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Guido Taroni – Sogni sospesi
14 vestiti per 14 pareti
Comunicato stampa
Segnala l'evento
La scoperta di un baule chiuso da più di ottant’anni trovato in una soffitta dell’antica
villa Erba a Cernobbio ha riportato alla luce un gruppo di eleganti abiti di “haute couture”
appartenuti alla bisnonna di Guido Taroni, Carla Erba Visconti di Modrone.
Tutti pezzi unici creati dalle più prestigiose case di moda dell'epoca come la celebre
Sartoria Ventura; la sartoria milanese, fondata nel 1815 da Domenico Ventura, vantava
una vasta clientela internazionale ed era Fornitrice di Casa Reale.
Altri abiti sono firmati dal noto atelier H.Haardt et Fils, che vestiva la ricca aristocrazia e
borghesia lombarda copiando modelli francesi.
I vestiti dalle linee semplici vengono arricchiti da elaborate decorazioni; abiti lisci da
sera in materiali leggeri come il crèpe satin o il crèpe georgette illuminati da cristalli e
brillanti.
Ricami e applicazioni, trame metalliche e colorate, per lo più oro e argento. Paillettes,
perline e fiori in chiffon ornano sete e velluti creando dei looks eleganti e sensazionali.
Altri ornamenti erano costituiti da balze, fiocchi, inserti in pelle e pelliccia che andavano
a guarnire maniche e colli.
Non si tratta di comuni vestiti bensì di preziosi reperti da documentare; Guido decide così
di archiviarli fotografandoli uno per uno. Appeso il primo vestito su una parete del
terrazzo, guardando nell’obiettivo si accorge che il vestito, con un alito di vento, si
muove come a “riprendere vita” .
E’ nata così l’ispirazione di “ambientare” ognuno dei vestiti. Per tutti i quattordici
pezzi di alta sartoria ha scelto accuratamente uno sfondo differente, come se ognuno di
questi richiedesse una diversa ambientazione per riprendere “vita e senso” in questo
sottile dialogo.
Le vecchie pareti smunte, slavate, scolorite e sgretolate fanno quindi da cornice e da
supporto agli abiti in modo che i cromatismi e le sfumature siano in perfetta sintonia con i
colori di ogni singolo vestito. Questi raffinati abbinamenti, oltre che a rendere le
fotografie uniche e d’autore, lasciano percepire con chiarezza lo scorrere inesorabile del
tempo e i cambiamenti della moda.
L’emozione che pervade chi le osserva è un misto di nostalgia per l’eleganza di un tempo
passato e di struggimento per il tempo che tutto divora.
A commento della mostra Vittorio Sgarbi ha scritto :
E noi?
Siamo vestiti di tempo o spogliati dal tempo?
Saremo anche quando non saremo più?
Negli armadi resteranno i nostri abiti. Nella memoria le nostre parole e i nostri pensieri.
Ma i nostri corpi saranno sottratti alla nostra anima? o di tutto ciò che siamo stati
resteranno soltanto queste vesti di corpi perduti?
Vestiti di tempo, memoria inconsapevole.
Cenni sull’artista
Guido aveva capito cosa voleva fare da grande ancora prima di diventarlo. Terminato il
liceo segue con interesse la fotografia d'architettura presso lo studio Sancassani a Milano
poi diventa uno degli assistenti dello zio Giovanni Gastel, fra i primi fotografi di moda
del mondo. Brucia le tappe: a 17 anni la sua prima copertina, servizi fotografici per
importanti eventi, cataloghi e riviste, ritratti e soprattutto importanti collaborazioni con
stilisti di celebri case di moda (Stephan Janson, Lorenzo Riva, Coccinelle, Malo, Luisa
Beccaria), gli vengono inoltre richieste fotografie per la realizzazione di importanti
volumi.
"Del ragazzo si accorgono anche quando abbassa la macchina fotografica: occhi verdi e
scuri, uno sguardo intenso e profondo, ricci neri e quella classe innata che lo
contraddistingue; diventa anche modello per campagne pubblicitarie come Tod's e
redazionali(Esquire,Style,Sportweek), è scelto tra i volti di “Italian Touch”, il libro che
Donata Sartorio ha realizzato per Diego della Valle; inizia ad essere intervistato come
personaggio emergente."
Ora a ventun'anni la sua prima personale.
La sensibilità creativa e la bellezza estetica gli sono familiari fin dai primi anni di vita; il
padre eclettico collezionista e appassionato studioso di arti decorative e di pittura, la
madre profonda conoscitrice di musica cinema e teatro e ad oggi presidente FAI
Lombardia.
Con l'esperienza affina il gusto per il particolare Guido dice "ti trasformo" e poi ti
trasforma davvero in un ideale di bellezza che sta nella semplicità e nell’ equilibrio delle
forme.
Seguendo questo principio ricerca il suo stile personale. Con questa mostra ci sembra
che l’abbia già trovato.
villa Erba a Cernobbio ha riportato alla luce un gruppo di eleganti abiti di “haute couture”
appartenuti alla bisnonna di Guido Taroni, Carla Erba Visconti di Modrone.
Tutti pezzi unici creati dalle più prestigiose case di moda dell'epoca come la celebre
Sartoria Ventura; la sartoria milanese, fondata nel 1815 da Domenico Ventura, vantava
una vasta clientela internazionale ed era Fornitrice di Casa Reale.
Altri abiti sono firmati dal noto atelier H.Haardt et Fils, che vestiva la ricca aristocrazia e
borghesia lombarda copiando modelli francesi.
I vestiti dalle linee semplici vengono arricchiti da elaborate decorazioni; abiti lisci da
sera in materiali leggeri come il crèpe satin o il crèpe georgette illuminati da cristalli e
brillanti.
Ricami e applicazioni, trame metalliche e colorate, per lo più oro e argento. Paillettes,
perline e fiori in chiffon ornano sete e velluti creando dei looks eleganti e sensazionali.
Altri ornamenti erano costituiti da balze, fiocchi, inserti in pelle e pelliccia che andavano
a guarnire maniche e colli.
Non si tratta di comuni vestiti bensì di preziosi reperti da documentare; Guido decide così
di archiviarli fotografandoli uno per uno. Appeso il primo vestito su una parete del
terrazzo, guardando nell’obiettivo si accorge che il vestito, con un alito di vento, si
muove come a “riprendere vita” .
E’ nata così l’ispirazione di “ambientare” ognuno dei vestiti. Per tutti i quattordici
pezzi di alta sartoria ha scelto accuratamente uno sfondo differente, come se ognuno di
questi richiedesse una diversa ambientazione per riprendere “vita e senso” in questo
sottile dialogo.
Le vecchie pareti smunte, slavate, scolorite e sgretolate fanno quindi da cornice e da
supporto agli abiti in modo che i cromatismi e le sfumature siano in perfetta sintonia con i
colori di ogni singolo vestito. Questi raffinati abbinamenti, oltre che a rendere le
fotografie uniche e d’autore, lasciano percepire con chiarezza lo scorrere inesorabile del
tempo e i cambiamenti della moda.
L’emozione che pervade chi le osserva è un misto di nostalgia per l’eleganza di un tempo
passato e di struggimento per il tempo che tutto divora.
A commento della mostra Vittorio Sgarbi ha scritto :
E noi?
Siamo vestiti di tempo o spogliati dal tempo?
Saremo anche quando non saremo più?
Negli armadi resteranno i nostri abiti. Nella memoria le nostre parole e i nostri pensieri.
Ma i nostri corpi saranno sottratti alla nostra anima? o di tutto ciò che siamo stati
resteranno soltanto queste vesti di corpi perduti?
Vestiti di tempo, memoria inconsapevole.
Cenni sull’artista
Guido aveva capito cosa voleva fare da grande ancora prima di diventarlo. Terminato il
liceo segue con interesse la fotografia d'architettura presso lo studio Sancassani a Milano
poi diventa uno degli assistenti dello zio Giovanni Gastel, fra i primi fotografi di moda
del mondo. Brucia le tappe: a 17 anni la sua prima copertina, servizi fotografici per
importanti eventi, cataloghi e riviste, ritratti e soprattutto importanti collaborazioni con
stilisti di celebri case di moda (Stephan Janson, Lorenzo Riva, Coccinelle, Malo, Luisa
Beccaria), gli vengono inoltre richieste fotografie per la realizzazione di importanti
volumi.
"Del ragazzo si accorgono anche quando abbassa la macchina fotografica: occhi verdi e
scuri, uno sguardo intenso e profondo, ricci neri e quella classe innata che lo
contraddistingue; diventa anche modello per campagne pubblicitarie come Tod's e
redazionali(Esquire,Style,Sportweek), è scelto tra i volti di “Italian Touch”, il libro che
Donata Sartorio ha realizzato per Diego della Valle; inizia ad essere intervistato come
personaggio emergente."
Ora a ventun'anni la sua prima personale.
La sensibilità creativa e la bellezza estetica gli sono familiari fin dai primi anni di vita; il
padre eclettico collezionista e appassionato studioso di arti decorative e di pittura, la
madre profonda conoscitrice di musica cinema e teatro e ad oggi presidente FAI
Lombardia.
Con l'esperienza affina il gusto per il particolare Guido dice "ti trasformo" e poi ti
trasforma davvero in un ideale di bellezza che sta nella semplicità e nell’ equilibrio delle
forme.
Seguendo questo principio ricerca il suo stile personale. Con questa mostra ci sembra
che l’abbia già trovato.
15
dicembre 2009
Guido Taroni – Sogni sospesi
Dal 15 dicembre 2009 al 22 gennaio 2010
design
arte contemporanea
arte contemporanea
Location
CAFFETTERIA DEGLI ATELLANI
Milano, Via Della Moscova, 28, (Milano)
Milano, Via Della Moscova, 28, (Milano)
Vernissage
15 Dicembre 2009, dalle 18 alle 22
Autore