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Guido Speier – Mandarini
Con Mandarini l’indagine di Guido Speier s’indirizza verso la capacita’ che ha l’uomo di percepire la dimensione “tempo”, nelle sue varie definizioni e coniugazioni. Il “senso interno”, per dirla con Kant, ci accompagna in maniera nascosta, silenziosa, quasi beffarda. Possiamo solo misurarlo senza pensare di poterlo afferrare. e’, per utilizzare alcuni degli innumerevoli tentativi di definirlo, immutevole, irrefrenabile, inesorabile.
Comunicato stampa
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Con Mandarini l'indagine di Guido Speier s'indirizza verso la capacità che ha l'uomo di percepire la dimensione “tempo”, nelle sue varie definizioni e coniugazioni. Il “senso interno”, per dirla con Kant, ci accompagna in maniera nascosta, silenziosa, quasi beffarda. Possiamo solo misurarlo senza pensare di poterlo afferrare. È, per utilizzare alcuni degli innumerevoli tentativi di definirlo, immutevole, irrefrenabile, inesorabile.
In Mandarini Guido Sperier cerca di analizzare l'atteggiamento umano nei confronti del tempo, utilizzando alcune immagini che godono di una poetica tutta particolare: lunghi piani sequenza descrivono delle situazioni a noi perfettamente familiari come le decorazioni natalizie, il paesaggio di campagna prima della semina, una situazione conviviale davanti al caminetto. Tutte immagini perfettamente note, quasi banali. Ma queste verranno proiettate in grandi dimensioni in un periodo ben preciso dell'anno, cioè in estate, periodo dell'esposizione e dell'esperimento.
Ci succede, quando siamo immersi nella routine quotidiana estiva, di perdere completamente i contatti, anche mnemonici, con l'inverno. Quella stagione caratterizzata da un particolare clima e da una particolare disposizione emotiva degli individui, che si adattano all'ambiente in cui si muovono, diventa, durante l'estate un episodio del ricordo, un mondo a parte, lontanissimo, nonostante tutti sappiano bene che tra pochi mesi si ripresenterà puntuale all'appuntamento con il mondo. La perdita apparentemente involontaria delle coordinate temporali e delle capacità di avere una percezione e una forma di controllo sulla lunga dimensione temporale (mensile, stagionale, annuale), sembra voler suggerire o indagare Guido Speier, appare come un tentativo di difesa nei confronti del tempo che, ahinoi, sarà colui che metterà la parola fine a noi e alla realtà in cui viviamo.
L'installazione, che non a caso viene indicata come time-specific in quanto può vivere ed essere esposta in un unico periodo dell'anno - l'estate, è corredata da immagini e parole prese agli spettatori delle proiezioni: in questo diventa strumento d'indagine analitico, alla ricerca di riflessioni e definizioni precise delle immagini proiettate e del senso che esse hanno in un determinato contesto. Queste immagini sono in bilico tra una dimensione documentaristica ed una estetizzante, ed il loro rapporto con il pubblico cambia a seconda del periodo dell'anno in cui vengono esposte.
“Guido Speier è l’antagonista. Superbo, talvolta arrogante, sicuramente reazionario.” - così ama definirsi. Nato a Trieste, rimane affascinato dal quell'intreccio di culture caratteristico di una zona di confine. Si forma presso l’Accademia di Venezia e successivamente in Germania dove frequenta per due anni l’Accademia di Düsseldorf (2003/2004). Il suo lavoro si concentra sull’analisi dei simboli storici, del tempo e dello spazio, nel tentativo di modificare la percezione delle convenzioni sociali rimeditando l’esperienza del quotidiano. Tra il 2004/2005 ha partecipato ad alcune mostre collettive in Germania (Düsseldorf e Colonia), nel 2007 e 2008 il suo lavoro è stato presentato a Firenze all’interno del progetto Private Flat. Attualmente vive e lavora tra Trieste e Bucarest.
In Mandarini Guido Sperier cerca di analizzare l'atteggiamento umano nei confronti del tempo, utilizzando alcune immagini che godono di una poetica tutta particolare: lunghi piani sequenza descrivono delle situazioni a noi perfettamente familiari come le decorazioni natalizie, il paesaggio di campagna prima della semina, una situazione conviviale davanti al caminetto. Tutte immagini perfettamente note, quasi banali. Ma queste verranno proiettate in grandi dimensioni in un periodo ben preciso dell'anno, cioè in estate, periodo dell'esposizione e dell'esperimento.
Ci succede, quando siamo immersi nella routine quotidiana estiva, di perdere completamente i contatti, anche mnemonici, con l'inverno. Quella stagione caratterizzata da un particolare clima e da una particolare disposizione emotiva degli individui, che si adattano all'ambiente in cui si muovono, diventa, durante l'estate un episodio del ricordo, un mondo a parte, lontanissimo, nonostante tutti sappiano bene che tra pochi mesi si ripresenterà puntuale all'appuntamento con il mondo. La perdita apparentemente involontaria delle coordinate temporali e delle capacità di avere una percezione e una forma di controllo sulla lunga dimensione temporale (mensile, stagionale, annuale), sembra voler suggerire o indagare Guido Speier, appare come un tentativo di difesa nei confronti del tempo che, ahinoi, sarà colui che metterà la parola fine a noi e alla realtà in cui viviamo.
L'installazione, che non a caso viene indicata come time-specific in quanto può vivere ed essere esposta in un unico periodo dell'anno - l'estate, è corredata da immagini e parole prese agli spettatori delle proiezioni: in questo diventa strumento d'indagine analitico, alla ricerca di riflessioni e definizioni precise delle immagini proiettate e del senso che esse hanno in un determinato contesto. Queste immagini sono in bilico tra una dimensione documentaristica ed una estetizzante, ed il loro rapporto con il pubblico cambia a seconda del periodo dell'anno in cui vengono esposte.
“Guido Speier è l’antagonista. Superbo, talvolta arrogante, sicuramente reazionario.” - così ama definirsi. Nato a Trieste, rimane affascinato dal quell'intreccio di culture caratteristico di una zona di confine. Si forma presso l’Accademia di Venezia e successivamente in Germania dove frequenta per due anni l’Accademia di Düsseldorf (2003/2004). Il suo lavoro si concentra sull’analisi dei simboli storici, del tempo e dello spazio, nel tentativo di modificare la percezione delle convenzioni sociali rimeditando l’esperienza del quotidiano. Tra il 2004/2005 ha partecipato ad alcune mostre collettive in Germania (Düsseldorf e Colonia), nel 2007 e 2008 il suo lavoro è stato presentato a Firenze all’interno del progetto Private Flat. Attualmente vive e lavora tra Trieste e Bucarest.
03
luglio 2009
Guido Speier – Mandarini
Dal 03 al 25 luglio 2009
arte contemporanea
performance - happening
performance - happening
Location
GINGERZONE FREE
Scandicci, Piazza Palmiro Togliatti, 1, (Firenze)
Scandicci, Piazza Palmiro Togliatti, 1, (Firenze)
Vernissage
3 Luglio 2009, ore 19:00
Sito web
www.switchproject.net
Autore
Curatore