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Guido Rey, fotografo pittorialista
Personaggio di spicco nel mondo torinese degli anni a cavallo tra fine ‘800 e inizio ‘900, industriale, scrittore, alpinista, fotografo, operatore culturale, Guido Rey (1860-1935) è considerato tra i più noti esponenti della fotografia pittorica italiana.
Comunicato stampa
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Avvicinatosi da giovane alla fotografia di montagna, seguendo l’esempio del cugino Vittorio Sella, Rey vi alterna poi il genere pittorico sviluppando il talento già dispiegato nell’esercizio del disegno quando era giovane allievo dell’Accademia Albertina. La sua
arte si rivolge alla composizione di scene ispirate a varie epoche e stili pittorici, tradotte in chiave intima e di sapore domestico. Dopo un primo periodo dedicato a scorci di vita
giapponese egli guarda al mondo classico e arcadico, successivamente alla pittura olandese e fiamminga, poi a più momenti del 1700 e del 1800, in particolare allo stile
neoclassico. Espone per la prima volta le sue opere nel 1892, riceve riconoscimenti dalla 1° Esposizione Nazionale di Torino del 1898. L’anno seguente le sue immagini di gusto neoclassico e fiammingo sono premiate con medaglia d’oro nella seconda esposizione di Firenze. Durante l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa e Moderna di Torino del 1902 Rey è presente con alcune fotografie di genere olandese, in stile Van Dyck. Con queste fotografie egli otterrà successo in campo internazionale, sarà pubblicato sulle pagine del londinese
The
Studio con prefazione di Enrico Thovez e della prestigiosa rivista di Stieglitz,
Camera Work , a New York.
I nomi che ricorrono più spesso, quando si parla dell’opera di Guido Rey, sono quelli di Vermeer e di Pieter de Hooch, per la rappresentazione delle virtù private del quotidiano e della convivenza esaltate dalla luce diffusa che nelle loro opere rifugge da ogni ombra tragica. Con questa sua attitudine i lavori di Rey trascendono ogni tendenza manierista e riportano alla sua esperienza personale di uomo di raffinata sensibilità artistica ed esponente della borghesia colta della Torino del tempo. A questo contesto è indispensabile far riferimento per comprendere la sua poliedrica personalità.
La famiglia Rey, originaria del Delfinato e ugonotta, si era stabilita a Torino a fine ‘700 affermandosi nel campo del commercio e della manifattura di tessuti. Giacomo Antonio, che con il fratello Luigi aveva stretto un intreccio di parentela con la famiglia Sella sposandone rispettivamente due sorelle, acquista nel 1842 il castello di Vinovo e, a Torino, l’elegante palazzo di via Cavour 35. Il figlio Giacomo Vincenzo, che gli succede negli affari, è deputato al Parlamento prima Subalpino e poi Italiano. Con sua moglie, Lydia Mongenet de Renaucourt, acquisisce la villa del “Priè” (Turinetti di Priero), detta “villa Rey”, sulla collina di Torino. Guido, secondogenito dei suoi cinque figli, è attivo nell’industria familiare sin da giovane età. Eredita la passione per l’alpinismo dallo zio Quintino Sella, cognato del padre, e racconta le sue ascensioni in diverse opere letterarie, tra le quali spicca Il Monte Cervino che esce nei tipi della Hoepli nel 1904 e verrà tradotto in varie lingue europee. Promotore di eventi culturali, in particolare relativi alla fervida attività espositiva nazionale e internazionale del tempo, amico di intellettuali e artisti quali Giacosa, Bistolfi, Calandra, Rubino, Edmondo e Ugo De Amicis, Tallone, Grosso e Delleani, egli partecipa attivamente alla vita culturale della sua epoca.
Con questa mostra la Fondazione Sella conferma il suo proposito di far conoscere al pubblico aspetti significativi della documentazione di cui è custode, attraverso il suo
programma di esposizioni in sede. La scelta delle fotografie pittorialiste di Guido Rey
dà occasione agli specialisti nonché a tutti coloro che apprezzano la fotografia artistica di ammirare dal vero opere al tempo citatissime per la loro raffinatezza e anche assai note al grande pubblico. Opere pressoché assenti dalle grandi collezioni fotografiche e oggi molto raramente presentate in mostre o rassegne. Possono essere godute senza riserve, in attesa che il trascorrere degli anni dalla loro nascita e il rinnovato interesse per questa grande epoca della fotografia le facciano riproporre sotto una nuova e approfondita prospettiva critica ed estetica.
arte si rivolge alla composizione di scene ispirate a varie epoche e stili pittorici, tradotte in chiave intima e di sapore domestico. Dopo un primo periodo dedicato a scorci di vita
giapponese egli guarda al mondo classico e arcadico, successivamente alla pittura olandese e fiamminga, poi a più momenti del 1700 e del 1800, in particolare allo stile
neoclassico. Espone per la prima volta le sue opere nel 1892, riceve riconoscimenti dalla 1° Esposizione Nazionale di Torino del 1898. L’anno seguente le sue immagini di gusto neoclassico e fiammingo sono premiate con medaglia d’oro nella seconda esposizione di Firenze. Durante l’Esposizione Internazionale di Arte Decorativa e Moderna di Torino del 1902 Rey è presente con alcune fotografie di genere olandese, in stile Van Dyck. Con queste fotografie egli otterrà successo in campo internazionale, sarà pubblicato sulle pagine del londinese
The
Studio con prefazione di Enrico Thovez e della prestigiosa rivista di Stieglitz,
Camera Work , a New York.
I nomi che ricorrono più spesso, quando si parla dell’opera di Guido Rey, sono quelli di Vermeer e di Pieter de Hooch, per la rappresentazione delle virtù private del quotidiano e della convivenza esaltate dalla luce diffusa che nelle loro opere rifugge da ogni ombra tragica. Con questa sua attitudine i lavori di Rey trascendono ogni tendenza manierista e riportano alla sua esperienza personale di uomo di raffinata sensibilità artistica ed esponente della borghesia colta della Torino del tempo. A questo contesto è indispensabile far riferimento per comprendere la sua poliedrica personalità.
La famiglia Rey, originaria del Delfinato e ugonotta, si era stabilita a Torino a fine ‘700 affermandosi nel campo del commercio e della manifattura di tessuti. Giacomo Antonio, che con il fratello Luigi aveva stretto un intreccio di parentela con la famiglia Sella sposandone rispettivamente due sorelle, acquista nel 1842 il castello di Vinovo e, a Torino, l’elegante palazzo di via Cavour 35. Il figlio Giacomo Vincenzo, che gli succede negli affari, è deputato al Parlamento prima Subalpino e poi Italiano. Con sua moglie, Lydia Mongenet de Renaucourt, acquisisce la villa del “Priè” (Turinetti di Priero), detta “villa Rey”, sulla collina di Torino. Guido, secondogenito dei suoi cinque figli, è attivo nell’industria familiare sin da giovane età. Eredita la passione per l’alpinismo dallo zio Quintino Sella, cognato del padre, e racconta le sue ascensioni in diverse opere letterarie, tra le quali spicca Il Monte Cervino che esce nei tipi della Hoepli nel 1904 e verrà tradotto in varie lingue europee. Promotore di eventi culturali, in particolare relativi alla fervida attività espositiva nazionale e internazionale del tempo, amico di intellettuali e artisti quali Giacosa, Bistolfi, Calandra, Rubino, Edmondo e Ugo De Amicis, Tallone, Grosso e Delleani, egli partecipa attivamente alla vita culturale della sua epoca.
Con questa mostra la Fondazione Sella conferma il suo proposito di far conoscere al pubblico aspetti significativi della documentazione di cui è custode, attraverso il suo
programma di esposizioni in sede. La scelta delle fotografie pittorialiste di Guido Rey
dà occasione agli specialisti nonché a tutti coloro che apprezzano la fotografia artistica di ammirare dal vero opere al tempo citatissime per la loro raffinatezza e anche assai note al grande pubblico. Opere pressoché assenti dalle grandi collezioni fotografiche e oggi molto raramente presentate in mostre o rassegne. Possono essere godute senza riserve, in attesa che il trascorrere degli anni dalla loro nascita e il rinnovato interesse per questa grande epoca della fotografia le facciano riproporre sotto una nuova e approfondita prospettiva critica ed estetica.
03
aprile 2004
Guido Rey, fotografo pittorialista
Dal 03 aprile al 04 giugno 2004
fotografia
Location
FONDAZIONE SELLA – LANIFICIO MAURIZIO SELLA
Biella, Via Corradino Sella, 10, (Biella)
Biella, Via Corradino Sella, 10, (Biella)
Orario di apertura
da giovedì a domenica, 15-19, e su appuntamento per scuole e gruppi
Vernissage
3 Aprile 2004, ore 17