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Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento
La mostra “Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento” è presentata e concepita come un variegato e completo spaccato del panorama della pittura italiana del secolo appena trascorso, in particolare lombarda, osservato attraverso l’avventura creativa di Pajetta.
Comunicato stampa
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La mostra “Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento” è presentata e concepita come un variegato e completo spaccato del panorama della pittura italiana del secolo appena trascorso, in particolare lombarda, osservato attraverso l’avventura creativa di Pajetta. Il filo conduttore dell’esposizione è dunque costituito da un originale quanto interessante itinerario che procede, mediante una “lettura a raggio”, dalla vasta produzione di Pajetta in mostra a quella dei suoi contemporanei, siano essi nomi di primissimo piano quali Sironi, Fontana, Lilloni, compagni d’accademia e d’avventura, come Ghiringhelli, Del Bon, o autori più distanti, come Cassinari e Birolli.
In particolare, il percorso antologico della mostra muove dal 1915 - anno in cui Guido Pajetta si iscrive alla Regia Accademia di Brera insieme ad altri aspiranti pittori di significativo futuro - e attraversa quasi tutto il secolo fino alla scomparsa dell’artista, nel 1987, presentando il lavoro di Pajetta sempre
teso alla sperimentazione e alla ricerca pittorica, insaziabile ed onnivoro di nuove forme espressive.
Tutte, o quasi le correnti del novecento, sono rappresentate nell'esposizione. Si parte dal Mario Sironi, fondatore di ”Novecento”, qui presente con “Contadino” (1928), “Nudo di donna” (1928) e “Ritratto di Teresita” (1949). Con lui, altri autori che esposero nella neonata galleria Il Milione di Milano e che parteciparono al Manifesto della pittura murale: Anselmo Bucci (“Ritratto della signora Rapuzzi Guelfa”, 1928; “Autoritratto”, 1931) e Contardo Barbieri (“Il racconto del legionario”, 1936).
Lucio Fontana è rappresentato da “Testa di ragazza” (1931), opera pre-spazialista, mentre il chiarismo lombardo è tutto nel nudo “Il risveglio” di Umberto Lilloni e nel contemporaneo “Lo schermidore” di Angelo Del Bon (1934).
Si riparte, quindi, dall’astrattismo di Virginio Ghiringhelli (“Composizione diagonale” del 1934) e di Mario Radice (“Composizione” del 1935) passando poi al postcubismo e al periodo anni Trenta rappresentati da “Composizione-Paese marino” (1932) di Renato Paresce, da “La vigna bianca” (1952) di Renato Birolli, dalla bellissima “Enrica in giallo” (1949) di Bruno Cassinari e dall’opera “La famiglia” (1930) di Alberto Savinio. Si giunge, poi, alle soglie dell’espressionismo esistenziale interpretato dal milanese Franco Rognoni, scomparso di recente, che alla curiosità per la corrente tedesca aggiunse di suo tutto ciò che riteneva internazionale della cultura pittorica milanese.
In particolare, il percorso antologico della mostra muove dal 1915 - anno in cui Guido Pajetta si iscrive alla Regia Accademia di Brera insieme ad altri aspiranti pittori di significativo futuro - e attraversa quasi tutto il secolo fino alla scomparsa dell’artista, nel 1987, presentando il lavoro di Pajetta sempre
teso alla sperimentazione e alla ricerca pittorica, insaziabile ed onnivoro di nuove forme espressive.
Tutte, o quasi le correnti del novecento, sono rappresentate nell'esposizione. Si parte dal Mario Sironi, fondatore di ”Novecento”, qui presente con “Contadino” (1928), “Nudo di donna” (1928) e “Ritratto di Teresita” (1949). Con lui, altri autori che esposero nella neonata galleria Il Milione di Milano e che parteciparono al Manifesto della pittura murale: Anselmo Bucci (“Ritratto della signora Rapuzzi Guelfa”, 1928; “Autoritratto”, 1931) e Contardo Barbieri (“Il racconto del legionario”, 1936).
Lucio Fontana è rappresentato da “Testa di ragazza” (1931), opera pre-spazialista, mentre il chiarismo lombardo è tutto nel nudo “Il risveglio” di Umberto Lilloni e nel contemporaneo “Lo schermidore” di Angelo Del Bon (1934).
Si riparte, quindi, dall’astrattismo di Virginio Ghiringhelli (“Composizione diagonale” del 1934) e di Mario Radice (“Composizione” del 1935) passando poi al postcubismo e al periodo anni Trenta rappresentati da “Composizione-Paese marino” (1932) di Renato Paresce, da “La vigna bianca” (1952) di Renato Birolli, dalla bellissima “Enrica in giallo” (1949) di Bruno Cassinari e dall’opera “La famiglia” (1930) di Alberto Savinio. Si giunge, poi, alle soglie dell’espressionismo esistenziale interpretato dal milanese Franco Rognoni, scomparso di recente, che alla curiosità per la corrente tedesca aggiunse di suo tutto ciò che riteneva internazionale della cultura pittorica milanese.
25
ottobre 2003
Guido Pajetta fra primo e secondo Novecento
Dal 25 ottobre 2003 al 06 gennaio 2004
arte contemporanea
Location
SERRONE DELLA VILLA REALE
Monza, Viale Brianza, 2, (Milano)
Monza, Viale Brianza, 2, (Milano)
Biglietti
intero € 5,00 - ridotto: € 2,00
Orario di apertura
Tutti i giorni dalle ore 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 19.00 Lunedì chiuso
Vernissage
25 Ottobre 2003, ore 18.00
Sito web
www.guidopajetta.it