alla meditazione su tempi lunghi, più genericamente al paesaggio.
Dalla esposizione si riconferma, in veste oltremodo personale, l’atteggiamento rilevabile, con maggiore frequenza agli incisori a tecnica diretta che, senza mediazione dell’acido mordente, danno corso ad immagini, e che quando, soprattutto come in questo caso, rinunciando a riproduzioni fotografiche o comunque a tradurre sulla lastra aspetti noti, organizzano in libertà la loro personale grammatica alla ricerca dell’immagine.
Ogni segno, segno dopo segno, è scavato a bulino, senza possibilità di correzione, ad articolare un insieme organizzantesi, nel corso delle settimane, in quella che diverrà un’immagine ed un titolo.
Al piacere che coglie al riconoscimento immediato d’un brano della realtà, spesso amplificato se questa è familiare per contiguità geografica e affettiva, ci si trova di fronte alla necessità di dare senso all’immagine esposta.
Forse l’impegno richiesto rende troppo presuntuosa la scelta espositiva che offre non conferme e riconferme, ma la possibilità ad essere integrata e arricchita dal visitatore.
Conforta che in ognuno sia presente, anche inconsciamente, una dimensione dell’esperienza visiva che, oltrepassando il dato meramente retinico, esprime una sensibilità interiore, profonda che dai luoghi estrae gli elementi che ne costituisce la stessa essenza e definizione.
Il ruolo attivo del visitatore, non relegato alla passività di fronte ad abilità illusionistiche inarrivabili, ma a brani dell’esperienza che possono trovare elementi di confronto è una delle principali finalità che caratterizzano l’operare dell’incisore torinese.
Le opere esposte sono tutte realizzate a bulino: le più “antiche”, di formato maggiore, su matrice di zinco, ove il segno scavato, stampato calcograficamente, coincide con il segno nero d’inchiostro stampato sulla carta. Le successive, la maggioranza tra quelle in mostra, sono scavate su matrice in plexiglas e sono definibili come “stampe alte”, che, come nell’ambito della silografia, hanno nel segno risparmiato dallo scavo, l’equivalente stampato con l’inchiostro sulla carta.
Guido Navaretti è nato a Torino nel 1952. Ha frequentato il Liceo Artistico e, all’Accademia Albertina, i corsi di Pittura e Incisione, allievo di Sergio Saroni, Mario Calandri e Francesco Franco, diplomandosi nel 1975 con il Premio Dino Uberti per miglior licenziato del Corso di Pittura e il premio Vittorio Avondo riservato al miglior licenziato di tutti i Corsi. Vive e lavora a Torino dove attualmente è docente di “Discipline Pittoriche” al Liceo Artistico “Renato Cottini”.
Intensa l’attività espositiva dal 1971 ad oggi con la partecipazione a rassegne internazionali di grafica incisa in Italia e all’estero. Fra le tante vogliamo ricordare la sua presenza al “Premio Internazionale Biella per l’Incisione” in cui ha ottenuto premi speciali nel 1987, 1990 e 1996. Nel 2006 il Gabinetto delle Stampe della Città di Alessandria ha ospitato una importante personale dell’artista.
Non c’è nulla che si possa relazionare con la festività, ma semmai, forse, qualcosa riferito ancora alla Quaresima risultando quanto esposto attribuibile ad orizzonti interiori propri agli ambiti della meditazione, al raccoglimento personale, alla meditazione su tempi lunghi, più genericamente al paesaggio.
Dalla esposizione si riconferma, in veste oltremodo personale, l’atteggiamento rilevabile, con maggiore frequenza agli incisori a tecnica diretta che, senza mediazione dell’acido mordente, danno corso ad immagini, e che quando, soprattutto come in questo caso, rinunciando a riproduzioni fotografiche o comunque a tradurre sulla lastra aspetti noti, organizzano in libertà la loro personale grammatica alla ricerca dell’immagine.
Ogni segno, segno dopo segno, è scavato a bulino, senza possibilità di correzione, ad articolare un insieme organizzantesi, nel corso delle settimane, in quella che diverrà un’immagine ed un titolo.
Al piacere che coglie al riconoscimento immediato d’un brano della realtà, spesso amplificato se questa è familiare per contiguità geografica e affettiva, ci si trova di fronte alla necessità di dare senso all’immagine esposta.
Forse l’impegno richiesto rende troppo presuntuosa la scelta espositiva che offre non conferme e riconferme, ma la possibilità ad essere integrata e arricchita dal visitatore.
Conforta che in ognuno sia presente, anche inconsciamente, una dimensione dell’esperienza visiva che, oltrepassando il dato meramente retinico, esprime una sensibilità interiore, profonda che dai luoghi estrae gli elementi che ne costituisce la stessa essenza e definizione.
Il ruolo attivo del visitatore, non relegato alla passività di fronte ad abilità illusionistiche inarrivabili, ma a brani dell’esperienza che possono trovare elementi di confronto è una delle principali finalità che caratterizzano l’operare dell’incisore torinese.
Le opere esposte sono tutte realizzate a bulino: le più “antiche”, di formato maggiore, su matrice di zinco, ove il segno scavato, stampato calcograficamente, coincide con il segno nero d’inchiostro stampato sulla carta. Le successive, la maggioranza tra quelle in mostra, sono scavate su matrice in plexiglas e sono definibili come “stampe alte”, che, come nell’ambito della silografia, hanno nel segno risparmiato dallo scavo, l’equivalente stampato con l’inchiostro sulla carta.
Guido Navaretti è nato a Torino nel 1952. Ha frequentato il Liceo Artistico e, all’Accademia Albertina, i corsi di Pittura e Incisione, allievo di Sergio Saroni, Mario Calandri e Francesco Franco, diplomandosi nel 1975 con il Premio Dino Uberti per miglior licenziato del Corso di Pittura e il premio Vittorio Avondo riservato al miglior licenziato di tutti i Corsi. Vive e lavora a Torino dove attualmente è docente di “Discipline Pittoriche” al Liceo Artistico “Renato Cottini”.
Intensa l’attività espositiva dal 1971 ad oggi con la partecipazione a rassegne internazionali di grafica incisa in Italia e all’estero. Fra le tante vogliamo ricordare la sua presenza al “Premio Internazionale Biella per l’Incisione” in cui ha ottenuto premi speciali nel 1987, 1990 e 1996. Nel 2006 il Gabinetto delle Stampe della Città di Alessandria ha ospitato una importante personale dell’artista.
07
aprile 2007
Guido Navaretti – per inciso
Dal 07 aprile al 13 maggio 2007
arte contemporanea
Location
GALLERIA SANT’ANGELO
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Biella, Corso Del Piazzo, 18, (Biella)
Orario di apertura
Ogni giorno dalle 15.30 alle 19.30. Chiuso lunedì
Vernissage
7 Aprile 2007, ore 17
Autore